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Per la festa del papà di domani vi racconto ciò che sta vivendo Andrea, un papà di Ossona, e dei guai che sta passando per difendere i due suoi bambini. Non vi racconto la storia di una battaglia per il riconoscimento di diritti, ma quella concreta di un padre che è disposto a subire e combattere ingiustizie, e anche di finire in povertà, pur di evitare che i suoi figli ne siano le vittime.
Andrea è un papà separato. Alle spalle non ha solo un matrimonio finito male e due bimbi che vedeva un week end si e uno no, come succede spesso. L’ex moglie di Alessandro ha una malattia psichica che alterna periodi di apparente normalità con periodi maniacali. In queste condizioni, Andrea ha allevato i due bambini che sono nati dal matrimonio. Poi qualche anno fa, la donna lo ha sbattuto fuori di casa e si è tenuta i bambini. C’è stato ben poco da fare per Alessandro che si è trovato nella stessa situazione di molti padri separati. Senza casa, con due figli da mantenere e da seguire da lontano, a quasi 100 chilometri di distanza, con diecimila difficoltà e con problemi di lavoro.
La condizione in cui vivevano i suoi bambini è sempre stata la principale preoccupazione di Andrea. Negli ultimi anni, la sua vita è stata un continuo avanti e indietro fra tribunali, assistenti sociali, psicologi e psichiatri, senza poter far nulla di concreto per sottrarre i bambini ad una situazione potenzialmente pericolosa. Giudici e assistenti sociali segnalavano il problema, ma hanno accuratamente evitato di risolverlo.
Lo scorso settembre, la mamma dei piccoli ha avuto ricaduta maniacale. Li ha chiusi in casa per giorni da soli senza cibo. Dopo giorni e giorni, finalmente la madre è stata sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio e i carabinieri hanno affidato i bambini al padre. A quel punto Andrea decide che è troppo, e incomincia una battaglia per tenere i bambini con sè. Pur non avendo uno stipendio particolarmente alto, ogni soldo va in avvocati. Con lotte degne di un leone, dopo 4 mesi è riuscito a mandare i bambini a scuola.
Si, nonostante l’obbligo scolastico, nonostante ci si dica che il rispetto dei diritti dei bambini viene prima di ogni altra cosa, non è stato possibile permettere a due bambini di andare a scuola intanto che gli adulti sistemavano i loro problemi burocratici e giudiziari. Molte istituzioni hanno responsabilità per il mancato rispetto dei diritti dei bambini.
In questi mesi è successo di tutto. Appostamenti della famiglia della donna davanti a casa, carabinieri chiamati per cercare di riavere i bambini e che, dopo averli ascoltati, si sono rifiutati di prelevarli, documenti giudiziari che sparivano, denunce, contro denunce, e tanti tanti soldi finiti in avvocati e in perizie, per rispondere colpo su colpo a chi vorrebbe riaffidare dei bambini alla madre oppure sistemarli in un istituto invece di lasciarli alle cure del padre.
Domani è la festa del papà. Se c’è un papà che merita un premio speciale è Andrea. Però, invece del premio, ha in mano il preventivo delle spese delle azioni giudiziarie che servono per impedire che i suoi bambini gli siano portati via e affidati, senza ragione, ad un istituto. Gli hanno chiesto 8mila euro e per pagarli dovrà chiedere un mutuo.
San Giuseppe ha meritato di essere eletto patrono di tutti i padri per aver salvato al vita di Gesù portandolo, attraverso un lungo viaggio in Egitto, lontano da Erode e dalla strage degli innocenti. Oggi, Andrea potrebbe essere considerato il suo emulo. Anche San Giuseppe potrebbe considerare il viaggio con Maria e Gesù neonato da Betlemme all’Egitto una passeggiata se lo si raffronta alle difficoltà burocratiche che deve quotidianamente affrontare Andrea per difendere il diritto dei suoi figli alla tranquillità e per permettere loro una vita normale come quella degli altri bambini.
Articolo aggiornato il 18/05/2023 23:38