Milano città metropolitanaRobecchetto

Il rovinoso incendio nella fabbrica di Robecchetto

Nella notte il suono di numerose sirene ha svegliato tutti sia a Robecchetto con Induno sia nei Comuni dei dintorni. Era circa la 1,30 del 27 giugno quando ben 12 mezzi dei vigili del fuoco, con più di 60 uomini, si sono diretti a Robecchetto con Induno, in via Brescia 11, dove il capannone della DPC stava andando a fuoco. Il primo ad accorgersi del divampare dell’incendio è stato un agente della vigilanza notturna dell’Axitea che stava compiendo il suo giro di controllo del territorio.

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“Mi sono avvicinato per capire il perché suonasse la sirena e immediatamente mi sono accorto delle fiamme, ho lanciato subito l’allarme, ma in un breve lasso di tempo il fuoco è divampato” ha raccontato l’uomo a Francesco Maria Bienati, blogger di Corriere dell’altomilanese. Il capannone era utilizzato per la produzione e lo stoccaggio di prodotti per la cosmetica. Alcuni oli e creme, se stoccati in grane quantità e soggetti ad incendio, possono diventare molto pericolosi, e quindi la DPC, come tutte le altre aziende del comparto cosmetico, è inserita nei piani regionali come azienda ad alto rischio chimico.

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Sul luogo dell’incendio sono quindi immediatamente intervenuti, oltre ai vigili del fuoco e i carabinieri e la ambulanze necessarie, anche gli esperti di Arpa, Asl e il nucleo specializzato Nbcr (Nucleo batteriologico chimico radioattivo). Il compito del Nbcr è quello di controllare che non vi siano ripercussioni di tipo ambientale, e nel caso vi siano dei pericoli, intervenire immediatamente. Molte le ambulanze intervenute: Croce azzurra di Buscate, Inter Sos di Marcallo e il Cvps di Arluno, oltre alle automediche. Fortunatamente non vi sono state vittime nè feriti.

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A quell’ora di notte nel capannone non vi era personale e pare che l’incendio sia stato causato da un miscelatore automatico che si è surriscaldato.
Il capannone della Bdp è andato completamente distrutto, nonostante l’intervento immediato dei soccorsi, e ha intaccato e danneggiato, anche se non in modo grave, anche il capannone confinante, quello della fratelli Ricci, in cui sono preparati prodotti chimici del settore conciario, metallurgico, della detergenza, dell’ausiliaristica per l’agricoltura ed ultimamente nell’industria ceramica e cosmetica. (Fonte: corriere altomilanese)

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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