Matteo Salvini a Palermo: i progetti, condivisibili anche a sud, riempiono la sala
La visita di Matteo Salvini a Palermo ha sconvolto solo chi non conosce bene la Lega Nord e i leghisti. In realtà, si è felici per il grande successo che ha avuto la presentazione del movimento Noi con Salvini. La sala, come si vede dalle fotografie pubblicate dallo stesso Matteo Salvini sul suo profilo Facebook, era strapiena, c’era tanta gente in piedi, e altra che non è riuscita ad entrare. Le fotografie scattate a chi ha contestato Salvini inquadravano il gruppo molto da vicino. Un classico trucco per evitare di quantificare la reale partecipazione ad una manifestazione.
Nel passato poca fortuna con le alleanze a sud, ora invece a Palermo…
Secondo alcuni giornali, quelli che hanno dato atto del successo che sta avendo il segretario Federale anche zone dove la Lega Nord non aveva mai attecchito, il problema non è più di stabilire quanto abbia successo, e sia accettato, Matteo Salvini e il progetto della Lega Nord al sud, e in Sicilia, ma piuttosto quanto i leghisti della Padania indipendente accetteranno di condividere il loro segretario. Sembra strano, infatti, a chi conosce solo superficialmente la Lega Nord, non ipotizzare chissà quale ribellione interna ad un segretario che si reca a Palermo.
In realtà, non è così. Nonostante l’iconografia del “dalli al terrone” con cui sono stati spesso rappresentati i padani leghisti, la cultura leghista padana ha sempre visto con favore la nascita di movimenti con progetti seriamente e concretamente riformatori, al sud. La Lega Nord ha sempre tentato il dialogo, ma le alleanze costruite nel passato non avevano avuto fortuna. Vale la pena di ricordare l’alleanza con l’MPA, oppure i rapporti altalenanti nel tempo con gli aderenti ai Movimenti delle due Sicilie, mediati spesso dalle forze libertarie che erano, e sono, all’interno del movimento leghista, oppure l’operazione sud della Padania, con il quotidiano leghista nelle edicole di Napoli.
Chi conosce la Lega Nord sa che oggi è cambiata la sostanza dell’ “andare a sud”, rispetto al passato. Non è infatti, come accadeva prima, la Lega Nord che si presenta al Sud. La Lega Nord rimane in Padania, ma Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, sostiene e rafforza un movimento, Noi con Salvini, che si fa carico dei problemi del sud. Non è la stessa cosa: quel Noi rappresenta la gente del sud che vuol cambiare il sistema. La ricetta sembra proprio essere quella giusta: non è un’invasione dei padani in Sicilia, ma un darsi la sponda “alla pari” fra padani, siciliani e le altre popolazioni del sud. Questo, ai leghisti, piace.
E la Padania? E la secessione?
Quanta confusione intorno al termine secessione! Lo si agita da anni come se fosse uno spauracchio. La secessione non è altro che uno dei passaggi istituzionali che trasformano uno stato unitario e centralista in uno stato federale. La Germania dal 1990 ne ha fatte 5 e nessuno se ne è accorto, forse perchè seguite da altrettante rifederazioni. Certo, dipende tutto da come lo fai, con che tempi e con quali passaggi legislativi o rituali. In Ucraina non sono molto comprensivi con il Donbass e fanno parlare i mortai invece della naturale democrazia, ma non è sempre così. La secessione in sè non pone nessun problema di ordine pubblico, ma porta al risultato successivo: l’indipendenza, l’autogoverno e l’autonomia. Questi sono concetti che i leghisti conoscono a fondo. Dal punto di vista dell’obiettivo, la Lega Nord è e rimane un movimento indipendentista. Quando, però, vanno affrontati i problemi del quotidiano, come la crisi economica, la disoccupazione e il rinato centralismo dei governi di sinistra, darsi una mano fra popoli è naturale e spontaneo e anche questo, ai leghisti, piace. Per l’indipendenza c’è un referendum in programma in Lombardia e un altro in Veneto. Si farà quel che la gente democraticamente vuole fare.
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