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Casorezzo – Uno dei falò di sant’Antonio di Casorezzo sarà nel prato di fronte alla cava che si teme possa essere trasformato in discarica, sulla via per Busto Garolfo, e sarà preceduto da un corteo che partirà da piazza San Giorgio alle ore 18. Poi, sul prato, salamelle e vin brulè per tutti.
Il falò ufficiale di Casorezzo sarà preceduto da un corteo che, partendo da piazza San Gorgio si allungherà fino alla via per Busto Garolfo procedendo lungo la pista ciclabile. I partecipanti sono stati invitati a portare con sé per illuminare il cammino, delle torce a batteria. Sul posto, alla casetta del presidio antidiscaica è stato allestito il falò, con tutti crismi e controlli, e saranno servite salamelle, regine della festa di Sant’Antonio, che non per niente vien sempre raffigurato con attorno dei porcellini e indicato , in tutte le lingue lombarde come Sant’Antoni di purscell, sant’Antoni ad gugin, di lugin e in tutti gli altri modi in cui è chiamato il maiale, animale totem delle popolazioni lombarde. Il vino, altro cibo particolarmente importante per celebrare la festa scorrerà a fiumi, sia nella forma normale sia in quella del vin brulè, caldo e profumato con frutta e spezie aromatiche. Sul sito del comune di Casorezzo non c’è nessun tipo di ordinanza in merito al falò. Vale queindi la legge di salvaguardia dei falò rituali emanata dalla regione Lombardia.
Non tutti sono però d’accordo con il falò di Sant’Antonio di Casorezzo e il comitato antidiscarica è stato criticato da chi, dando pochissima importanza alla storia e alle tradizioni millenarie, oltre che alla profonda spiritualità lombarda, che si esprime anche attraverso questi riti di passaggio, ha scritto su facebook le sue rimostranze. “Si sta facendo di tutto per non far costruire una discarica a poche centinaia di metri dai centri urbani, che inquinerebbe la falda acquifera, e non solo, e poi facciamo il falò, che continua a bruciare per diversi giorni e che rende l’aria irrespirabile, inquinando ulteriormente l’atmosfera. Non è un tantino incoerente?” la riposta del Comitato è stata però molto civile e coerente. “mi spiace quanto scrivi perché la pigna è stata preparata con la dovuta cura e verificando attentamente quanto è stato apportato ed in presenza di funzionari della protezione civile … escludo assolutamente che vi fosse materiale plastico o altro” e poi ha continuato: “ogni contributo è apprezzato anche se probabilmente la vediamo in modo diverso. Il falò sarebbe stato fatto come da tradizione comunque altrove a Casorezzo . Lo usiamo come pretesto per ricordare la questione … Mi sembra alla fine un ottimo compromesso!”
Articolo aggiornato il 17/01/2016 17:33