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Magenta – L’uscita di Rifondazione comunista dalla maggioranza, con l’abbandono dell’assessore Garegnani e il passaggio all’opposizione del capogruppo Vulcano hanno creato più di un imbarazzo all’amministrazione Invernizzi, nonostante non ci sia ancora crisi di numeri. Il segretario cittadino del Pd, Fabio Longo, manda giù il rospo, esprime rammarico e sembra un pochino attapirato, costretto a chiedere collaborazione esterna a Rifondazione comunista.
Fabio Longo parla poi di punto spinoso. Il voto sulla tangenziale Vigevano- Malpensa ha messo a nudo le contraddizioni interne della lista che si era presentata alle elezioni “per non far vincere la destra”, come ha sottolineato il comunicato stampa della lega nord. La posizione, da sempre contraria alle grandi opere, di Rifondazione si è scontrata con il desiderio dei cittadini di Magenta di liberarsi del traffico e con i voleri della città metropolitana, di cui è sindaco il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che appartiene a SEL e quindi all’ estrema sinistra, e che ha approvato il tracciato della tangenziale Vigevano – Malpensa. Il nuovo tratto di strada, infatti, chiude il cerchio di una nuova tangenziale esterna a Milano.
Insomma, il PD ha accettato, obtorto collo, Pisapia come sindaco di Milano, e ora Rifondazione Comunista se ne va dalla maggioranza di Magenta per una decisione imposta proprio da Pisapia ed etichetta chi rimane in maggioranza come centrista? Chiaro che il PD ha un diavolo per capello e Fabio Longo lo dice senza mezzi termini, anche se in politichese. “Senza dubbio si tratta di una vicenda spinosa e controversa che vede il mescolarsi di sensibilità differenti. Oggi su questo tema si gioca una partita complessa che coinvolge tutti i livelli istituzionali. Questa è la grande occasione per il nostro territorio di risolvere criticità viabilistiche gravissime che si protraggono da decenni e non può essere perduta. Certamente il sentiero è stretto ed ogni mossa è delicata. Ma la soluzione ottimale, per noi, è stata indicata, ed è quella della città metropolitana: una proposta di tracciato che risolve i nodi del traffico locale, minimizza gli impatti sul territorio e ha ottenuto i pareri favorevoli anche del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud, nonché della stragrande maggioranza dei comuni interessati. Il PD sostiene con convinzione gli sforzi del sindaco nel percorrere questa strada, sfruttando la sponda di governo e città metropolitana.” Poi continua, aumentando la sensazione che nel Pd siano davvero furiosi con Rifondazione.
“Proprio per questo riteniamo un errore che in pochi giorni si sia arrivati a una scelta così drastica, senza un tentativo di mediazione, mettendo a repentaglio un lavoro comune che fino ad oggi ha saputo assicurare a Magenta un governo serio e responsabile. Oggi più che mai chi è stato chiamato a governare non può sottrarsi al dovere di decidere, anche quando le scelte da prendere per dare risposte ai bisogni dei cittadini sono difficili: un’assunzione di responsabilità cui il Partito Democratico rivendica di non essere mai venuto meno”.
Chi ha un po’ di memoria politica ricorderà le risposte dei componenti della Margherita ( il centro sinistra cattolico di Prodi) quando gli si domandava come facevano ad andare d’accordo con il PCI e con Rifondazione Comunista, che hanno idee diametralmente opposte alle loro, e come facevano a votare, a Milano, un sindaco di Sel. La risposta era identica. Dicevano: “perchè noi siamo responsabili”. Un modo politichese per dire che mandavano giù un rospo grande come una casa per disciplina di partito. Il caso di Magenta mostra i risultati di quel rospo: il PD lo ha mandato giù e Rifondazione Comunista glielo ha fatto tirar su.
Purtroppo per loro, però, senza i voti di Rifondazione è dura ripresentarsi alle elezioni del 2017 e quindi, come auspicava il vicesindaco Razzano, il pd deve mandar giù un altro rospo e chiedere collaborazione esterna a Vulcano almeno sui temi comuni.
“D’altra parte le dichiarazioni rilasciate in questi giorni dai vertici di Rifondazione ci lasciano ben sperare circa il proposito di proseguire un rapporto di collaborazione sui singoli temi, nell’interesse della città di Magenta. Un segnale positivo che siamo felici di cogliere, puntando a una convergenza sulle scelte importanti che ancora ci attendono.”.
Certe volte, nei nostri Comuni, chi fa politica tende a parlare per parlare, senza far caso alle parole che usa, ma questo non è mai stato il caso di Magenta, e ciò che ha scritto il segretario del PD fa alzare le orecchie. Va bene che devono cercare di ricompattare la maggioranza, che risulta ormai sfilacciata e bisognosa di rammendi, ma il voto di Vulcano in consiglio comunale non è determinate per la tenuta dell’amministrazione. Cosa deve arrivare in Consiglio comunale cui altri componenti della maggioranza diranno di no? Quale altro nodo sta per arrivare al pettine per cui è necessario l’appoggio di Vulcano in consiglio comunale? Lo sanno, attualmente, la giunta di Magenta e, probabilmente, chi sta aspettando l’amministrazione Invernizzi al varco delle sue cuciture, toppe, rammendi e ricuciture. Noi, invece, aspettiamo curiosi di vedere come finisce questo fine lavoro di sartoria.
Articolo aggiornato il 23/06/2019 15:09