Politica

Attacchi della Giustizia? La risposta è Liberiamoci e Ripartiamo

Giustizia  – Tre indizi fanno una prova, si dice, e i tre indizi di una guerra contro il popolo ci sono tutti. In ballo ci sono i due referendum, la tenuta del governo italiano, la forza e il successo di Matteo Salvini, la sua indiscutibile capacità di offrire una via d’uscita a tutti gli italiani, senza rinnegare l’indipendentismo della Lega Nord, ha messo in seria difficoltà il governo Renzi. I tre indizi che c’è una guerra sono i tre attacchi perpetrati da una certa parte della “giustizia”, mentre infuria la polemica fra governo e magistratura sugli arresti per corruzione degli uomini di sinistra nelle istituzioni. Intanto, la Lega Nord e Salvini si preparano all’8 di novembre, ad una Bologna aperta a tutti, in cui far nascere dal basso l’alternativa al governo Renzi.

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Nel giro di 15 giorni l’assessore all’economia e programmazione economica Massimo Garavaglia è stato tirato dentro per i capelli in una indagine, il tribunale di Brescia ha fatto ricorso contro la sentenza del tribunale di  Cassazione per processare nuovamente gli indipendentisti veneti arrestati e indagati ai primi di aprile del 2o14 ( 50 persone) con l’accusa di terrorismo, e hanno nuovamente riaperto il processo, che oramai è diventato maggiorenne (i fatti risalgono a 18 anni fa) contro le Camicie Verdi, il servizio d’ordine delle manifestazioni della lega nord, ora accusato di banda armata e organizzazione paramilitare. Tre indizi fanno una prova, come dicevo. La strategia messa in atto è piuttosto chiara. C’è qualcuno che sta tirando le fila di un sistema, quello della Giustizia, in cui i componenti sembrano rispondere a ragionamenti politici che non sono nè indipendenti nè super partes. Siamo in grado di veder la strategia, di vederne gli effetti, ma ancora non si riesce a dare un volto a chi riesce a muovere gli orologi così bene.

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Renzi sta litigando anche lui con la magistratura dell’Associazione Nazionale Magistrati. Due giorni fa si parlava di attacco della magistratura al governo e ieri di attacco del governo alla magistratura, in relazione alle vicende di corruzione che sono emerse a carico degli uomini del PD, della vicenda Marino e mafia capitale. Oggi invece si parla di tregue armate fra governo e magistratura. Se fossero ancora vivi, avrei dato per scontato che i manovratori della situazione generale fossero Andreotti o Cossiga. Oggi è difficile identificare chi è in grado di manovrare. Sembra quasi che ci siano fronti diversi, ognuno dei quali ha i suoi leader e i suoi uomini nella magistratura.
Il punto focale, ciò che mi interessa, è la Lega Nord. Per merito di Matteo Salvini, la Lega Nord nei sondaggi è cresciuta al punto che ora è attestata intorno al 15% a livello italiano, che significa che nelle regioni del Nord, dove è meglio radicata, è intorno al 45%. Matteo Salvini è riuscito in una cosa che sembrava impossibile: dare una speranza di liberazione sia economica sia politica a tutti i popoli della penisola, senza rinnegare nemmeno di una virgola l’essenza stessa dell’esistenza della Lega Nord.  Con lui la libertà e l’autodeterminazione dei popoli saranno davvero diritti acquisiti da nord a sud. Mai come in questi momenti si è stati concretamente vicini alla realizzazione dello scopo della Lega Nord. Non ci si poteva aspettare il silenzio, dall’altra parte delle barricate, nemmeno se stanno litigando fra di loro.

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Si può capire facilmente che l’attacco agli indipendentisti Veneti e alle camicie verdi avviene perchè c’è chi spera di togliere a Matteo Salvini la sua valenza di leader di tutti, anche degli italiani. Sperano di fargli rivoltare contro la Lega nord degli indipendentisti o quella nuova degli italiani di Noi per Salvini. Magari di tutti e due. L’attacco a Massimo Garavaglia, uomo chiave della Giunta Maroni, in Lombardia, è strumentale allo stesso obiettivo. Era difficile trovare un modo per tirarlo dentro a dei guai giudiziari, per farlo hanno dovuto far dei salti mortali, ma il tentativo di colpire la Lombardia è chiaro.
Però, l’effetto di queste operazioni non è stato quello che pensavano questi “grandi strateghi”. Maroni non è stato sfiduciato, nella foto in alto c’è l’assessore Massimo Garavaglia, che sabato era in piazza insieme alla sua gente a promuovere a suon di volantini la manifestazione organizzata per l’8 novembre a Bologna. Sereno quanto può essere serena una persona che è stata colpita e sottoposta alla macchina del fango, ma protetto dall’affetto e dalla fiducia dell’intero Movimento, senza nessun tipo di cedimento. I gazebo sono stati organizzati in suo appoggio anche a Magenta, a Vittuone, e in tutto il Ticino e in molti luoghi della Lombardia e ce ne saranno altri anche il prossimo week end per mostrare che non è accettabile che, invece di dare una risposta politica alle istanze della gente, si attacchino i singoli e le loro famiglie. Nel video qui accanto Maramao, la trasmissione di Radio Padania Libera, che conduciamo io e Susanna Alberti e, per l’occasione, Claudio Lorenzi, in cui ha partecipato Erika Pizzo, la mamma ventisettenne che, per aver voluto dire la sua opinione, solo l’opinione, sulla libertà del Veneto, ha subito il carcere. Non  sola: sua mamma, suo papà, sua sorella, l’intera famiglia, è stata accusata di terrorismo ed eversione. Sono da ascoltare le sue lacrime di commozione, mentre pensa al futuro dei suoi bimbi.

Basta con la giustizia a orologeria usata contro la democrazia e contro aspirazioni, ideali e pensieri

Eppoi ci sono le camicie verdi, i veterani di queste battaglie, oramai sessantenni, che si vedono ancora accusare, loro che mai hanno toccato un’arma, di essersi riuniti in bande armate.
Basta! Davvero basta con queste cose! Non ha senso che nel 2015, quando la civiltà e la libertà sono patrimonio comune, ci sia ancora chi utilizza le istituzioni e la comunicazione come se fossero delle armi da usare contro il popolo, se non obbedisce e vota in modo diverso da quello richiesto da chi si sente “padrone del vapore”. Tribunali e stampa non sono un mezzo per effettuare delle vendette private, fra popolo e governanti. Dovrebbero essere i giudici stessi a fermare i loro colleghi che utilizzano la giustizia per modificare il consenso popolare e limitare la democrazia. E, dopo aver lanciato davvero un grido di indignazione profonda per quello che è successo, mi preparo, come tanti ad andare a fare la mia parte a Bologna. Ci vado perchè sono stufa, davvero stufa. Non posso far altro che invitarvi a fare altrettanto. L’elenco dei pullman già organizzati lo trovate sul sito internet www.liberiamoci.com.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 12/03/2016 02:25

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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