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Dolce come il miele. Apicoltura a Ossona

Ossona – In paese esistono delle realtà artigianali di cui siamo particolarmente orgogliosi e una di queste è l’apicoltura di Massimo Mereghetti, con i suoi prodotti, seguiti dall’inizio della loro filiera fino alla confezione e alla vendita che avviene anche al mercato di Ossona, ogni venerdì.

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A Ossona le cose capitano così. Si esce per andare a prendere il pane la mattina, passi dalla piazza e dal mercato e ti fermi a far quattro chiacchere con l’uno e con l’altro. L’ultimo banco in fondo, di fronte al bar del Pinilon, cioè il bar Colombo (quello della Casseoula deliziosa), è quello del miele. E’ un banco particolare perchè non contiene niente di industriale, non puoi scegliere fra marche diverse; puoi scegliere fra fiori diversi, ma solo quelli di stagione. Se cerchi il miele di castagno in primavera, Massimo ti dice, che “mi dispiace non c’è, bisogna aspettare che fioriscano i castagni, per avere il miele di castagno”. Però c’è il Millefiori, quello delle api un po’ confusionarie, che si posano qua e là; c’è quello di acacia, che si trova spesso. E se non c’è il miele ci sono le caramelle, i bagnoschiuma, le saponette, gli shampi per i capelli, e il preparato alcolico di propoli, che è la miglior cura naturale contro la tosse e contro tante altre malattie. Insomma ogni volta che si compra qualcosa da Massimo Mereghetti si ha la sensazione di acquistare qualcosa di unico, raro e irripetibile.

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Torniamo alla mia passeggiata. Mi sono fermata a chiacchierare con Massimo e alla fine mi sono messa a fare così tante domande che, dopo essere andata e tornata dal panettiere, mi è venuto in mente che una intervista sul suo lavoro sarebbe stata interessante per cronacaossona. “Certo, però settimana prossima però vado al mare” mi ha risposto. “E allora? Che problema c’è? L’intervista te l’ ho già fatta. Facciamo la foto e ho tutto”. In questo modo la mia passeggiata mattutina è diventata una occasione di lavoro.

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Ma l’apicoltura sente la crisi nella produzione del miele?

No, non c’è crisi. Il problema è che manca il miele. Le api muoiono, i contadini mettono il diserbo, le stagioni sono quello che sono da qualche anno e la produzione di miele è diminuita parecchio. Anche la grande industria soffre di questo problema, ogni tanto vendo a loro, quando ne vale la pena. Ma per produrre per le grandi aziende vuol dire anche dover adeguare gli impianti a dimensioni più grandi e non voglio.

Ma com’è il tuo lavoro? Passi molte ore seduto a guardare le api che lavorano?

Non sono mai seduto. C’è sempre da fare dietro alle api. Da pulirle , sfoltirle, raccogliere le regine, sceglierle. Certe volte si resta in mezzo ai campi, con le api, tutto il giorno e le uniche cose che senti sono le il ronzio delle api e gli uccellini. E’ bellissimo, ma dopo un po’… l’è semper quel.

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Le porti ancora in montagna?

Certo, le porto nei boschi, nei frutteti per impollinare. Per fare certi tipi di miele ci vogliono alberi speciali. Se lavorassi per la grande industria dovrei prendere un camion grande, invece così, posso ancora cavarmela con quello che ho.

Per Massimo, piccolo e artigianale è bello. “Mi piace moltissimo seguire il prodotto dall’inizio alla fine. Nell’industria è un cosa che non si può fare. Invece, lavorando così, artigianalmente,  si. Non ci sono problemi, si vende bene, senza fatica. Potrei anche non venire al mercato di Ossona, ma mi piace farlo”.

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Centro revisioni a Tradate

Prima di andare a casa mi compro un pacchetto di caramelle al miele e propoli. Ce ne sono di chiare e di scure, gommose, ma si sciolgono in bocca. L’amarognolo del propoli si sente appena appena. Inutile anche dirlo: il pacchetto di caramelle al miele e propoli, che è comunque bello grosso, è finito prima che avessi percorso tutti i duecento metri che separano casa mia da Piazza Litta. Mattina di lavoro, si, ma appagante.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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