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Se anche fosse andata a votare la metà dei Catalani, sarebbe sufficente. Simbolica era la presa del Campanile a Venezia nel 1996, simbolica può essere una manifestazione di poche decine di centinaia di persone. Ma il voto di milioni di persone non è simbolico, è reale e non può essere ignorato anche se non ha effetti giuridici. Perlomeno, non è ignorato nei paesi democratici. Nella giornata non ci sono stati incidenti di rilievo, l’atmosfera è quella di una festa, a parte alcuni tentativi di boicottaggio da parte di gruppi di nazionalisti spagnoli che hanno anche presentato una serie di denunce chiedendo di arrestare dei membri del governo. Inoltre, la Procura pubblica, all’incirca l’equivalente dei nostri prefetti e che è fedele al governo spagnolo ha chiesto alla polizia catalana di identificare i volontari che hanno aperto le sedi in cui si sarebbe votato, ma il governo catalano ha rifiutato di dare l’ordine nello stesso modo in cui hanno autorizzato i volontari ad accedere ai locali pubblici. Le urne si trovano infatti nelle scuole superiori, che sono gestite direttamente dal governo catalano, oppure nelle palazzi comunali delle piccole città e dei villaggi. Le operazioni di voto sono gestite da 40.930 volontari ma il governo catalano sostiene attivamente il processo di voto.
Altri tentativi di boicottaggio del voto per l’indipendenza della Catalogna da parte della Spagna hanno riguardato un attacco informatico al sito internet del Governo Catalano e al call center delle associazioni civili di volontari che si sono occupati dell’organizzazione. Anche l’Associazione dei Comuni per l’indipendenza (AMI) ha riferito di aver avuto un attacco simile. In alcuni Comuni, poi, questa mattina i volontari hanno trovato le serrature piene di silicone e le porte coperte di scritte anti indipendenza. Sono comunque riusciti ad aprirle in orario per iniziare le operazioni di voto. Il delegato del governo spagnolo in Catalogna, María de los Llanos de Luna, ha inviato una lettera a tutti i direttori delle scuole superiori e agli ufficiali di governo, per ricordare loro la sospensione del referendum da parte della Corte Costituzionale e per metterli in guardia su possibili conseguenze legali se avessero collaborato e venerdì il vice primo ministro spagnolo, Soraya Sáenz de Santamaría ha fatto una cosa simile: ha parlato di possibile conseguenze legali ne confronti dei dipendenti pubblici e dei sindaci, anche se non ha specificato quali potrebbero essere. Nonostante tutto, però, i catalani hanno votato in massa e domani mattina sapremo qunati di loro voglio essere indipendenti da Madrid.
Articolo aggiornato il 09/11/2014 21:13