A Casorezzo si sta conducendo da qualche tempo un battaglia a favore dello storico cineteatro, che ha affiancato quella sulla discarica di amianto (che ora sembra vinta dai cittadini). Il consiglio pastorale della parrocchia di San Giorgio,nella sua funzione di organo amministraztivo della parrocchia, vorrebbe abbatterlo, per far posto ad una aleatoria e costosissima palazzina per l’oratorio e a dei campi da calcetto. Domenica 31 maggio, alla mattina, proprio davanti alla chiesa, è stato organizzato un gazebo in cui si raccoglievano le firme sulle osservazioni al piano di governo del territorio, proposte dal comitato di cittadini che propone di salvare e rimettere in funzione il cineteatro. La battaglia per la conservazione del Cineteatro di Casorezzo è complicata e piena di colpi di scena e vede contrapposto il consiglio pastorale (o parte di esso) al resto del paese. Anche fra gli animatori e i regolari frequentatori dell’oratorio e della Parrocchia sono tanti che non approvano l’abbattimento del cineteatro, grande orgoglio per la cultura di Casorezzo.
Il cineteatro appartiene alla curia di Milano e fa parte del patrimonio della parrocchia di San Giorgio, ma è stato costruito da tutti i casorezzesi, che tenevano così tanto al proprio paese da non risparmiarsi, nè nel finanziarlo nè nel costruirlo materialmente. Lo hanno fatto grande e bello, con quella grande scalinata, che faceva sognare i fasti dei red carpet di teatri gloriosi come la Scala, nei momenti in cui il primo pensiero era il risparmio e il lavoro. In quel teatro, nato sotto l’ala di Don Luigi Quadri, Casorezzo ha voluto la qualità della cultura: vi hanno recitato i Legnanesi e tante altre compagnie teatrali di filodrammatica e di professionisti e si era fatto un nome nell’altomilanese. Ora è chiuso in attesa di una ristrutturazione, e la fondazione che porta il nome di don Luigi Quadri ha proposto di ristruttuare e far funzionare tutto a proprie spese, lasciando però la proprietà alla parrocchia. L’amminsitrazione comunale è d’accordo, la gente del paese è d’accordo, anche molti parrocchiani sono d’accordo. Chi si frappone a questo progetto di ristrutturazione è solo il gruppo del consiglio pastorale e, sinceramente, non si capisce proprio per quale motivo siano così decisi a depauperare Casorezzo del suo teatro.
Fra la documentazione distribuita al gazebo, c’è anche un foglio di confronto fra quanto scrive l’informatore (il giornalino distribuito dalla Parrocchia) e delle domande poste da Casorezzo al consiglio pastorale, in cui si fa lo sforzo di capire quali possono essere le motivazioni che spingono e autorità del paese a prendere posizione contro la gente. Si dice, ma questo è solo un pettegolezzo, che sia una questione di mattone. Si dice, cioè, che un costruttore edile abbia promesso alla parrocchia la costruzione gratuita di un oratorio e dei campetti da calcio, come donazione, il cambio della cessione del terreno su cui sorge il cineteatro e la storica villa (Casorezzo risale all’epoca longobarda) confinante, su cui vorrebbe costruire una palazzina di appartamenti. Si dice anche che questo sia il motivo della determinazione del consiglio pastorale. Devo dire che non credo a questo pettegolezzo. E’ una questione di logica. Con la terribile crisi dell’edilizia che c’è, gli unici costruttori edili che osano iniziare un nuovo cantiere residenziale sono quelli che hanno l’acqua alla gola e tentano di salvare la propria azienda aprendo mutui su nuovi cantieri con cui soldi però pagano imu e mutui su case finite ma non ancora vendute. Figuriamoci se qualcuno si butterebbe mai in un’operazione che muove tanta opposizione. E’ chiaro che nessuno crederebbe mai ad un costruttore in difficoltà che promette un oratorio nuovo gratuito ad una parrocchia in cambio dell’abbattimento del cineteatro storico e di una villa antica del paese.
Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 01/06/2015 14:32
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"su cui sorge il cineteatro e la storica villa (Casorezzo risale all’epoca longobarda)"
La villa è ben più moderna rispetto l'epoca longobarda, ma chi legge potrebbe mal interpretare ciò che è mal scritto.
Ne è certo? Io no. Anzi, secondo me va indagata la questione della presenza longobarda. Molto spesso le manipolazioni seguenti nascondono li resti più antichi. D'altra parte chi non ha il coraggio di esprimere le proprie idee con il proprio nome... o si vergogna delle idee o sta mentendo
Non le approverò altri messaggi senza un nome riconoscibile.