Sulla Catalogna, le dicharazioni del vicepresidente del senato italiano

Roma –  Anche il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, della Lega Nord, ha commentato il risultato delle elezioni della Catalogna e lo ha fatto in tono polemico con il governo italiano. Roberto Calderoli pensa anche alla riforma del senato, approvato con l’articolo V e che trasforma la seconda camera legislativa, in un parlamento delle regioni, in cui cittadini avrebbero dovuto eleggere dei consiglieri regionali che si sarebbero occupati di rappresentare la propria regione al Senato. Il vicepresidente mette a confronto la democrazia catalana con quella dello stato italiano al terzo governo non eletto.

Roberto Calderoli ha così commentato la vittoria degli indipendentisti in Catalogna: “Mentre in Italia si cerca con il solito “mercato delle vacche” di tenere artificialmente in vita il terzo governo non eletto da nessuno pur di impedirci di andare a votare, in Spagna si sono tenute delle elezioni regionali che hanno assunto la valenza di un referendum sull’indipendenza della Catalogna. Si può parlare di democrazia solo se al popolo viene consentito di potersi esprimere, e l’altissima affluenza alle urne da parte dei catalani dimostra che quando gli elettori sanno che il voto conta davvero per poter cambiare il futuro, la partecipazione viene incentivata. Nel felicitarmi quindi per il risultato, che conferma la forza di quel vento di libertà che soffia forte in diverse parti d’Europa, non posso che soffermarmi a pensare alla nostra situazione, con un esecutivo che vuole ridurre al minimo la possibilità per i cittadini di scegliersi i propri rappresentanti, oltre ad accentrare tutto il potere nei palazzi romani attraverso la cancellazione degli enti locali… quanta differenza!”

Roberto Calderoli, che ha una lunga esperienza parlamentare e di lotte politiche portate avanti con grande determinazione, è salito alla ribalta negli ultimi giorni per aver bloccato il ddl Boschi sulla riforma del Senato, in cui la sinistra aveva la maggiorana parlamentare, presentando 85 milioni di emendamenti.