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Magenta – Luca del Gobbo, ex sindaco di Magenta, è stato nominato recentemente assessore all’innovazione in Regione Lombardia. Ha commentato la giornata del Family day cui ha partecipato insieme agli altri componenti della giunta Lombarda. L’occasione è lo scontro (di idee) su Facebook con un altro ex sindaco di Magenta. Giuliana Labria, di sinistra, è a favore della legge Cirinnà.
Luca del Gobbo è da qualche settimana assessore regionale all’Università, Ricerca e Open Innovation. Ha fatto parte della delegazione che ha accompagnato il gonfalone Lombardo al Family Day, lo scorso 30 gennaio.
“La finalità di questo evento è perfettamente in linea con l’azione di governo della Regione Lombardia volta al sostegno della famiglia naturale che è nostro dovere promuovere senza alcuna esitazione “.
Sembra che queste parole siano state scritte anche in risposta ad una polemica nata su Facebook, con un altro ex sindaco di Magenta, Giuliana Labria, di sinistra. La Labria, sul suo profilo, si era espressa contro il Family day. Lo ha accusato di essere una manifestazione contro una parte della popolazione.
Infatti Giuliana Labria ha scritto.”In una democrazia sana le manifestazioni di piazza si fanno o per chiedere cose che facciano stare meglio, o per protestare contro cose che fanno stare peggio. Non s’ e’ mai visto andare in piazza per chiedere di fare star peggio qualcun altro. La richiesta di più diritti per tutti fa avanzare il Paese, la negazione di diritti per qualcuno lo fa regredire. Il Family Day ha come scopo non il miglioramento dei diritti delle famiglie, ma impedire il riconoscimento di diritti ad alcuni nostri concittadini italiani. Il Family Day e’ contro l’art. 3 della Costituzione. Il Family Day fa regredire il Paese. Fine.” A questa presa di posizione, ha risposto Luca del Gobbo, mentre era ancora sul treno, per raggiungere Roma, ricordando che già la Costituzione difende la famiglia nata con il matrimonio.
A quel punto Giuliana Labria ha dovuto correggere il tiro. Ha spostato l’accento dal Family Day alle posizioni governative e trasversali dei politici cattolici, che sono contro la legge Cirinnà. ” Non fa una grinza, Luca, infatti la legge Cirinnà non parla di matrimonio (proprio perchè in tal caso sarebbe incostituzionale) e non rinvia alle norme del diritto di famiglia. Non esiste, pertanto, un’ equiparazione giuridica, ma il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali. Permettimi di sottolineare che lo spirito con cui molti (non tu) vanno al Family Day, è semplicemente negazionista. Mi sarebbe piaciuto vedere una piazza che avesse chiesto accesso più agevole ai servizi, agli asili nido, assegni familiari più’ sostanziosi, fisco più’ equo, maggiore protezione per le lavoratrici madre, ecc.”
Domani, intanto, la legge Cirinnà arriva in parlamento per la prima approvazione. Sarà molto interessante, leggere i commenti e vedere i voti dei politici cattolici, di destra e di sinistra che siano. Tutti i governi di sinistra che l’Italia ha avuto negli ultimi anni sono caduti sugli scogli delle leggi che dividono la visuale dei politici democristiani di sinistra da quelli che arrivano dall’esperienza dell’ex Pci. Oggi potremmo vedere se Renzi riuscirà a far superare alla sua barca questa barriera. Oppure se, per fare un inchino agli ex Pci, si dimostrerà un emulo di Schettino.
Articolo aggiornato il 15/01/2017 22:10