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Le cronache della convenzione di Villa Bosi

Ossona – Continuiamo le cronache di Villa Bosi e il parco storico. Ciò che manca all’appello è la documentazione relativa alla regolarità della pista da ballo in cemento e del palco costruiti nel parco centenario di villa Bosi. Mentre il consigliere comunale dei Verdi, e di Cambiamo Ossona,  Rossi, ringrazia la proloco Morus Nigra, il gruppo di Sergio Garavaglia ha protocollato una comunicazione, in attesa delle risposte dell’amministrazione.

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La notizia della nuova lettera del consigliere comunale Sergio Garavaglia all’amministrazione ci è arrivata subito dopo che era stata protocollata in Comune. I 5 destinatari richiamati alle loro responsabilità amministrative e nella loro qualifica di pubblico ufficiale sono la segretaria comunale, il capoarea dell’ufficio tecnico, il responsabile dell’edilizia privata, il comandante della polizia locale e il responsabile tributi del Comune di Ossona.
Questa parte delle cronache di villa Bosi parlano della lettera che riguarda l’ordinanza emanata il 6 maggio 2010 dall’ufficio tecnico del Comune di Ossona, un’ordinanza in cui sono elencate tutte le opere che, su indicazione dell’intendenza delle belle Arti, andavano ripristinate, tolte o sottoposte a sanatoria. Questa ordinanza obbligava l’allora presidente della Proloco Lanfranco Garavaglia, nella sua qualifica di legale rappresentante dell’associazione. In villa Bosi la pista da ballo in cementino e le altre opere sono ancora nelle stesse condizioni in cui erano nel 2009, quindi se è tutto regolare, come sostengono dalla proloco, deve esserci al documentazione della sanatoria dell’abuso edilizio. Ed è proprio quello che manca nella documentazione consegnata al consigliere comunale di Siamo Ossona, Sergio Garavaglia.

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Con la sua lettera il consigliere di Siamo Ossona esprime un dubbio, cioè che i responsabili d’area non siano stati informati delle sue richieste. Il dubbio è legittimo, perchè le interrogazioni sull’ordinanza non eseguita erano state indirizzate a tutti i consiglieri comunali, ma a quanto sembra non sarebbero mai arrivate. Inoltre, sembra che almeno uno dei capi area interrogati ora per iscritto, abbia confermato verbalmente di non aver ricevuto nulla dagli uffici.
La lettera ribadisce le questioni che già conosciamo e di cui abbiamo parlato in diversi altri articoli, ultimo fra i quali Ancora Villa Bosi. Interrogazione di Sergio Garavaglia. Il sunto della questione è che c’è una ordinanza dell’ufficio tecnico del Comune che non è stata eseguita sin dal 2010 e questo sarebbe un abuso di atti d’ufficio.
In molti si domandano perchè Sergio Garavaglia continua a battere su questo argomento. Il sindaco Venegoni lo ha accusato, in uno dei vari scambi di lettere, di non volere che Villa Bosi e il suo parco secolare siano utilizzati dai cittadini, rispondendo ad una logica di “tanto peggio tanto meglio”.
Nel momento in cui c’è stato il sopralluogo dell’intendenza delle Belle Arti c’erano tre enti che avevano commesso dei reati e che erano stati scoperti. Uno era l’associazione proloco Morus Nigra che, tramite una convenzione con il Comune di Ossona, doveva curare parte della Villa e preservare il parco, rispettando i vincoli storici e culturali (confermati dal ministero dei beni culturali) , e che invece ci aveva costruito una pista da ballo in cemento, un palco e altre cose; un altro era il Comune di Ossona, che aveva affittato Villa Bosi e  l’aveva in custodia, e non aveva effettuato il controllo dovuto; il terzo era l’ospedale Maggiore come proprietario del bene protetto.

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L’ospedale Maggiore ha dato tutte le colpe sul suo affittuario, cioè il comune di Ossona, che aveva la disponibilità della Villa; il Comune, sia la parte amministrativa sia quella politica, ha dato tutte le responsabilità sulla Proloco, emettendo quella ordinanza nel 2010. E la proloco Morus Nigra è rimasta con il cerino in mano. L’ordinanza è stata poi lasciata lì, con l’idea (strana) che nessuno l’avrebbe fatta valere se nessuno ne parlava. Nel caso in cui Ministero, Intendenza, o Procura (c’è anche una denuncia e delle indagini che si sono perse nelle stanze dei meandri di corridoio del tribunale di Milano) o chiunque altro avesse dato un’occhiata o chiesto lumi, c’è da scommettere che sarebbe stata fatta valere. La Proloco, intanto, ha avuto 6 anni rimediare e mettersi in regola per quando la giustizia, nella sua lentezza, sarebbe arrivata a chiedere il conto. Se la documentazione relativa alla sistemazione amministrativa della vicenda esiste, come mai non è stata consegnata ai consiglieri comunali che l’hanno chiesta? E’ una domanda che ci si fa da qualche mese.

In uno degli ultimi consigli comunali è stato approvato il nuovo contratto di affitto tra il Comune e l’ospedale Maggiore, con oggetto Villa Bosi. Bisognerà quindi, nei prossimi mesi, scegliere l’associazione o l’ente con cui il Comune dovrà convenzionarsi per affidare la gestione della Villa e del parco, in modo che tutto il paese, qualunque gruppo e qualunque partito politico possa utilizzarla, senza esclusioni. E adesso, la proloco Morus Nigra, con il suo cerino in mano, cioè l’ordinanza del Comune che la obbliga a ripristinare gli abusi, potrà concorrere a gestire un bene storico che ha già dimostrato di non saper proteggere e che non ha messo al servizio di tutto il paese? Ci saranno altre associazioni che si candideranno alla gestione della villa e del parco?
Sempre nelle cronache di villa Bosi, che entrano di diritto nella rubrica “Casi Strani di Ossona”, bisognerebbe sapere cosa pensa Gilberto Rossi, del gruppo Cambiamo Ossona, e componente del direttivo nazionale dei Verdi. Insomma, è sempre lì a cercare rifiuti pericolosi sotto la Tav e a protestare per i pm10, o per un albero tagliato e si è lasciato sfuggire, per anni, una spianata di cemento in un parco secolare protetto dal ministero dei beniculturali. Con una risata, visto che Gilberto Rossi continua ad attaccare cronacaossona.com, gli mandiamo un saluto: W gli ambientalisti ciechi.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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