Gender. A Verona libretto doppio per i trans in università
Verona – Confusione Gender. Il senato accademico dell’università di Verona ha approvato il progetto Alias, cioè il doppio libretto universitario per i transessuali. Chi lavora in Università, anche i docenti, avrà la possibilità di cambiare la targhetta su uffici e armadietti.
Se vi sentite confusi e le vostre certezze stanno cadendo una dopo l’altra, sappiate che per oggi non è finita. E’arrivata da Verona la notizia che il senato accademico ha approvato il progetto Alias, che è stato presentato durante un convegno lo scorso 13 maggio. Il volantino di presentazione del progetto Alias scrive che “in Italia l’operazione di riattribuzione chirurgica del sesso non è più necessaria anché una persona transgender possa cambiare nome sui documenti. La variazione anagrafica deve tuttavia essere autorizzata da medici e giudici, in un lungo percorso durante il quale il soggetto mantiene il nome originario. Questi vincoli impediscono alle persone transgender di ottenere in tempi rapidi documenti che rispecchino la loro identità, limitando il loro diritto allo studio e al lavoro.
Nello spirito della Risoluzione 2048 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che raccomanda agli Stati membri di rendere più veloce e meno gravoso il percorso di transizione, il Senato accademico dell’Università di Verona ha deliberato che studenti e dipendenti transgender possano richiedere una “identità alias”. Il loro nome di elezione può essere cioè riconosciuto all’interno dell’Ateneo anche se non appare ancora sui documenti ufficiali. La celebrazione della giornata mondiale contro l’omobitransfobia offre l’occasione per presentare alla comunità universitaria e all’intera cittadinanza questo importante provvedimento, e per fare il punto della situazione sui diritti delle persone transgender in Italia.” Alla presentazione hanno partecipato Christian Ballarin, dello Sportello trans del Maurice GLBTQ di Torino, Porpora Marcasciano, del Movimento di Identità Transessuale di Bologna, Maria Gigliola Toniollo, dell’Ufficio Nazionale Nuovi Diritti della CGIL, Laurella Arietti del Progetto TransFormazione, Giovanni Papalia del SAT – Servizio Accoglienza Trans del Circolo Pink di Verona e Padova. La moderazione della conferenza è stata affidata ad Anna Lorenzetti del Centro di ricerca PoliTeSse.
Dopo ciò mi sono convinta che l’università di Verona sia strapiena di persone transgender e che tutte le migliaia di studenti che la frequentano hanno un libretto universitario con il nome vero e uno con il nome gender e ho avuto la visione di tutti questi studenti che cercavano la targhetta sulla porta degli uffici, confusi quanto me, senza riuscire a trovare il nome giusto. Invece, pare che la questione a Verona riguardi poche persone, pochissime in Università, ma che per dare loro un contentino psicologico, di scarsa concretezza oltrettutto, si sia rivoluzionata l’identità sessuale di qualche migliaia di persone. Una legge “ad personam” quindi, ma che piega alla confusione anche chi, prima, confuso non era. Si può capire che non costi nulla, chiamare un transessuale con il nome che si è scelto, anche che si possa sacrificare un po’ di carta per dargli un libretto universitario con un nome di genere opposto, che affianchi quello anagrafico, ma se quella consulta di giudici e di medici non si è espressa è perchè cambiare sesso non deve essere una cosa che si fa la mattina appena alzati dopo, o prima di aver bevuto il caffè.
Il libretto gender non conta, ufficialmente. Il caso apre, però, la discussione su quella teoria educativa della “scelta del sesso al mattino appena svegli”, che tanti dicono che non esista, ma che lascia traccia di sè praticamente in tutte le scuole di ordine e grado.
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ah questo commento lo ho approvato per far conoscere bene il livello intellettivo e d volenza dei sostenitori del “sistema gender”. Nemmeno il coraggio di usare la loro vera identità, nè quella anagrafica nè quella gender
Ma ucciditi! Vuoi il male altrui solo perché ti senti migliore degli altri, ma sei solo una lurida nazista. Spero ti triverai ad essere discriminata come discrimini gli altri, stronza!