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Casorezzo, niente discarica di amianto e eternit. Se tutto va bene…

Lunedì 15 giugno a Casorezzo (Mi), nel salone di via Einaudi, si è tenuta una riunione cui hanno partecipano i componenti di tutti i comitati di cittadini che si battono contro la costituzione di una discarica di amianto cemento, cioè eternit, sopra la falda acquifera del parco del Roccolo, i sindaci di Casorezzo, di Ossona, e di Parabiago. Amministratori e cittadini hanno così avuto modo di confrontarsi con l’assessore di Regione Lombardia Claudia Terzi e con l’assessore al bilancio Massimo Garavaglia sullo spinosissimo tema della discarica di amianto. Presente in sala e con la mente già rivolta alla soluzione definitiva del problema dei buchi delle ex cave di ghiaia, anche l’ex assessore regionale Milena Bertani che ha presentato e consegnato ai due assessori una relazione con delle idee su cui poter ragionare.

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L’incontro è stato organizzato dalla Lega Nord, movimento di riferimento dei due assessori, ed è iniziato con una relazione di Claudia Terzi sulle nuove procedure di autosmaltimento dell’eternit che permetteranno ai privati di smaltire le piccole quantità di amianto in modo più semplice di quello utilizzato ora. Nella relazione ha anche parlato del piano rifiuti di regione Lombardia, nella seconda parte del quale c’è la gestione dei rifiuti speciali fra il quali è inserito anche l’amianto. La terza parte del piano rifiuti riguarda invece le bonifiche ed è quello che, attualmente, interessa di più il comune di Casorezzo. Due i criteri adottati nel piano rifiuti per evitare nuovo consumo di suolo: l’aumento delle distanze delle discariche dal tessuto urbano e dalle abitazioni e il limite della grandezza dell’impianto. Tra le varie lotte che si sono condotte a Casorezzo contro la discarica di amianto e eternit adesso e contro l’apporto delle terre contaminate prima, e di cui abbiamo ampiamente parlato su Cronacaossona.com, solo un punto ha permesso di evitare che l’azienda Solter potesse portare a termine il suo progetto ed è proprio il fatto che pochi giorni prima che protocollasse la documentazione era stato approvato il regolamento per cui era aumentata la distanza dalle abitazioni.  Il comune di Busto Garolfo, con l’ex sindaco Pierazzini, aveva esteso il tessuto urbano determinato dal pgt, includendo anche alcune case, ai limiti del paese, e questo ha permesso che non ci fossero i 500 metri minimi richiesti dal confine del comparto della discarica fino alle prime case. Pierluca Oldani, sindaco di Casorezzo, nel suo discorso di saluto, ha rilevato che è stata davvero una fortuna che Solter abbia protocollato il progetto di discarica tre giorni dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento regionale sulle distanze.

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L’incontro è proseguito con Claudia Terzi che ha illustrato  la situazione in regione Lombardia. Secondo le stime effettuate, la regione Lombardia è autosufficiente nello smaltimento di tutti i rifiuti a parte quelli contenenti amianto. Entro il 2016 la regione Lombardia dovrebbe smettere di conferire eternit all’estero e negli ultimi 5 anni è stato eseguito solo il 27% del totale delle bonifiche, che dovrebbero riguardare, in totale, lo smaltimento di 2 milioni di metri cubi di amianto. Si è anche parlato del “censimento amianto” che porterà a fissare i bandi per autosmaltimento. Per inciso, a Ossona il censimento amianto ha avuto alcuni problemi di cui abbiamo parlato negli articoli sul mesotelioma e sulla strage silenziosa, che potrebbe verificarsi fra qualche anno.

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Per tornare al tema dell’incontro, Massimo Garavaglia ha parlato di termovalorizzatori e delle imposizioni del governo italiano, ma ha detto chiaramente che la posizione politica della Regione Lombardia è  contraria al tipo di gestione dei rifiuti che si intendeva effettuare tra Casorezzo e Busto Garolfo, e che nel caso specifico si è riusciti a trasformare il no politico in un no tecnico alla discarica di amianto nelle ex cave della Solter. “Nemmeno un giudice italiano riuscirà a sovvertire il fatto che 500 metri sono 500 metri” ha detto Massimo Garavaglia. Più prudente è stata, invece, l’assessore Terzi che, dopo aver capito, sin dall’intervento di Milena Bertani, che l’incontro non era con una popolazione digiuna di informazioni, ma con gente informatissima che lotta contro le discariche da anni, ha preferito dire che preferisce aspettare la scadenza dei termini di un possibile ricorso da parte della Solter contro l’atto di rifiuto del progetto, prima di cantar vittoria, ma che generalmente i dispositivi emessi da regione Lombardia resistono molto bene nei procedimenti di ricorso al Tar. Insomma, sono dispositivi legalmente inattaccabili. Di questo si era parlato anche a proposito dei 10 giorni aggiuntivi, concessi alla Solter anche se non previsti dalla legge, dopo che la conferenza dei servizi aveva rifiutato il progetto presentato.

Le domande sulla discarica di amianto da parte del pubblico

Fino a che non è iniziato il momento delle domande dal pubblico, le cose sono filate via abbastanza lisce, ma da questo punto in poi, prima di continuare a raccontare, devo fare una precisazione importante. Sono una militante della Lega nord, amo la verità e sono solidale con i miei compagni di partito, e capita che migliori un pochino la realtà quando li descrivo, però non transigo sullo scrivere la verità dei fatti. Quindi quanto scrivo è ciò che è successo al momento in cui sono iniziati gli interventi del pubblico, la mia posizione pro lega nord è palese e tocca a voi valutare quanto io sia stata di parte e quanto abbia  “ritoccato” il giudizio, nel bene e nel male.

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Dopo l’intervento puntale sulla situazione dei ripristini e sulla possibilità di costituire un parco dei parchi integrando fra loro le parti più delicate della zona delle ex cave del parco del Roccolo e di altre zone verdi,  effettuato da Milena Bertani, che ha toccato diversi punti interessanti e di cui avremo modo di scrivere ancora, è intervenuto il segretario della sezione di Ossona, Italo Baietta, che ha detto che la Regione si è attaccata ad un cavillo e ha chiesto cosa si vuol fare del buco.  L’assessore Terzi è sembrata leggermente esasperata mentre faceva notare che le convenzioni per la coltivazione delle cave prevedono già al loro interno la destinazione finale e le prescrizioni per il ripristino dell’area scavata e la rinaturalizzazione.  A difesa di Baietta bisogna, però, dire che non è che lui pensi che la Regione Lombardia abbia utilizzato dei sotterfugi (cavilli) per respingere il progetto di discarica di eternit, ma purtroppo non è dotato della virtù dell’oratoria e spesso, complice l’emozione di essere protagonista di un incontro pubblico, usa termini e parole “a ranza”. Intendeva, probabilmente, sollecitare una disamina dei problemi relativi ai ripristini.

Dopo Baietta, ha preso la parola il cons. comunale ossonese dei verdi sel (e chi più ne ha ne metta) Gilberto Rossi, che ci ha informato che gli hanno rubato la bicicletta. La nota di colore è avvenuta all’interno di un discorso più ampio del quale però non sono riuscita a comprendere nè lo scopo, nè l’inizio nè la fine, nè tantomeno ho trovato qualcosa di interessante da riferire, a parte appunto il fatto che a Gibo han rubato la bicicletta e che questo somiglia all’applicazione della legge di Murphy, nella fattispecie del teorema di don Ferrante che, sul letto di morte per peste, sosteneva che “la peste non esiste”, così come Gibo ha sostenuto, in consiglio comunale, che i furti non esistono e non sono un problema, e che cronacaossona.com fa allarmismo.

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Eleonora Bonecchi, del comitati anti discarica di Casorezzo, ha fatto un intervento molto mirato e basato sulla storia delle lotte dei casorezzesi e ha consegnato a Massimo Garavaglia e a Claudia Terzi una cronistoria precisa, supportata da materiale documentale, mentre un altro componente del comitato antidiscarica ha tirato fuori uno dei punti più pesanti di tutta la vicenda degli ultimi mesi. Infatti, ha detto, in modo chiaro e inequivocabile, che l’amministrazione comunale precedente, condotta da Roberto Gornati, aveva nascosto che la Solter aveva presentato un progetto di discarica di amianto già nel 2013 e che l’ex sindaco Gornati aveva evitato di parlarne con i cittadini e con il comitato antidiscarica. La comunicazione della presentazione del progetto è stata una delle sorprese che ha trovato la nuova amministrazione di Casorezzo.

Roberto Gornati era fra il pubblico, e probabilmente da mesi non aspettava altro che il confronto pubblico per tirare fuori ciò che gli sta sullo stomaco. Tutta Casorezzo sa della storia del documento non pubblicato sul sito del comune e non mostrato ai cittadini e i cattivi rapporti con i comitati antidiscarica sono stati una delle cause del fatto che Roberto Gornati non è stato riconfermato sindaco. ” Non è vero che non ho fatto nulla” ha detto prendendo la parola “Mi sono attivato immediatamente. L’assessore Massimo Garavaglia e l’assessore Claudia Terzi lo sanno benissimo, perchè abbiamo avuto parecchi incontri sulla presentazione di quel progetto.” Ambedue gli assessori hanno confermato che gli incontri ci sono stati e Roberto Gornati ha continuato dicendo che l’accordo finale era quello di aspettare la convocazione della conferenza dei servizi sul progetto. Conferenza che però non è mia stata convocata. Roberto Gornati ha anche specificato che si erano prospettate anche delle soluzioni per il ripristino dell’area insieme alla EESCO di Marcallo con Casone, di cui Gornati era consigliere.  Il gelo è sceso sulla sala. Dal pubblico si è levata una voce: “… ma non lo hai detto a noi” hanno risposto i cittadini di Casorezzo e i componenti dei comitati antidiscarica a Gornati. I due assessori regionali Massimo Garavaglia e Claudia Terzi non sono parte in causa, non c’entrano, sono solo testimoni. Non era compito loro informare i cittadini e i segretari politici locali, che sono il tramite fra amministrazione comunale e popolazione.

A questo punto la questione per me diventa personale, e mi obbliga ad associarmi alla risposta gelida dei cittadini di Casorezzo a Roberto Gornati “… ma non l’hai detto a noi!” perchè nel 2013 ero io il segretario della Lega Nord di Ossona e Casorezzo e la Lega Nord era parte dell’amministrazione Gornati, con un assessore e consigliere (Gabriele Falcomer), e nemmeno io ero a conoscenza della presentazione del progetto della discarica di amianto. Ero, invece, e oltre a me tutta la sezione della Lega Nord di allora, a conoscenza della possibilità di trasformare le ex cave in impianti per la produzione di teleriscaldamento con l’utilizzo della biomassa. Ne avevamo parlato nell’ultimo paragrafo di Amianto a Casorezzo e Busto Garolfo: la Solter se ne inventa un’altra. Infatti, in modo molto corretto, il presidente di EESco, il dott. Tito Cattaneo (Lega Nord) venne in sezione a presentare il progetto di centrale a biomassa, ascoltando le nostre perplessità, che erano molte, e si decise che, prima di prendere qualsiasi decisione in proposito, si sarebbe effettuato in incontro pubblico a Casorezzo per chiedere cosa ne pensavano i cittadini. Poi il progetto sfumò e non se ne parlò più.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 04/03/2016 16:53

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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