Aggressioni a Matteo Salvini in Emilia Romagna: tutti dicano No o mi fermo
Un’altra aggressione da parte di un gruppetto di estremisti della sinistra avvenuto nei confronti di Matteo Salvini. Questo è il clima che si è creato per le elezioni regionali dell’Emilia Romagna.
Visto dalla Lombardia la cosa non può che scandalizzare profondamente. Per chi ha vissuto come me la politica degli anni ’70, il silenzio delle istituzioni, i “ma”e i “se”, quando viene attaccato fisicamente un politico hanno sempre un significato chiaro e molto brutto.
Matteo Salvini, anche se è più giovane di me di almeno 10 anni, lo sa e lancia quindi chiaro il suo messaggio. “o tutti, senza se e senza ma, condannano la violenza e rifiutano qualsiasi tipo di violenza oppure io mi fermo” scrive sulla sua pagina Facebook. I leghisti sono corsi subito, li ha accanto.
C’è stato anche chi ha proposto di andare in massa ai prossimi appuntamenti della campagna elettorale dell’Emilia Romagna a proteggerlo dai fanatici antidemocratici che non permettono il regolare svolgimento della campagna elettorale. Magari domani a Parma, dove la sede della Lega nord è stata imbrattata con un messaggio chiaramente minaccioso con tanto di stella a 5 stelle ben riferibile allo trascorso passato delle Brigate rosse. Si sono portate 100mila persone a Milano, i leghisti possono portarne mille a Parma. Però non è questo il problema.
Il messaggio di Matteo Salvini non era rivolto ai leghisti, sembrava piuttosto rivolto agli emiliani, alle istituzioni, al questore, ma soprattutto ai candidati presidenti delle altre liste in corsa per le elezioni regionali che si svolgeranno in Emilia Romagna. Fa certamente molta impressione leggere quanto scrive, l’8 novembre, la candidata presidente alla regione Emilia Romagna, Maria Cristina Quintavalla della lista l’Altra Emilia, sostenuta anche da Domenico Finiguerra, ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano.
Dopo quanto successo a Matteo Salvini pensavo d i trovare sui profili facebook o twitter degli altri candidati una forte condanna alla violenza senza se e senza ma. Colpisce, invece, ma non positivamente, l’assoluto silenzio della pagina Facebook di Stefano Bonaccini, candidato presidente del Partito democratico, così come il profilo Facebook di Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle. Nemmeno la pagina Facebook del candidato della lista civica Liberi citadini Maurizio Mazzanti, ha il benchè minimo accenno di solidarietà a Matteo Salvini. Alessandro Rondoni, candidato per il Nuovo Centro Destra, fa un tentativo, perlomeno esprime solidarietà, anche se il secondo paragrafo già smentisce il primo.
E’ disarmante vedere come tutti questi candidati, che si propongono per amministrare i beni comuni degli emiliani, in realtà non sappiano neppure condannare pubblicamente la violenza fisica nei confronti del Segretario di un movimento che popone idee diverse dalle loro. Ci si chiede dove sia finito il senso democratico, in Emilia e in Romagna e forse anche in certi aspetti della Lombardia. Naturalmente Alan Fabbri che è il candidato della Lega nord e del centrodestra, è l’unico che una pagina Facebook attiva, concreta e che parla ampiamente e senza paura dei fatti avvenuti e che condanna ampiamente e senza remore la violenza degli atti compiuti.
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sono esterefattta. Mi dicono che la candidata dell’altra Emilia ha cancellato la sua pagina facebook… come dire: erano idee così sbagliate che nemmeno chi le professava è riescito a difenderle