Gotham, seconda stagione: anche un pippistrello senza ali può volare
Il 21 settembre negli Usa parte la seconda stagione. La serie “Gotham” è l’ultima incarnazione cinematografica del supereroe Batman; la peculiarità è che il protagonista dei fumetti Dc non compare direttamente ma la sua figura resta sullo sfondo: molti personaggi sono quelli delle storie di carta, l’ambientazione è la medesima (la città di Gotham, come recita il titolo stesso) e soprattutto buona parte della trama ruota intorno all’omicidio dei coniugi Wayne, anche in questo caso avvenuto sotto gli occhi del piccolo figlio Bruce; fu il delitto che ispirò la nascita del personaggio.
Nascita di un eroe
Uscendo da uno spettacolo serale, la ricca e benestante famiglia Wayne commette l’errore di imboccare un vicolo buio e incorre in una rapina che finisce in tragedia: padre e moglie vengono uccisi sotto lo sguardo impotente del piccolo figlio, il quale decide così di onorare la memoria dei genitori portando ordine e giustizia tra le strade della città malfamata; ricco di famiglia e quindi senza necessità di dover lavorare, dopo lungo e faticoso allenamento il piccolo Bruce, cresciuto, diventa Batman, l’Uomo Pipistrello, raffigurazione scelta per incutere paura nel nemico.
A seconda del periodo e degli autori, il fumetto passa da atmosfere infantili a scenari cruenti e strazianti come, nel 1990, la morte della giovane spalla Robin; denominatore comune è l’aspettivo investigativo e il carattere forte delle storie.
Tra fumetti e TV
Batman è stato creato nel 1939 da Bob Kane per la Dc Comics e arrivò in Italia nel 1945 grazie alla Edizioni Milano; in seguito i diritti del personaggio passarono (con un periodo di sostanziale vuoto, a metà anni ’80) alla Mondadori, alla Glenat (divisione Rizzoli), alla Play Press, quindi ancora alla Mondadori e attualmente viene pubblicato dalla Lion, che propone mensilmente diverse collane e albi speciali con storie nuove e vecchie; i successi editoriali si alternano con buchi nell’acqua.
Di vasto respiro la produzione cinematografica del personaggio e, in parallelo, il merchandising. Negli anni sono state prodotte moltissime serie televisive e cartoni animati su Batman: chi è sopra i 40 anni avrà visto almeno una volta il telefilm “Batman & Robin”, dove un Adam West con la pancera (doveva essere la “bat-cintura”…) impersonava l’Uomo Pipistrello insieme a un giovane Burt Wart, cioè Robin in costume da bagno; negli anni ’90 arrivò la grande intuizione cinematografica di Tim Burton che, grazie a un Micheal Keaton e Jack Nicholson (nei panni di Joker) in splendida forma, si aggiudicò un premio Oscar mentre furono decisamente meno fortunati i sequel. Infine, negli anni 2000, la trilogia di Christian Bale è sostanzialmente l’ennesima riproposizione delle origini dell’eroe, con poche novità.
Di notevole entità e successo di pubblico le serie animate, a partire da “The Animated Series” del 1990 fino a varie altre interpretazioni, la più recente delle quali è “The Brave and the Bold” dove l’Uomo Pipistrello fa coppia con eroi sempre diversi; infine, è opportuno citare le numerose comparse in produzioni televisive animate della Lega della Giustizia (Justice League), o più popolamente “Super Amici” nella versione di Hanna & Barbera (1973).
Gotham senza Batman
L’ultima incarnazione televisiva dell’Uomo Pipistrello è la serie “Gotham”, ideata dagli studi Fox e trasmessa anche in Italia, nella scorsa stagione, da Italia Uno e Premium Action. La particolarità è che, nonostante il prodotto ruoti e tragga vantaggio dalla figura di Batman, in realtà l’eroe non compare neppure: ad essere “Batman” è il luogo, lo scenario e molti dei personaggi che fanno da co-protagonisti nel fumetto ma, anche in questi casi, a essere raffigurata è la loro essenza perchè, di fatto, sono interpretazioni totalmente indipendenti rispetto ai disegni cartacei. Pinguino non è un pericoloso criminale ma un ragazzo timido, solitario e pauroso che riesce a farsi strada nella malavita per le sue doti affabulatorie e perchè viene sottovalutato; neppure l’Enigmista è nemico con super poteri ma il suo “spirito” vive, in questa serie, nei panni di consulente investigativo della polizia; va male a Barbara Gordon, che dovrebbe essere figlia del detective di Gotham mentre ora veste i panni di una lesbica che, a causa della sua condizione, viene persino allontanata dalla famiglia (in una delle ultime versioni a cartoon, Batman Begins, era un’anziana poliziotta dalle sembianze di Nonna Papera).
Il protagonista è invece Jim Gordon, efficacemente interpretato da Benjamin McKenzie, emblema dello spirito del giustiziere solitario. Bruce Wayne assente? No, c’è, ma nei panni del bambino che ha assistito all’omicidio dei suoi genitori e tale resterà fino alla fine: con tutta evidenza c’è la volontà di continuare con altre serie.
Gotham: Batman o Frank Miller?
Lo scenario della serie è l’omonima città immaginaria, che nell’universo Dc rappresenta la raffigurazione di New York, vista come città buia, corrotta e nella quale il crimine la fa da padrone, inserendosi come cancro in metastasi anche nelle istituzioni e nel potere politico; in questo quadro si consuma lo scontro tra due famiglie rivali che hanno, guarda caso, cognome italiano: Falcone e Maroni, ciascuno contornato da sottogruppi sanguinari di potere tra cui si distingue uno dei due personaggi femminili: Fish Mooney.
Unendo tutti i puntini e prestando attenzione alle riprese, si evince chiaramente qual è il vero ispiratore della prima serie: non tanto il Batman della Detective Comics quanto piuttosto la celeberrima serie di Daredevil (risposta della Marvel al Batman della Dc) di Frank Miller, pubblicata in America negli anni ’80 e in Italia dalla Star Comics un decennio dopo (nella testata dei Fantastici Quattro). Anche la citata Fish altri non sarebbe che una storpiatura di Fisk, cioè Wilson Fisk alias Kingpin, il re del crimine che Devil metterà in ginocchio al termine del ciclo.
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