Schermoplani: dal Mostro del Mar Caspio in poi
Uno dei maggiori limiti delle grandi navi è velocità: difficilmente i 30 nodi (circa 56 km/h) vengono superati da una grande imbarcazione in crociera. Alcuni dei più celebri tentativi volti ad accrescere la velocità dei veicoli che viaggiano via acqua portarono alla nascita dell’aliscafo e dell’hovercraft, che esordiranno entrambi nei primi anni ’50. Più o meno contemporaneamente, ma dall’altra parte della cortina di ferro, dall’ingegner Rostislav Alexeyev venne sviluppata un altra scuola di pensiero riguardo all’effetto suolo (il principio fisico che permette ad aliscafi ed hovercraft di “volare”) che porterà alla nascita dello schermoplano (conosciuto anche con il nome di Ekranoplano).
Sostanzialmente uno schermoplano è un grosso idrovolante dotato di motori molto potenti, grandi piani di coda ed una ala bassa molto meno curata dal punto di vista aerodinamico rispetto ad un aeroplano. Il più grande e rappresentativo schermoplano mai realizzato nacque dalla mano dell’ingegnere Alexeyev nel 1963 con il nome di KM , anche se in occidente è conosciuto con il nome di “Mostro del Mar Caspio”. Il KM era lungo ben 92 metri, dotato di un’apertura alare di 37,6 metri ed un altezza alla deriva di 21,8 metri. L’unico “Mostro” realizzato cominciò a volare dal 1966, assegnato alla Flotta del Mar Caspio per la sperimentazione.
Non appena questo imponete velivolo (che detenne il primato di più grosso aeromobile mai costruito fino alla realizzazione dell’Antonov An 225 “Mirya“) cominciò i collaudi divenne subito oggetto delle attenzioni della CIA e dei suoi satelliti spia. Furono proprio gli analisti del servizio segreto statunitense a coniare il soprannome di questa imponente macchina volante, quando lessero la sigla KM sulla fusoliera in una delle prime fotografie disponibili. Questa sigla venne interpretata erroneamente come “Kaspian Monster”, mentre in realtà questa stava ad indicare la natura di prototipo del mezzo (Корабль- макет, prototipo di nave in lingua russa).
I vertici militari sovietici intuirono le potenzialità belliche degli schermoplani: le grandi dimensioni di queste macchine e l’elevata velocità di crociera lo rendono perfetto per trasporto di mezzi e personale militare attraverso grandi specchi d’acqua; inoltre grazie alla bassissima altezza a cui queste macchine operano, avrebbero potuto risultare invisibili a gran parte dei radar di sorveglianza del periodo. Dall’esperienza tratta con questo singolo KM costruito, i sovietici progettarono un nuovo modello di schermoplano, l’Alekseev A-90 Orlyonok, e ne costruirono quattro esemplari che vennero utilizzati dal 1979. A differenza del precedente “Mostro” l’A-90 era una macchina molto più affidabile e pratica, in grado di raggiungere i 400 km/h e aprire completamente la cabina per sbarcare un BTR-60 (un trasporto truppe blindato sovietico) ed un centinaio di soldati. Gli Orlyonok vennero utilizzati per più di dieci anni dalla Marina sovietica fra il Volga ed il Mar Caspio per voli di sperimentazione delle macchine. In questo periodo furono due gli incidenti che riguardarono questi velivoli, uno nel 1975 ed uno nel 1992, entrambi non causati dal velivolo. Il cantiere che costruì gli A-90 tentò di proporre al mercato civile una versione dell’Orlyonok, proponendone allestimenti passeggeri con 75, 150 e 300 posti, che tuttavia vennero solo progettate è mai costruite; comunque, ad oggi i cantieri Volga Shopyard mantengono l’A-90 ancora in listino. Dall’ottobre 1993 gli A-90 superstiti vennero messi a terra dalla Marina russa, all’epoca non interessata a mantenere gli schermoplani in utilizzo, dove tuttora rimangono inattivi. Fra coloro che costruirono schermoplani vi fu anche il fiumano Roberto Bartini, ingegnere emigrato in Unione Sovietica e padre di un ibrido fra un idrovolante ed un ekranoplano chiamato VVA-14.
L’ultimo grande schermoplano costruito prima del collasso dell’Unione Sovietica fu il Lun, progettato per la lotta antisommergibile ed il lancio di missili antinave. A seguito dell’affondamento del sottomarino Komsomolec venne anche anche iniziata la costruzione di una versione del Lun per la ricerca e soccorso in mare, chiamata Spasatel. Mentre il Lun venne completato e cominciò ad operare dal 1987 al 1992, anno in cui venne ormeggiato nel porto di Kaspysk dove tuttora si può vedere, lo Spasatel non riuscì ad essere completato prima della fine del sistema sovietico ed il progetto venne abbandonato. Ad oggi le autorità russe hanno mostrato interesse per uno degli ultimi di questi mezzi costruiti, il Beriev A-40, uno grande ibrido idrovolante-schermoplano ancora in fase di sperimentazione. La storia dei Mostri del Mar Caspio è quindi destinata a continuare.
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