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A Ossona, gli abitanti del Codàlà, specialmente quelli del cortile in cui risiedono le due alacri imprenditrici del benessere che tanto hanno fatto discutere con la loro attività alla luce del sole e della luna, si sentono abbandonati dalle istituzioni.
Quando hanno letto l’articolo che settimana scorsa è uscito su Altomilanese, a nome dell’articolista Lucrezia Cantarello, però, si sono arrabbiati: “Non è giusto: non può permettersi di darci dei bugiardi. Venga a vivere qui e poi vediamo se resiste e se non si lamenta anche lei di quello che dobbiamo subire. Dovrebbe proprio scusarsi con noi” dicono prendendosela per il fatto che, alla fine del pezzo pubblicato sulla pagina di Ossona, l’articolista di Altomilanese aveva scritto che gli zingari che abitavano nella corte Scrusa erano brave e oneste persone che non davano fastidio a nessuno e che io (Ilaria Maria Preti) mi invento le storie su Ossona.
Gli abitanti del Codalà, zona di Ossona che indica la parte che da piazza Litta va verso Casorezzo e denominazione che userò deliberatamente per evitare di dare indicazioni su come trovare le due signore, sono giustamente esasperati dalla situazione e non si fidano più delle istituzioni. ” E’ vero che il comandante Pianura non ha mai ricevuto segnalazioni da noi. Cosa ci andavamo a fare? Un esposto che non avrebbe raccolto perchè si tratta di un’appartamento privato? Però la nostra esasperazione e i nostri problemi non cambiano. Se parlando apertamente con i giornali, riusciamo a risolvere qualcosa in più che parlando con chi dovrebbe difenderci, noi parliamo con i giornali. La verità, però, è che ci sentiamo abbandonati e senza difese; obbligati a fare da soli per difendere il diritto alla serenità delle nostre famiglie e dei nostri figli”.
“Se prendevano una villetta isolata nessuno diceva nulla. Così invece i loro clienti vanno in giro a cercarle dappertutto lungo la via, e ci sono delle adolescenti. Non è una bella esperienza, per una bambina che si affaccia all’adolescenza, sentirsi fare proposte mentre esce di casa per andare a scuola”. “Le due professioniste fanno molti straordinari fino a notte fonda, sabato e domenica comprese”. Queste sono solo alcune delle testimonianze che si possono raccogliere in Codalà. Ce ne son molte di più, alcune più specifiche, ma va protetta la privacy e la sicurezza di chi sta vivendo questa brutta esperienza perchè, a quanto pare, ci sono stati episodi di aggressività che devono rendere prudenti.
In realtà, però, non sono convinta che la polizia locale di Ossona possa dire di non sapere nulla. Scoprire la vicenda non era difficile: bastava leggere il giornale. No, non Cronaca Ossona. Praticamente ci mancava solo che mettessero delle bandiere sventolanti fuori dalla corte o sul tetto. Le due professioniste quindici giorni fa, infatti, hanno pubblicato due annunci sulle pagine di Settegiorni: una frase come “Calda cubana a Ossona”, seguita dal numero di telefono, poteva già chiarire alla polizia locale che cosa succedeva in Codalà. Più esplicito ancora era un’ annuncio pubblicato in Internet su cui, sotto il nome della professionista, si spiegava che a Ossona si poteva trovare “la regina della pe…..ina”. Lo chiarisco subito, dato che il mio nome lo metto in chiaro: quest’ultimo particolare me lo hanno fatto vedere degli amici piuttosto maliziosi, con un commento. ” ma allora è vero che Ossona, figabona!”.
Articolo aggiornato il 14/12/2016 21:19