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Il DC-3, nonno dei moderni aerei di linea

Il DC-3 è in assoluto l’aeroplano ad elica più celebre della Storia. Nato a metà degli anni ’30 dai disegni di Arthur Raymond e del suo gruppo di progettisti, questo aeroplano venne concepito in una celebre telefonata fra l’amministratore delegato di American Airlines Cyrus Rowlett Smith e Donald Douglas, proprietario dell’omonima azienda aeronautica.

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la scala Rho b&b

La linea aerea americana desiderava collegare da costa a costa gli Stati Uniti con un singolo scalo tecnico per il rifornimento, vista la notevole distanza fra le due città proposte (Newark e Los Angeles). Douglas si lasciò convincere a realizzare un prototipo più grande del precedente DC-2, che volò per la prima volta il 17 dicembre 1935 a Kitty Hawk, dove trentadue anni prima i fratelli Wrigth fecero il loro celebre primo volo.

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Il nuovo DC3, l’aereo d’argento

Il nuovo velivolo della Douglas era realizzato totalmente in alluminio, ad eccezione delle parti mobili, costruite in lega leggera rivestita di tela. La propulsione venne affidata a due motori stellari Pratt & Whitney R-1830-92 Twin Wasp da 1 200 CV ciascuno, collegati ad eliche tripale in alluminio a passo variabile. Questo nuovo aeroplano entro in servizio l’anno successivo presso la American Airlines, che lo fece configurare con 21 larghe poltrone, una cucina utilizzabile in volo ed un bagno. Successivamente adottato dalla maggior parte compagnie aeree statunitensi e mondiali, questo velivolo consentì di aumentare la clientela del trasporto aereo.

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Un DC3 della american Airlines

Comfort era la parola d’ordine

Molto confortevole per l’epoca, questo aeroplano poteva essere allestito con 14 cuccette per i voli più lunghi; inoltre, questo velivolo è stato uno dei primi con la possibilità di avere riscaldamento ed aria condizionata per i passeggeri.
Il tempo di percorrenza sulla tratta Newark-Los Angeles venne ridotto da 19 a 17 ore in media, compreso lo scalo per il rifornimento di carburante. Fra il 1935 e l’ingresso degli Stati Uniti in guerra nel 1941 vennero costruite poche centinaia DC-3, che subito conquistarono i cieli dei cinque continenti.

L’ingresso di questo aeroplano nel mercato civile travolse quelle erano le produzioni dei principali concorrenti nel campo degli aeroplani commerciali: il Ford Trimotor statunitense, lo Junker Ju 52 tedesco e la produzione SIAIMarchetti italiana si trovarono in inferiorità, in quanto con soli due motori il velivolo Douglas riusciva a trasportare un carico pagante maggiore rispetto a questi trimotori.

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I paracadutisti inglesi red devils, all'interno di un C-53

Durante la seconda guerra mondiale

Quando gli Stati Uniti entrarono nel Secondo Conflitto Mondiale a seguito dell’attacco al porto di Pearl Harbor, la USAAF (l’Aeronautica Militare statunitense) individuò proprio nel DC-3 il velivolo adatto per tutte le necessità logistiche militari. Questa scelta portò alla realizzazione, terminato il conflitto, di 16 079 di questi aerei. I nuovi DC-3
appositamente costruiti per scopi militari presero il nome di C-47 “Skytrain” se destinati al carico di merci oppure di C-53 “Skytrooper” se destinati al personale. Lo Skytrain è in grado di trasportare 2 700 kg di carico, mentre lo Skytrooper può ospitare 28 paracadutisti equipaggiati. Dwight D. Eisenhower, Comandante delle Forze Armate statunitensi in Europa e successivamente 34º Presidente degli Stati Uniti, affermò che i tre veicoli che resero possibile la vittoria degli Alleati furono la Jeep, i mezzi da sbarco e il C-47.

I concorrenti del DC-3

I concorrenti del DC-3

La produzione dell’aeroplano Douglas si divise fra Stati Uniti, URRS e Giappone. Negli Stati Uniti vennero prodotti 10 046 esemplari di questi aerei. In Unione Sovietica vennero costruiti 4 973 DC-3, fra il 1940 e il 1954, con il nome di Lisunov Li-2. I disegni di questi aerei nacquero da un compromesso fra l’ingegneria inversa applicata ai DC-3 Douglas e l’arrotondamento delle misure nel sistema internazionale dai progetti ottenuti per la produzione su licenza. Ironicamente anche il Giappone produsse una piccola serie di DC-3, denominati Nakajima L2D, che operarono sia come aerei da trasporto, sia come cannoniere volanti.

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Tuttavia vennero prodotti solo 487 di questi aeroplani, che comunque subirono tutti i difetti della produzione aeronautica nipponica: la mancanza di protezioni per i serbatoi di carburante, i vari tentativi di utilizzare il legno dove possibile vista la generale carenza di materie prime e la bassa qualità delle benzine avio raffinate dai giapponesi. Per ciò che riguarda C-47, C-53 e Li-2, la fine delle ostilità segnò solamente l’inizio di una nuova vita: la maggior parte di questi aeroplani venne radiata dalle proprie aeronautiche e vennero ceduti ai paesi in cui si trovavano.

Allora la maggior parte di questi velivoli finirono a basso costo nel mercato delle nuove compagnie aeree, divenendo la spina dorsale della rinascita dell’aviazione commerciale. In Italia il DC-3 (e sopratutto le sue versioni militari successivamente riconvertite) fu utilizzato da nove compagnie aeree. Anche la rinata Aeronautica Militare Italiana utilizzò 28 di questi velivoli, dalla sua ricostituzione fino al 1986. Nel nostro paese i DC-3 esposti sono quattro: uno è collocato presso l’aeroporto di Torino Caselle, mentre gli altri tre sono esposti in musei pubblici e privati (Museo di Volandia, Museo dell’Aviazione di Rimini e Museo storico dell’Aeronautica Militare a Vigna di Valle).

Nota della redazione
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Cristopher Venegoni

Sono nato e cresciuto tra Arluno e Ossona e studio giurisprudenza. la mia passione sono gli aerei e il volo, per questo sono guida volontaria al Museo di Volandia, Varese.

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