Importante proroga per la Zucchi e per i suoi dipendenti
Cuggiono – Anche la Zucchi spa è stata coinvolta dalla crisi economica ed è al limite del fallimento. Ieri però il tribuale fallimentare di Busto Arsizio si è riservato la decisione sull’ammissione dell’azienda all’apertura della procedura di concordato preventivo fallimentare. C’è quindi una speranza per i 600 dipendenti di cui 288 lavorano negli stabilimenti di Cuggiono e Rescaldina. Interviene anche Fabrizio Cecchetti, vicepresidente del Consiglio di Regione Lombardia.
Il caso della crisi Zucchi è scoppiato, in tutta la sua drammaticità qualche giorno fa. Il tribunale fallimentare di Busto Arsizio nell’udienza di martedì 26 ottobre, ha deciso di prendere tempo sull’apertura delle procedure del fallimento. Si apre uno spiraglio di speranza per i circa 600 lavoratori. La Zucchi spa ha rilasciato un comunicato stampa, con il quale specifica che si è impegnata a presentare un nuovo piano di ristrutturazione del debito che l’azienda ha nei confronti delle banche.
Unnicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano e Banca Popolare di Bergamo sottoporranno ai loro organi amministrativi il documento, basata sull’entrata nel capitale societario di Astrance Capital SaS, che ha formulato una proposta di investimento. Se i consigli di amministrazione delle banche, ognuna per la propria quota di partecipazione, accetteranno la proposta, a Zucchi potrà continuare ad esistere.
Dei 600 posti di lavoro a rischio, 288 sono nell’altomilanese, negli stabilimenti di Cuggiono e di Rescaldina. Calcolando anche il lavroo dell’indotto creato dalla Zucchi si arriva a 900 lavoratori che rischiano di non prendere più lo stipendio. Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), il vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia, il giorno antecedente all’udienza si era fatto carico di un appello, chiedendo alla Giunta Regionale di adottare “tutte le iniziative utili per salvaguardare i lavoratori della Zucchi soprattutto se l’udienza prevista per domani dovesse avere un esito negativo”.
Oltre all’appello, Cecchetti ha depositato un’interrogazione urgente all’assessore al lavoro in cui si chiede di “sostenere ogni possibile percorso che sia in grado di risanare i debiti e garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e rilanciare la capacità produttiva del gruppo, assicurando la continuità della produzione per non fermare gli impianti”. La formula dell’occupazione deve aver dato fiducia al giudice fallimentare che, vedendo un piano economico e l’interesse di Regione Lombardia, avrà sicuramente pensato che valeva la pena di lasciar percorrere quest’ultima strada.
Il riservarsi la decisione non significa, però, un completo via libera: l’azienda dovrà mobilitarsi immediatamente per approfittare di questa boccata di ossigeno per mettersi alacremente al lavoro e preparare il piano economico di rilancio. Il comunicato stampa di Fabrizio Cecchetti continuava così: “Tutto il territorio auspica che durante l’udienza di domani al tribunale di Busto Arsizio sia scongiurato il fallimento.
Ma, in caso contrario, la Regione dovrà attivarsi con ogni mezzo per salvaguardare i lavoratori ed evitare l’ennesima chiusura di una storica azienda del territorio.” Concedendo una proroga sulla sua decisione, il giudice ha salvato la Zucchi in extremis, ma soprattutto ha dato una possibilità ai lavoratori. (fonte foto: google)
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