Paolo Grimoldi, Matteo Salvini e Roberto Maroni su Parigi

Parigi – La Francia, specialmente Parigi, è sotto l’assedio del terrorismo islamico dell’isis.  Chiuse le frontiere. In Italia il pericolo incombe. Nella notte Alfano twitta di commissioni e oggi Renzi chiede l’incontro con i capigruppo in parlamento. Matteo Salvini e Roberto Maroni, insieme a Paolo Grimoldi della Lega nord, chiedono di intervenire militarmente contro l’isis, con controlli a tappeto delle realtà islamiche in Italia.

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Le vittime di Parigi sono già più di 120 in almeno 8 diversi attentati. Allo stadio, durante la partita amichevole Francia- Germania, sono scoppiate alcune bombe e il presidente Hollande, che assisteva alla gara, è stato immediatamente evacuato. Durante un concerto sono state prese in ostaggio almeno un centinaio di persone, poi sparatorie con armi pesanti da guerra lungo le strade della città. Parigi è in fiamme. In Italia, il ministro Alfano stanotte ha twittato che il livello di allerta è stato alzato e che  per la mattinata era convocato il comitato d’ordine e sicurezza. Ora Renzi ha comunicato che intende vedere, nel pomeriggio, tutti i leader anche quelli di opposizione. Fra questi Matteo Salvini che, alla notizia, ieri sera ha scritto su Facebook: “Una preghiera per i morti innocenti di Parigi. E poi chiusura delle frontiere, controllo a tappeto di tutte le realtà islamiche presenti in Italia, bloccare partenze e sbarchi, attaccare in Siria e in Libia. I tagliagole e i terroristi islamici vanno ELIMINATI con la forza!.” Di ieri notte anche il comunicato stampa del segretario della Lega Lombarda On. Paolo Grimoldi, che ha scritto.

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“Isis aveva già da tempo dichiarato guerra all’Europa, ma l’attacco terrificante di stasera a Parigi dovrebbe aver tolto anche l’ultimo dubbio a quelli che avevano le fette di prosciutto cucite sugli occhi come Renzi, Alfano o Gentiloni. E forse persino alla stessa Boldrini ma non pretendiamo troppo… Ma adesso i nostri brillanti governanti che in questi ultimi anni ci hanno
rimpinzato di centinaia di migliaia di clandestini di religione islamica, favorendo lo spuntare di moschee come funghi e lasciando massima libertà agli imam predicatori d’odio, come pensano di reagire a questo attacco? Con la solita ridicola marcetta della pace come quella ad uso mediatico fatta a gennaio dopo la strage di Charlie Hebdo? O magari si sveglieranno e finalmente si accorgeranno che ci siamo portati in casa migliaia di fanatici, gente che vuole imporre la sua religione antiteca alla nostra con qualunque mezzo, incluso il nostro sangue. Renzi, Alfano e compagnia cantante svegliatevi: qualche giorno fa hanno fatto esplodere un aereo russo, stamattina a Milano accoltellano un cittadino ebraico, stasera ci sono decine di morti a Parigi: vogliamo capire che il nemico è già in casa nostra e si traveste da vostri pseudo amici?”

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Non ultimo lo stringato messaggio di Roberto Maroni, governatore della Lombardia, su twitter: “Il terrorismo islamico ci ha dichiarato guerra. L’Occidente non deve rispondere con minuti di silenzio, ma con il pugno militare ‪#‎Lepanto‬“.

Paura e coraggio si mischiano. Il coraggio è la razionale risposta alla propria paura. Il coraggio implica un’analisi e dele decisioni prese a freddo, con razionalità, dominando l’istinto primordiale della paura. E’ chiaro che stiamo affrontando una guerra e che l’esercito nemico, coloro che vogliono invaderci e sottometterci, sono riusciti ad entrare a casa nostra, utilizzando, come cavallo di troia, proprio l’emigrazione specie quella clandestina. Forse sarebbe meglio dire che il vero cavallo di troia sono stati buonismo e stupidità.  Che avesse ragione Vladimir Putin lo scorso settembre quando chiedeva già un intervento militare, appoggiando Assad, in quanto ultimo baluardo contro il proliferare dell’isis e contro la propaganda del terrorismo islamico?

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Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 14/11/2015 19:33

Leggi i commenti

  • Non posso che concordare con il pregevole articolo.
    Purtroppo, abbiamo riempito l'Europa di fedeli di una religione che ha per precetto per raggiungere il paradiso, l'uccidere qualche non islamico.
    Anche se per fortuna va dato atto che la maggioranza dei fedeli non obbediscono al precetto, è inevitabile che qualche sbiellato cerchi di conquistarsi il paradiso a nostre spese.
    I rimedi non possono che essere: ridurre al minimo i nuovi arrivi di islamici e solo nei casi di gravi motivazioni, favorire i rientri, che potrebbero anche servire per far penetrare nei paesi d'origine concetti della nostra civiltà. Espulsione per tutti gli imam che predicano l'odio e gli immigrati che compiano attività sospette

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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