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Lega Nord e M5stelle sfiduciano Alfano. E Forza Italia?

Lega Nord e M5stelle sfiduciano Alfano. E Forza Italia?Un bel problema è nato all’interno del governo Renzi e della politica, a meno di due settimane dai ballottaggi che potrebbero vedere passar di colore politico molte amministrazioni comunali. Il Movimento 5 stelle e la Lega Nord hanno proposto una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’interno Angelino Alfano. Lo ha annunciato il capogruppo della Lega nord al Senato Gianmarco Centinaio e ha  anche fatto sapere che il gruppo di Forza italia e dei fittiani si sono opposti: “La Lega e il movimento 5 stelle hanno proposto la sfiducia del ministro dell’interno Angelino Alfano. Oggi in senato abbiamo chiesto che la mozione fosse discussa. Forza Italia e gli aderenti al gruppo di Raffaele Fitto si sono opposti. Ma da che parte stanno? Perché si ostinano a tutelare il peggior ministro della storia?”.

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Alcune questioni sono piuttosto confuse, in effetti, ed è normale chiedersi da che parte stia Forza Italia a Roma, che continua a tenere i piedi in due scarpe, una al governo con Angelino Alfano, e l’altra nelle regioni e nei comuni del Nord dove si sta per andare ai ballottaggi con una forte alleanza con la Lega Nord. Oggi il due governatori di Lombardia e Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia, si sono espressi contro la possibilità di accogliere nuovi clandestini, che Angelino Alfano ha tentato di imporre loro. “Il nostro no era e resta totale, granitico ed estremamente motivato. Li impongano pure, li mettano nelle topaie delle caserme dismesse, ma se ne assumeranno tutta la responsabilità.” ha detto Luca Zaia, supportato anche da Roberto Maroni. “Respingo al mittente questo ultimatum del governo, noi siamo totalmente contrari. Abbiamo già avuto un carico eccessivo, non siamo disponibili a riceverne ancora”. Anche Deborah Serracchiani, dal Friuli, ha detto basta clandestini (le chiama “presenze”) e non è difficile immaginare che ora anche la Liguria, con il novello governatore Toti, seguirà la linea del No alle richieste di Alfano.

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Ieri la maggioranza di governo ha perso due parlamentari al Senato, quello dove da sempre i numeri hanno gli equilibri più delicati. Il Partito Popolare di Mario Mauro è passato all’opposizione con delle motivazioni estremamente serie: “Riforme non condivise, condotte in modo improvvisato ed approssimativo, con una improvvida esaltazione del carattere monocolore dell’Esecutivo sono alla base di una decisione che è innanzitutto un giudizio definitivo su una gestione politica che sta tenendo in stallo l’Italia, la sua economia e il suo bisogno di crescita” ha dichiarato Mario Mauro ai giornali nell’annunciare la scelta della direzione del suo partito. Raffaele Fitto ha costituito un gruppo diviso da quello di Forza Italia, anche se non ha ancora fatto il passo necessario per uscire dalla maggioranza. Ora il governo può contare su 170 senatori e ci sono ancora 3 senatori che sembrano, da quanto dicono in giornali vicini a seguire la scissione di Civati e i dissidenti all’interno del PD. Il minimo per ottenere la maggioranza è di 161 senatori, Renzi ha quindi solo 6 senatori di “riserva” su cui può contare. Un po’ pochi per fare sonni tranquilli. Il momento e le condizioni per votare la sfiducia ad Alfano ed averla vinta sul governo sembrano le migliori. Perchè Forza Italia e i Fittiani a Roma hanno detto di no? ( Fonte: corrieredellasera.it; repubblica.it)

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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