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Busto Garolfo e Casorezzo – La ditta Solter ha ripresentato alcuni dei progetti che erano stati rifiutati dalla conferenza dei servizi della regione Lombardia lo scorso gennaio. Con una discutibile operazione, dopo il rifiuto della Regione Lombardia alla costruzione della discarica di rifiuti contenenti amianto (RCA) nella cava di ghiaia che si trova al confine fra Busto Garolfo e Casorezzo, uno dei tecnici regionali aveva concesso alla ditta una proroga di 10 giorni per presentare della documentazione integrativa al progetto.
La scadenza per la presentazione era per l’11 marzo e puntualmente la documentazione è arrivata ed è stata pubblicata sul sito di Regione Lombardia. Mentre i progetti ripresentati sembrano ad una prima lettura risentire degli stessi identici problemi di sicurezza e di progettazione di quelli già rifiutati la prima volta, colpisce in modo particolarmente negativo la lettera di accompagnamento che la ditta ha indirizzato alla Regione. La ditta ha solo modificato leggermente l’area in cui avverrebbe il primo deposito di eternit, pensando probabilmente che, autorizzato quello, poi potrebbe continuare ad allargarsi facendo appello alla continuità di impresa, travalicando così il regolamento regionale.
La ditta Solter, in sostanza, attacca la gestione della Regione Lombardia, nella fattispecie la Conferenza dei Servizi, cercando di superare la motivazione per cui il progetto è stato rifiutato, cioè la mancanza della distanza minima delle case e dal centro urbano che un regolamento, emesso dalla Giunta della Regione Lombardia prima della presentazione del progetto della Solter, ha stabilito essere di almeno 500 metri.
Il tessuto urbano di Busto Garolfo, invece, è ben al di sotto di questo limite. La ditta Solter scrive di aver presentato un ricorso al Tar di Milano contro, si suppone, il regolamento regionale e che, in caso di accoglimento di questo ricorso, il regolamento regionale sarebbe annullato e che sta presentando le modiche al progetto solo in via cautelativa. Non sembrano essere presi in considerazione i tantissimi altri elementi che sono stati presentati contro la discarica di amianto, come ad esempio la mancanza di reali condizioni di sicurezza perchè il materiale depositato risulti non dannoso per uomini e per gli animali.
Dato che le sentenze del Tribunale amministrativo (TAR) diventano a loro volta leggi, con questa mossa la ditta Solter non ha solo dichiarato una “guerra dell’amianto” ai Comuni dell’Altomilanese e alla regione Lombardia (pretendendo l’annullamento di un regolamento emesso per tutelare la salute dei lombardi), ma a tutti i Comuni della Lombardia e probabilmente anche a quelli delle altre Regioni. Se il loro ricorso dovesse essere accolto, ogni cittadino lombardo correrebbe il rischio di trovarsi con una discarica di Eternit e amianto sotto la finestra di casa.
Articolo aggiornato il 22/07/2022 23:54