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Milano – La regione Lombardia approva la Prima giornata contro le ludopatie. In una conferenza che si terrà a Milano il 9 marzo, parteciperanno anche esponenti del governo. Una novità per questo tema.
Il presidente Roberto Maroni ha commentato, dopo la giunta regionale, il voto favorevole all’istituzione della Prima Giornata Nazionale contro le Ludopatie approvata oggi dall’esecutivo della Regione Lombardia: “Alla nostra conferenza sarà presente anche il Governo e sarà un confronto importante, perchè la posizione dell’Esecutivo nazionale è diversa dalla nostra su questo tema. Palazzo Chigi deve ascoltare la voce della Regione Lombardia e delle altre Regioni fortemente impegnate nel contrasto alla ludopatia”. I link proposti permettono di approfondire il tema della legge contro le ludopatie approvata dalla regione Lombardia.
La posizione del governo italiano è molto diversa da quella della regione Lombardia perché la concessione alle aziende che forniscono le slot maschine hanno un contratto direttamente con lo stato italiano, e gli introiti che arrivano alle casse statali dal comparto del gioco d’azzardo sono una voce molto importante delle entrate del bilancio dello Stato. Quindi per il Governo non ha un grande interesse a vedere diminuire il numero dei ludopatici e a prevenire la malattia. I favoritismi nei confronti delle concessionarie delle slot machine è stato la causa anche di un enorme scandalo venuto alla luce nel 2014, quando si scopri che i monopoli dello stato non chiedevano da anni la riscossione delle penali da applicare ai giorni e ai momenti in cui la rete telematica non registrava il collegamento di una o l’altra delle 400mila slot machine presenti in Italia. A forza di non chiedere di pagare le penali, anno dopo anno, queste avevano raggiunto l’incredibile cifra di 98miliardi di euro. Una cifra improponibile. La vicenda finì con una suddivisione delle responsabilità fra monopoli e concessionarie, che furono condannate infine a pagare solo 600 milioni di euro di penale e una parte della colpa della situazione ricadde su alcuni dirigenti del monopolio di Stato.
Articolo aggiornato il 07/03/2016 23:28