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Milano – Davanti al palco della manifestazione della Lega Nord, nel giorno della festa Nazionale della Lombardia, il 29 maggio, in via Vittor Pisani sono apparse 9 lettere di polistirolo per comporre la parola Autonomia, circondate dai bandieroni della croce di San Giorgio, della Rosa camuna e del Ducale. La richiesta dei giovani padani
Oltre all’intento di ricordare al presidente della Lombardia che c’è da scegliere la data per il referendum, il movimento Giovani Padani hanno ricordato così l’anniversario della Festa della Lombardia, che cade nella ricorrenza della battaglia di Legnano che ha visto i Comuni Lombardi contrapporsi vittoriosamente all’imperatore Federico Barbarossa.
Le nove lettere di polistirolo, centinaia di giovani, circondati da tre delle bandiere storiche Lombarde, Croce di San Giorgio, la Rosa Camuna e il Ducale. Questo il messaggio dei giovani Padani.“Le pessime condizioni climatiche non ci hanno fermato” ha detto Luca Toccalini, Coordinatore Nazionale ( cioè della nazione Lombardia) dei Giovani Padani. “Chiediamo a Maroni di convocare il Referendum per l’autonomia prima possibile, i lombardi vogliono votare”. I giovani padani vogliono ricordare che la Lombardia ha un residuo fiscale annuo di 54 miliardi di euro, motivo che ha spinto la Regione a chiedere più risorse a Roma tramite quesito referendario i giovani continuano, e a prendere la parola davanti ai giornalisti per spiegare il motivo dell’improvviso Flash Mob alla manifestazione è Andrea Crippa, commissario federale dell’MGP: “La Lombardia vuole trattenere i soldi dei lombardi. Potremmo garantire nuove strutture scolastiche, lavoro per i nostri giovani, taglio delle tasse. L’autonomia è l’unica soluzione possibile”.
Secondo i primi progetti dei Lombardi il referendum avrebbe dovuto essere celebrato il 29 maggio, data dal forte significato simbolico per i lombardi, ma le lungaggini, i tanti bastoni messi di traverso dallo stato centrale e dal governo Renzi e il divieto di accorpare referendum e elezioni amministrative, hanno fatto in modo che i tempi per la campagna elettorale fossero così ristretti da rischiare di fare una campagna informativa dei cittadini nulla. Da qui la decisione di rimandare la data e di celebrarlo insieme al Veneto che nel suo programma ha sia il referendum per l’autonomia finanziaria sia quello per l’indipendenza. Le istituzioni del Veneto intendono celebrarli entrambi e in Veneto il risultato di ambedue i referendum è scontato. La battaglia per l’indipendenza dei popoli della Padania continua quindi, prendendo altre forme, meno dirette della secessione, ma che non ne cambiano il fine. Il modello è quello della battaglia dell’indipendenza della Catalogna, con tutti i suoi step. Un peccato, il modello più salubre per tutti sarebbe stato quello della Scozia, ma a quanto pare il governo Renzi preferisce seguire le orme di Madrid piuttosto di quelle di Cameron.