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Referendum trivelle – Il confronto dei dati del referendum trivelle con le elezioni europee mette in difficoltà Matteo Renzi. Nessuno lo dice, per una forma di pietà politica, ma ha perso la guerra delle percentuali. Svelati i segreti che si sussurrano nei corridoi.
Complice il forte astensionismo elettorale, che colpisce in modo doloroso il paese, alle elezioni per il Parlamento Europeo aveva votato il 58% degli aventi diritto. Di questo 58%, gli esponenti sostenuti dal governo Renzi avevano ottenuto il 40%, che spalmato su tutti gli aventi diritto significa che solo il 23,2% della popolazione aveva volontariamente espresso un voto a favore del renzismo. Matteo Renzi aveva dichiarato più volte, che il 40% degli italiani gradiva la sua politica e che le elezioni europee ne erano la prova.
Anche il referendum sulle trivelle è stato trasformato in un atto di conferma politica. Furbamente, Renzi ha scelto la posizione più comoda. Dato che l’astensione è alta, promuovendola poteva sembrare che chi non andava a votare fosse tutto dalla sua parte. Se avesse voluto mostrare davvero i muscoli, avrebbe invitato ad andare a votare per il No al referendum delle trivelle, come hanno fatto alcuni suoi compagni di partito.
Al referendum ha votato infine il 32% del corpo elettorale. Di questi, l’85% ha votato SI e il 15% NO. Ciò significa che, del corpo elettorale completo (compreso chi non vota), il 27,2 % si è espresso per il Si e il 4, 8 per il No. Il 27,2% è una percentuale più alta del 23,2% delle elezioni europee e la opposizione interna a Renzi, nel PD, ha ottenuto il 4,8% dei voti dell’intero corpo elettorale, invitando la gente a fare uno sforzo e andare a votare al referendum solo per far dispetto a Renzi. Continuando il ragionamento, Matteo Renzi ha avuto la chiara sensazione che quel suo 23,2% delle elezioni europee, mascherato da 40%, si sia ridotto, in due anni ad un ben più piccolo 18,8% . Inoltre, anche se con l’apporto della lega Nord, che ha promosso il referendum delle trivelle, non ci si può nascondere che i temi ambientali siano cari a chi vota a sinistra e che quindi buona parte di quel 27,2% che è andato a votare Si, siano elettori di sinistra, ma non di Matteo Renzi.
Il gradimento del governo italiano è quindi sceso moltissimo e se si sommano gli aderenti al partito dell’astensionismo, cui non piace nessuno, compreso Renzi, con chi è andato a votare al referendum delle trivelle, a favore del presidente del consiglio italiano non è rimasto nessuno, nonostante lui dica di aver vinto il referendum.
Il motivo per cui non si parla molto di questi conteggi è che è difficile comunicarli e il partito dell’astensione dal voto non colpisce solo il governo, ma la sua esistenza è una responsabilità condivisa fra tutti coloro che si sono occupati di politica. Convincere la gente a riprendere a votare non è facile. Non bastano le parole. Al giorno d’oggi la politica deve essere concreta. Aggiustare le strade, mettere i tombini, promuovere il lavoro e l’economia, e non sprecare denaro. Le parole hanno pochissimo valore. Anzi, forse non ce l’hanno per niente se non sono strettamente legate ai fatti.
Articolo aggiornato il 20/04/2016 23:35