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Il comparto del latte italiano è in forte difficoltà. Tanti i gravissimi problemi causati della prepotenza delle multinazionali alimentari del comparto caseario, che prima hanno proposto contratti capestro ai produttori e poi hanno minacciato, e concretizzato, di non ritirare il latte munto da quelle stalle che non accettavano di lavorare sotto costo, a partire dal primo aprile 2016, data di inizio dell’anno lattiero caseario. 300 tonnellate di latte, in questa settimana, sono quindi rimaste in carico ai produttori. In questa battaglia la regione Lombardia, con l’assessore Gianni Fava, è a fianco dei produttori di latte; il governo Renzi e il ministro Martina, come al solito, sono al fianco delle multinazionali casearie. Abbiamo intervistato la presidente interprovinciale di Copagri (confederazione produttori agricoli) per Milano e Monza Brianza, Donatella Magnoni Vitali, con cui abbiamo fatto il punto della situazione e che ha proposto alcuni provvedimenti per liberare , almeno in parte, i produttori di latte dal cappio che le multinazionali hanno messo al loro collo.
Donatella Magnoni Vitali ha fatto un primo esame della situazione attuale, nella prima settimana di aprile.” A seguito della decisione di parecchi caseifici di non ritirare, dal 1 aprile, 300 tonnellate di latte italiano, la situazione del comparto lattiero Caseario si è aggravata. Non si tratta più solo del prezzo del latte al produttore, ma anche del ritardo dei sostegni. Ci sono ad oggi ancora parecchi nodi da risolvere. Il famoso e pubblicizzato aiuto di Stato inerente al famoso “centesimo” non è ancora arrivato. Doveva essere versato a novembre 2015, poi è stato spostato a febbraio 2016, adesso dovremo attendere la fine aprile.
La Moratoria sui debiti è solo un ennesimo aiuto alle banche e aiuta solo agli agricoltori di serie A. I debitori delle quote latte devono pagare per tutti, e gli imbrogli di tutti, ormai.”
Il famoso “centesimo era una promessa fatta dal governo agli allevatori e ai produttori, per compensarli del bassissimo prezzo del latte, che è sotto il prezzo di produzione mentre a Mantova si parlava dei contratti capestro, il ministro Martina era a Milano, nella sede di Banca Intesa. “Anche le iniziative, seppur lodevoli, proposte dall’ Assessore all’agricoltura Gianni Fava, cioè l’esclusione delle aziende e del comparto industriale e agroalimentare dai PSR e dagli aiuti comunitari in genere, non ha sortito a nulla, soprattutto perchè il ministro Martina lo scorso 30 marzo, era nella sede di Banca intesa a Milano dove ha promesso aiuti all’industria attraverso le banche, o anche attraverso Agea.” Continua Donatella Magnoni Vitali, che oggi è a Bari al Congresso Nazionale di Copagri.
“Agli allevatori servirebbe poter fare richiesta di contributi, attraverso l’impegno della Regione Lombardia, per almeno 3 milioni di euro finalizzati a coprire le spese logistiche o di trasformazione del latte da destinare alla polverizzazione anche all’estero per almeno 2/3 mesi e cioè fino all’inizio della stagione estiva. Importante anche chiedere un incontro tecnico con Consorzio Grana Padano affinché si possa sospendere o derogare per 6 mesi al piano produttivo di riduzione forme grana con conseguente stoccaggio del formaggio stagionato. Bisognerebbe poi destinare ingenti risorse anche attraverso PSR, come oggi sta già facendo la Francia, per promuovere le filiere e i marchi che utilizzano latte al 100% italiano, sostenendo con la GdO degli spazi dedicati presso i supermercati. Bisognerà poi sostenere una forte campagna di sensibilizzazione al consumo del latte e filiere 100% italiane e istituire un tavolo tecnico regionale per addivenire ad una etichetta Dop anche sul latte, e non solo sui formaggi.”