Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Quella strana macchina che è l’elicottero cominciò a diventare familiare ai lombardi dal 1954, anno in cui l’Agusta di Cascina Costa cominciò a produrre su licenza i piccoli Bell 47 che divennero i primi veicoli ad ala rotante usati dall’Esercito, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza e dai Vigili del Fuoco. Poco tempo dopo iniziò ad operare una delle prime compagnie elicotteristiche del paese, la Elipadana – Società Alta Italia Trasporto Elicotteri (Saite).
Creata nel luglio 1959 con una partecipazione del Comune di Milano, questa società cominciò a collegare il piccolo eliporto in via Restelli del capoluogo lombardo con Lugano, Torino, Trieste, Isola d’Elba e l’aeroporto di Linate.
Il primo elicottero usato dalla Saite fu un birotore americano Piasecki H 21 successivamente conosciuto con il nome di Vertol V-44B; immatricolato N10105) affittato dalla compagnia belga Sabena che aprì i collegamenti giornalieri Milano-Lugano da 75 franchi svizzeri andata e ritorno.
Questo modello di elicottero venne utilizzato per la prima volta dall’Aviazione dell’esercito francese durante la guerra d’Algeria del 1956 per il trasporto di truppe; si tentò anche di armarlo per rendere possibili gli attacchi al suolo, ma la scarsa potenza del motore a pistoni permetteva a malapena ai piloti di controllare il velivolo così appesantito.
Anche le forze armate statunitensi fecero uso del Piasecki fin dalla Guerra di Corea, quando questi buffi elicotteri usati per evacuare i feriti presero il soprannome di “Flying Banana” a causa dell’insolita forma della fusoliera. Quando nel luglio 1962 uno di questi elicotteri venne abbattuto presso il confine laotiano-vietnamita, i quattro aviatori che persero la vita divennero i primi statunitensi a morire nella Guerra del Vietnam.
Il 28 settembre 1960 iniziarono i collegamenti tramite la “Banana Volate” della Elipadana; successivamente la compagnia utilizzo anche due elicotteri Sikorsky S.58C dismessi dall’Aeronautica militare belga, immatricolati OO-SHN e OOSHM sempre presi in affitto dalla Sabena. Infine la compagnia utilizzo anche un’aeroplano, uno Scottish Aviation Twin Pioneer 1, con le Marche G-APPH. La Elipadana non fu l’unica compagnia elicotteristica nata fra gli anni ’50 e ’60: in Campania nacque la Elivie nel 1957 per collegare Napoli con l’isola di Capri, Ischia e Sorrento.
Tuttavia gli elicotteri hanno un grande limite che ne blocca la diffusione come veicoli per il trasporto passeggeri: l’elevato costo operativo. Infatti un elicottero contiene molte più componenti meccaniche e parti in movimento rispetto ad un aereo, che alza il costo di gestione (unito anche al carburante) per ogni ora di volo a migliaia di euro.
Per questo la Elipadana dovette chiudere nel luglio 1961 per mancanza di passeggeri. Rimane, però, il ricordo di un’esperienza che fu davvero innovativa e quello di un nome che era in quegli anni molto comune. Oggi, sull’area da cui si alzavano gli elicotteri di Elipadana, si alza invece il grattacielo di Palazzo Lombardia, nuova sede della regione e che, a sua volta, ospita una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri.
Articolo aggiornato il 01/09/2021 00:36
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Ciao, il trasporto in elicottero rimarrà una delle utopie della storia di Milano