Movimento 5 stelle Lombardia. Passa la mozione schiscetta
Grazie al Movimento 5 stelle e all’amministrazione Maroni in Lombardia cade un tabù e il cibo preparato a casa dalla mamma torna ad essere educativo quanto quello preparato dalle mense scolastiche. Passa la mozione “schiscetta”, presentata dal Movimento 5 stelle e accolta dalla maggioranza in Consiglio regionale. Le famiglie degli scolari potranno scegliere se avvalersi del pasto preparato dalla mensa, pagandolo, oppure se dare ai bambini una “schiscetta” con il pasto preparato a casa.
L’occasione è stata l’arrivo in consiglio regionale della mozione del Pd che attaccava amministrazione di Corsico sulle mense scolastiche. Se ne parla negli articoli Mense scolastiche. A Corsico bocciato il Pd e Ambrosoli e il PD contro Corsico. Risponde Fabrizio Cecchetti e soprattutto Filippo Errante a Rpl (Video). Basta mensa per i morosi .
Nella stessa seduta del consiglio regionale è arrivata anche la discussione della mozione del M5S della Lombardia con prima firmataria La consigliera regionale Paola Macchi. La mozione invita la Giunta regionale a sollecitare gli organi Istituzionali competenti a permettere alle famiglie degli studenti lombardi di scegliere se usufruire del servizio mensa oppure se portare il pasto da casa, dando linee guida per la corretta alimentazione e facendone quindi un momento di reale educazione alimentare anche per le famiglie. La maggioranza del Consiglio regionale ha approvato la mozione, facendo cadere così un tabù. Quello che considera la mensa scolastica come tempo educativo, indicando di fatto come diseducativo il pasto consumato e preparato in famiglia. La questione è più complicata di ciò che può sembra a prima vista.
La mensa scolastica non è più obbligo scolastico
Tra una riforma e l’altra, la mensa scolastica non è più obbligatoria da qualche anno nemmeno per chi sceglie il tempo pieno per la scuola dei propri figli, ma la pressione di insegnanti e consigli di istituto sui genitori è sempre molto forte, e cerca di indirizzarli verso la scelta del tempo pieno e della frequentazione della mensa scolastica per motivi sindacali. Difatti, giustamente in questo caso, il tempo mensa è considerato, solo per gli insegnanti, come tempo scuola, educativo, e quindi permette loro completare il monte ore che devono effettuare a scuola. Di mezzo, però, ci sono i bambini e le famiglie. Chi resiste e chiede di portare a casa i bambini nel momento del pasto o di dargli il pasto da portare a scuola, è disincentivato in ogni modo, sia con ricatti psicologici sia con prospettando visioni drammatiche dell’educazione dei bambini. Nello stesso modo si disincentiva la richiesta di scegliere tempi scuola più corti rispetto al tempo pieno.
Questione economica per le famiglie
Il Movimento 5 stelle ne fa anche una questione economica per le famiglie e per i Comuni che anticipano il pagamento della fattura della mensa scolastica ma hanno spesso delle difficoltà a recuperare dalle famiglie il corrispondente di quella che dovrebbe essere, per loro bilancio, una partita di giro: tanto esce, infatti, tanto dovrebbe entrare. “Il problema è sistemico. Molti Comuni lombardi, non solo Corsico, hanno accumulato debiti per i mancati pagamenti per il servizio della mensa scolastica a causa dei costi delle mense in Lombardia insostenibili per molte famiglie ; talvolta arrivano a superare anche i 7 euro a pasto e le quote delle fasce Isee relative cambiano da comune a comune.”
“Ambrosoli ha proposto alla regione di sostenere il Comune nella riscossione delle quote; una pezza ad un grave problema, di cui si discute da anni, che va affrontato a monte. Al momento è necessario garantire che i bambini possano pranzare a scuola, che non esistano discriminazioni tra chi usa la mensa e chi non può permettersela ma che sia permesso alle famiglie di scegliere autonomamente quale opzione corrisponda meglio alle sue condizioni economiche ed etiche. L’idea di agire perché gli studenti possano scegliere se portare il pasto da casa o usufruire della mensa oltre che accettabile e concreta risulta di gran lunga più economica. In più nessun bambino rischierebbe più di rimanere a digiuno quando il menù proposto dalla mensa scolastica non è gradito. Nella maggior parte degli altri paesi europei questa è la normalità, vissuta con serenità da famiglie e studenti che si vedono riconosciuto il principio della sovranità alimentare personale. L’approvazione è il primo passo per la realizzazione di scelte alimentari autonome come prevede l’Art. 32 della Costituzione”, scrive Paola Macchi.
Queste motivazioni rilevano molti problemi etici, di libertà di scelta dei cittadini , di benessere dei bambini, e anche organizzativi delle mense scolastiche. Le motivazioni con cui la mozione del Movimento 5 stelle è stata accolta dalla maggioranza in regione Lombardia sono sicuramente diverse da quelle per cui è stata presentata, ma di certo la giunta Maroni, cui spetta per diritto di legiferare sull’organizzazione scolastica, come dice l’articolo V della Costituzione, coglierà la sfida di risolvere, partendo da questa mozione, tutta una serie di problemi che riguardano la gestione dei Comuni e la libertà di scelta dei cittadini. Sarà, inoltre, una grande occasione per sostenere il ruolo di Primo, come principale, educatore che la costituzione italiana e la dichiarazione dei diritti dell’uomo, riconosce ai genitori.
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