Accordo per il Si al referendum Lombardo. Pd e M5S compresi
Il convegno che presenta il referendum sull’autonomia della Lombardia ha fatto la sua tappa nel magentino, la sera del 4 maggio a Corbetta, in sala Grassi.
Come a Rho, erano presenti anche il consigliere del movimento 5 stelle Stefano Buffagni e il consigliere del Pd Borghetti, a rappresentare le opposizioni più possibiliste. Per la maggioranza c’erano l’assessore al bilancio Massimo Garavaglia e il vicepresidente del consiglio Fabrizio Cicchetti.
Altra analogia con il convegno che si era tenuto a Rho è rappresentata dal discorso del Sindaco di Corbetta: come il sindaco di Rho, Pietro Romano, del PD, che si era ampiamente lamentato della impossibilità di reggere il bilancio comunale a causa della politica renziana, anche il sindaco di Corbetta, Antonio Balzarotti, del centro destra, ha lamentato le stesse identiche difficoltà. “Se le cose non cambiano”, ha detto Balzarotti nel suo intervento, “I Comuni non potranno vivere se non tagliando i servizi essenziali”.
La situazione economica della Lombardia in seguito ai tagli del Governo Renzi
L’assessore al bilancio Massimo Garavaglia, che nella serata ha fatto una disamina della situazione economica della regione Lombardia, ha sottolineato come a seguito della politica centralista del governo Renzi l’unica possibilità di sopravvivenza dei Comuni sarà quella di aumentare le tasse locali. Nel proseguire della discussione, il consigliere Borghetti ha dato la sua soluzione al problema, che è quella del PD: unire i Comuni o fonderli.
Come fusioni e unioni possano portare dei risparmi sulle spese, però, non è chiaro. Probabilmente non è molto chiaro neppure al Pd, perchè la fusione dei comuni porta nuove spese e non dei risparmi. Non è difficile comprenderne i motivi. Massimo Garavaglia ha escluso che possa avvenire un risparmio dall’operazione.
Il consigliere Borghetti ha dimostrato qualche altra difficoltà con i bilanci, quando si è confrontato con i benefici che l’autonomia e il Si al referendum porterebbero. Si è tornati a parlare della campagna elettorale di Roberto Maroni, che aveva promesso di trattenere in Lombardia il 75% delle tasse dei lombardi. Borghetti ha rinfacciato alla Lega Nord di essersi dimenticata del progetto. Non gli era ben chiaro, però, che se tratteneva in Lombardia il 75% delle tasse si arrivava ad incamerare 16 miliardi di euro in più all’anno. Con il Referendum sull’ autonomia della Lombardia si potranno a trattenerne fino a 53 miliardi in più all’anno, che sono il valore del residuo fiscale (credito) che la Lombardia vanta nei confronti dello stato italiano.
Insomma, i lombardi hanno tutto da guadagnare con il loro Si al referendum e le opposizioni non sembrano aver appigli e scuse per non approvarlo. L’unica alternativa che pone il PD è quella di parlamentare con Renzi prima di fare il referendum, anche se Borghetti ha ribadito che nel momento in cui si farà il referendum, il Pd farà campagna per il Si. “Diremo ai nostri di votare Si” ha esclamato davanti alla platea “Io credo nel federalismo”.
Al convegno sul referendum Lombardo per l’autonomia erano presenti anche le posizioni più indipendentiste
In sala erano presenti anche le posizioni più indipendentiste, come i rappresentanti del Collettivo Indipendentista Lombardo Avanti e come l’assessore Riccardo Grittini, che ha ricordato come nella stessa Corbetta, lo scorso novembre, si è votata una mozione che chiedeva lo statuto speciale per la regione Lombardia.
Il pubblico, ascoltando delle dichiarazioni dei consiglieri Borghetti e Buffagni, aveva delle espressioni un po’ perplesse. Buffagni ha detto di essere molto contento del confronto, ma ci ha tenuto a ribadire di essere assolutamente contrario all’indipendenza della Lombardia e che derideva il concetto di Padania. Il suo assenso al referendum è per rifarsi all’Art.116 della costituzione, il famoso titolo V. Però, poi, è risultato essere però molto poco preparato sui concetti di Indipendenza, devolution e federalismo e il suo discorso si è attorcigliato nella lettura delle idee della Lega Nord. Non sembrava aver capito di parlare ad una platea composta da persone dalla solida preparazione politica. Si poteva pensare che cercasse la provocazione, nella speranza che qualcuno cogliesse l’occasione per un litigio sul concetto di Padania e buttasse il convegno in vacca.
Il silenzio e l’ascolto della platea devono averlo confuso. Ha accusato la Lega Nord di essere passata dall’Indipendentismo alla Devoluzione cedendo a compromessi con Berlusconi, senza rendersi conto che anche quello fatto con il Movimento 5 stelle è un compromesso nello stesso genere. I leghisti hanno ceduto sulle proprie richieste indipendentiste per ottenere di fare un passo avanti verso l’autonomia economica, meglio compresa e condivisa dagli altri membri del consiglio regionale.
Al consigliere Buffagni è poi scappato il racconto di un particolare. Si pensava che lo scambio democratico del voto sulla legge sul referendum tra Movimento 5 stelle e la maggioranza fosse stato sul voto elettronico che dimezza i costi della consultazione. Stefano Buffagni ci ha tenuto a dire che per quel voto il Movimento 5 stelle non ha avuto, nè chiesto, nulla in cambio e che il voto elettronico era stata un’idea proposta da Roberto Maroni allo stesso Movimento 5 stelle e da questo accettata.
E se lo Stato tentasse di impedire il voto cosa farà il movimento 5 stelle?
L’intervento di Fabrizio Cecchetti ha spostato la linea della discussione sulla politica:“La fotografia della situazione è quella illustrata da Massimo Garavaglia. Dobbiamo partire da questo momento. La Lombardia ha bisogno di avere l’Indipendenza, non solo l’autonomia, ma iniziamo da questo referendum. Noi dobbiamo difendere il popolo a li là del colore politico”. Cecchetti ha poi risposto ai tentativi di mediazione con il governo proposti da Borghetti. “Come fare a fidarsi se Renzi 3 mesi fa, nell’ultima finanziaria, ha tolto 800 milioni di euro alla Lombardia? Meglio arrivare da lui con il voto favorevole di 10 milioni di lombardi. Un mese fa, un sondaggio SWG diceva che circa il 66% dei lombardi si è dichiarato favorevole all’autonomia della Lombardia.”
I dubbi del collettivo indipendentista lombardo
Tra il pubblico ha preso la parola Claudio Franco, del Collettivo Indipendentista Avanti. Si è rivolto al consigliere 5 stelle Stefano Buffagni: “La delibera di consiglio che indice il referendum non è stata impugnata dal governo. I termini sono scaduti, però il decreto attuativo di indizione deve essere ancora emanato e il potrebbe essere impugnato. Poniamo che la Corte Costituzionale cassi il decreto attuativo del presidente Maroni. Cosa farà in quel caso il movimento 5 stelle? Ci manderà ugualmente al voto invitando il popolo alla disobbedienza civile?”
Buffagni si è trovato in difficoltà nella risposta
Nei suoi interventi aveva ribadito più volte di essere italiano, di rispettare la legge ad ogni costo e di volersi attenere alla costituzione. Però, di fronte all’idea di un conflitto fra l’interesse del popolo e la decisione contraria della Corte Costituzionale non sapeva che pesci prendere. Dopo qualche momento di confusione ha risposto che “Se fosse cassato, non molleremo facilmente. Ma abbiamo fatto tutto per evitare che il decreto sia impugnabile. Non credo che sarà impugnato perchè se non è stata impugnata la legge non sarà impugnato nemmeno l’atto che indice il referendum”. Non si è invece espresso sulla possibilità di ribellarsi ad una decisione ingiusta da parte della Corte Costituzionale.
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.