Legalizzazione cannabis in Lombardia. Si farà?
Milano – La proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis terapeutica a domicilio, promossa dai radicali lombardi, è stata ammessa alla discussione del consiglio regionale. Iolanda Nanni, cons. regionale del M 5 stelle, aveva presentato un progetto di legge regionale sull’uso di farmaci alla marijuana nel 2013. In Lombardia già possibili le terapie in ospedale.
Non comincino a gioire i ragazzini e consumatori attempati che pensano alla canna libera. Non si tratta nè una legalizzazione della cannabis, nè di progetti di legge sulla liberalizzazione della droghe leggere. La legge di iniziativa popolare tratta della cannabis, o marijuana, terapeutica, destinata ai malati di cancro sottoposti a chemioterapia o nella fase terminale della malattie.
Attualmente la cannibis, in Lombardia, è utilizzabile solo in ambiente ospedaliero, ed è già a carico del sistema sanitario, dallo scorso gennaio. Per sostenere la loro legge di iniziativa popolare per permettere le terapie a base di farmaci alla cannabis a domicilio, il partito radicale lombardo ha raccolto 6.032 firme.
Una proposta già contemplata nel progetto di legge presentato dal M5stelle nel 2013 che prevedeva comunque una centrale di acquisto unica e la distribuzione sempre sotto stretto controllo medico.
Iolanda Nanni ha oggi rilasciato un comunicato stampa, in cui chiede a Regione Lombardia di fare da apripista, nel consentire l’uso gratuito e senza restrizioni della cannabis terapeutica a domicilio.
“Prendiamo atto con soddisfazione che la proposta di legge regionale d’iniziativa popolare sulla cannabis terapeutica a domicilio sarà discussa dal Consiglio regionale. Invieremo una lettera al presidente della Commissione Sanità per chiedere che la proposta sia abbinata al nostro progetto di legge già depositato nel 2013 sulle modalità di erogazione e somministrazione di farmaci e preparazioni a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche. Ci auguriamo che si raggiunga rapidamente una sintesi anche perché il Consiglio regionale si è già espresso favorevolmente, ad agosto, su un nostro ordine del giorno che invitava la Giunta Maroni a riconoscere l’uso dei farmaci a base di cannabis a fini terapeutici e ad avviare una sperimentazione per il trattamento di malattie come Sla e sclerosi multipla.” ha detto il consigliere Nanni.
La letteratura medica è chiarissima: i cannabinoidi hanno un elevatissimo potere antidolorifico e riducono gli effetti collaterali della chemioterapia. E’ assurdo che il Ministero della Salute sia così tiepido su questi medicinali. Ci auguriamo che la Lombardia faccia da apripista.”
Iolanda Nanni è stata, nel 2013, la prima firmataria del PDL 122 “Modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche.
Il consiglio di presidenza del consiglio di regione Lombardia ha dichiarato ammissibile la discussione del progetto di legge, ma si dubita che sia approvata, e non abbinata e sintetizzata con il progetto di legge 122/13 dei M5stelle.
Alla cannabis a domicilio c’è già stato infatti un rifiuto preciso da parte della giunta Maroni, proprio al momento della approvazione dell’ordine del giorno che ha permesso l’utilizzo ospedaliero della cannabis terapeutica in Lombardia.
A dirla tutta, le intenzioni del partito radicale non sembrano del tutto indirizzate alla distribuzione della cannabis terapeutica. I radicali hanno infatti diffuso due video: uno all’inizio della campagna di raccolta delle firme della Lombardia e una alla fine pubblicato da repubblica. In ambedue i casi si è iniziato a parlare di cannabis terapeutica da somministrare ai malati e si è finito a parlare di coltivazione e di canna libera. Nel secondo video, qui linkato e diffuso da Repubblica, si parla di coltivazioni e di togliere il mercato alla mafia (invece di combattere la mafia).
La legge presentata dal movimento 5 stelle, invece, riguarda esclusivamente le modalità di cura a domicilio.
Date le premesse sarà forse più facile che sia nuovamente preso in considerazione il PdL regionale 122/2013 presentato dal M5Stelle, piuttosto che la legge di iniziativa popolare presentata dai radicali, anche se la presentazione della legge di iniziativa popolare in lombardia non può che fare piacere, per l’utilizzo dell’istituto democratico. Quindi, con la discussione della proposta di legge non si avrà la legalizzazione della cannabis, ma sicuramente ci sarà la celebrazione della partecipazione del popolo alla democrazia.
Questo lo riconosce anche la segretaria nazionale (italiana) del partito dei Radicali, Rita Bernardini, durante la presentazione dicendo che a Roma le leggi di iniziativa popolare rimangono nei cassetti e non sono mai discusse, e si sente piacevolmente sorpresa dal “modo lombardo”.
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.