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L’amministrazione di Ossona casca sugli Equilibri di Bilancio

Ossona –  L’amministrazione comunale, o meglio il consiglio comunale,  non ha  approvato la delibera con gli equilibri di bilancio del 31 luglio. Se la sono proprio dimenticata. Però la legge è chiarissima: chi non la fa è come se non avesse fatto il bilancio di previsione. Arriva il commissario, la scrive e la propone al consiglio comunale al posto dell’amministrazione e poi avvia le procedure per lo scioglimento del Consiglio. Non ci sono vie di mezzo. Ed è in questo ginepario che è caduta l’amministrazione Venegoni di Ossona.

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equlibri di bilancio, cade ossona?In paese non è ancora ben chiaro cosa è successo perchè, di solito, i sindaci e le amministrazioni cadono per motivi politici, perchè litigano e i consiglieri tolgono l’appoggio alla giunta, per decine di altri motivi, ma nessuno era mai caduto per essersi scordato una delibera, anche se si tratta di una dimenticanza così eclatante che è naturale chiedersi se non sia stata voluta. Sta di fatto che non c’è traccia della delibera degli Equilibri di bilancio che avrebbe dovuto essere approvata in Consiglio Comunale entro il 31 luglio pena, per l’appunto, lo scioglimento del Consiglio Comunale. Ora non si può più rimediare, perchè tutti consiglieri comunali hanno in mano la copia degli ordini del giorno dei consigli comunali, le convocazioni e l’elenco agli allegati del bilancio: fra questi c’è la determinazione delle tariffe dei diritti di segreteria destinati alla segretaria comunale ma non la delibera degli Equilibri di Bilancio. La delibera degli Equilibri di bilancio non è presente nemmeno sotto altri nomi e, soprattutto, nessun consigliere comunale l’ha votata.

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Cos’è la delibera degli Equilibri di Bilancio?

Non si tratta di una cosa da poco. La legge sugli equilibri di bilancio degli enti pubblici è stata approvata negli ultimi mesi del governo Berlusconi ed è entrata a regime nel 2014. Serve a fare in modo che i Comuni non chiedano ai cittadini più soldi (in tasse) di quelli che realmente servono per servizi e opere. Il regolamento di contabilità del Comune deve preveder delle date entro le quali al consiglio comunale è chiesto di approvare dei report, certificati dal revisore, che dimostrino l’aderenza al bilancio di previsione. E, dice il testo unico degli Enti locali, la bibbia legislativa  di Comuni, Provincie e Regioni, ( legge 267/2000, parte II, titolo III, art 193, comma 2) il report deve essere fatto almeno una volta entro il 31 luglio di ogni anno. Questi report sono le delibere degli equilibri di bilancio.  L’art 193 comma 2 dice. ” Con periodicità stabilita dal regolamento di contabilità dell’ente locale, e comunque almeno una volta entro il 31 luglio di ciascun anno, l‘organo consiliare provvede con delibera a dare atto del permanere degli equilibri generali di bilancio o, in caso di accertamento negativo, ad adottare, contestualmente a) le misure necessarie a ripristinare il pareggio qualora i dati della gestione finanziaria facciano prevedere un disavanzo, di gestione o di amministrazione, per squilibrio della gestione di competenza, di cassa ovvero della gestione dei residui; b) i provvedimenti per il ripiano degli eventuali debiti di cui all’art. 194; c) le iniziative necessarie ad adeguare il fondo crediti di dubbia esigibilità accantonato nel risultato di amministrazione in caso di gravi squilibri riguardanti la gestione dei residui. La deliberazione è allegata al rendiconto dell’esercizio relativo”

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Cosa succede se non si fa la delibera degli Equilibri di Bilancio?

La legge è chiarissima: chi non fa la delibera di bilancio va a casa.  Lo dice il comma 4 dello stesso articolo 193, “La mancata adozione, da parte dell’ente, dei provvedimenti di riequilibrio previsti dal presente articolo è equiparata ad ogni effetto alla mancata approvazione del bilancio di previsione di cui all’articolo 141, con applicazione della procedura prevista dal comma 2 del medesimo articolo”,  e il comma 2 dell’art. 141,”2. Nella ipotesi di cui alla lettera c) del comma 1, trascorso il termine entro il quale il bilancio deve essere approvato senza che sia stato predisposto dalla Giunta il relativo schema, l’organo regionale di controllo nomina un commissario affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio. In tal caso e comunque quando il consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla Giunta, l’organo regionale di controllo assegna al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito commissario, all’amministrazione inadempiente. Del provvedimento sostitutivo è data comunicazione al prefetto che inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio.”
Sono passati più di tre mesi da 31 luglio, non 20 giorni. Vuoi anche non contare il mese di agosto, in cui gli uffici sono tutti chiusi, e conteggiando qualche ritardo di tipo burocratico, ci si dovrebbe aspettare da un momento all’altro l’arrivo del commissario prefettizio che proporrà al consiglio comunale la delibera di equilibrio di bilancio con le debite variazioni, e poi inizierà le procedure per lo scioglimento del consiglio comunale.

Sergio Garavaglia si è accorto della situazione

Il consigliere comunale di opposizione Sergio Garavaglia si è accorto che a settembre non era stato fatto solito consiglio comunale con all’ordine del giorno quello che prima del 2014 si chiamava Ricognizione dello stato del bilancio. In genere, prima di arrivare al bilancio rendiconto si facevano due momenti di ricognizione di tutti i capitoli di spesa e si controllava quale era il livello delle tasse realmente entrate. Era il momento in cui si facevano i conti con la realtà. Da quello che ci ha detto, ha fatto un controllo sul testo del Tuel, ed è stato in quel momento che ha realizzato pienamente il rischio cui si era esposta l’amministrazione. Si è così attivato e tramite un’ interrogazione in cui si riportano i testi della legge, ha domandato se per caso il consiglio comunale fosse nella situazione prospettata. La risposta dell’amministrazione non è ancora arrivata.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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