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A Casorezzo le famiglie educano con il teatro, ma non hanno il teatro

Sabato 29 novembre, al pomeriggio, i bambini e i genitori del gruppo di Cia che Vemm, con la collaborazione della nuova compagnia teatrale di Casorezzo, hanno messo in scena “Seconda stella a destra”, una performance teatrale di qualità professionale, graziosissima, che ha raccontato ai bambini e agli adulti presenti, all’incirca 300 persone, la storia di Peter Pan, riscritta sulla falsariga del cartone animato della Walt Disney.

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C’era davvero da rimanere colpiti dai tanti particolari che hanno reso speciale  questo spettacolo natalizio. Innanzi tutto ha colpito la professionalità del gruppo che ha organizzato e recitato. Le musiche di sottofondo allo spettacolo sono state cantate e suonate dal vivo, con una scelta di brani davvero indovinati: alcuni presi dai cartoni animati, altri dalle canzoni dell’album Sono solo canzonette, di Edoardo Bennato. Il testo raccontava la storia attraverso piccoli sketch quasi indipendenti fra loro, ma nello stesso tempo legati dalla conseguenzialità degli avvenimenti della storia.

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Insieme hanno formato un sapiente mix fra il musical e lo spettacolo per bambini, che richiedeva in alcuni punti la partecipazione del pubblico. Ottima la recitazione di adulti e bambini; gli scenari e gli escamotage per cambiare le scene sono stati organizzati con una grande cura e tantissima fantasia. Deliziosamente comica la rappresentazione del coccodrillo caricato sulle spalle di una mamma e divertentissima la parte del pirata che si esprimeva in dialetto di Casorezzo. Spugna, poi, sembrava completamente reale. Insomma, è stato uno spettacolo cui non è mancato nulla, nè la cultura locale, nè la professionalità, nè l’ingegno.

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Non è mancato neppure, ed è stata forse la parte più bella e importante, l’alto valore educativo del teatro che ha unito le famiglie, permettendo ai genitori di costruire insieme ai loro bambini un’ importante occasione culturale per tutta Casorezzo. L’unico neo: la sala polifunzionale non è adatta al teatro, manca il palco, le quinte e il retro. E’ stata una nota triste perchè uno spettacolo simile nel cineteatro di Casorezzo avrebbe attirato persone da tutti comuni del circondario. Ciò che fa specie è che la parrocchia di Casorezzo non si renda conto della ricchezza che ha.

In un momento in cui le famiglie fanno fatica a restare insieme, tante che si sfasciano, e  in cui la Chiesa Cattolica continua a denunciare il pericolo di disgregazione della società e della famiglia, che risente della debolezza educativa dei genitori, c’è un gruppo di genitori che va contro tendenza, e la Chiesa, invece di aiutare e sostenere questo germoglio sano della comunità di Casorezzo, lo mette in difficoltà.

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La parrocchia di Casorezzo sta cercando, infatti, di abbattere il Cineteatro, costruito dai Casorezzesi, attorno a cui cultura cattolica e comunità di famiglie potrebbero crescere rigogliose e fare cose fantastiche, per sostituirle con dei campi da calcio, che se da una parte è solo uno sport e un gioco, dall’altra ha un tifo  che è anche il simbolo della peggior degradazione culturale della nostra società.

ertamente, il pallone non porta nessuna ricchezza spirituale all’interno delle famiglie e non le aiuta a superare insieme i momenti difficili, come invece può fare una rappresentazione teatrale di qualità costruita insieme e ricca di valori buoni. Spero che gli amanti del pallone mi perdonino, ma il mondo non ha certo bisogno di un campo da calcetto in più.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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