Monticello Brianza, ville aperte: i giorni della lingua milanese
Una piccola serie di eventi sulla storia, la lingua e la cultura lombarda sono stati organizzati dall’ associazione culturale Gasac, nell’antico granaio di villa Greppi a Monticello Brianza a partire 27 settembre fino al 5 ottobre 2014. La cornice è quella dell’iniziativa, “ville aperte in Brianza”, che propone una serie di mostre sulla madre e sulla cultura milanese e contempla anche il “Viaggio pittorico nei monti di Brianza”, una raccolta si fotografie ricavate da di 24 incisioni disegnate e dipinte nel 1823 dagli artisti e coniugi Federico e Carolina Lose.
La prima conferenza, dedicata alla storia della Brianza segreta sarà tenuta il 4 ottobre alle ore 17 dal direttore del Centro delle Culture Lombarde, prof. Andrea Rognoni. Partendo dalla storia della Brianza e giungendo alla nascita dell Brianza moderna tra settecento e ottocento , attraverso l’esperienza dei viaggiatori e delle ville e analizzando il rapporto fra Alessandro Manzoni e il nostro territorio, mette sapientemente a fuoco il grande valore del dialetto brianteo e delle sue tradizioni.
Di seguito alla conferenza, alle 17,45, inizierà lo spettacolo “Bel paese è Lombardia” di Roberto Marelli: il poeta milanese ha costruito un “divertissement” all’insegna del cabaret lombardo, unendo fra loro, monologhi, ricordi, aneddoti e poesie già famose o meno conosciute, ma tutte appartenenti alla cultura della Milano Brianzola.
Il 5 ottobre, invece, alle ore 18, Silvano Pirrotta terà una conferenza in lingua milanese ripercorrendo le tracce dei percorsi e dei luoghi de “I promessi sposi”. La conferenza è intitolata Da Lech a Milan: quater pass con Don Lissander.
Don Lissander Manzon era il vero nome, non italianizzato, di Alessandro Manzoni. A Milano e in Lombardia era noto solo come don Lissander, secondo l’abitudine lombarda, tuttora seguita, di chiamare le persone di pregio con il solo nome proprio, preceduto solo al massimo dal pronome onorifico Don, o nel caso femminile Donna, come a sottolineare che era così famoso e apprezzato che non ci si poteva confondere, chiamandolo rispettosamente per nome, con altri.
Don Lissander, anche se spesso portato ad esempio come inventore della lingua italiana, per quella sua “frase “lavare i panni in Arno” riferita alla sua mira a voler scrivere un romanzo in puro toscano, era un fine studioso della lingua milanese e lombarda, che conosceva approfonditamente in quasi tutti i suoi aspetti. Difatti, i Promessi Sposi devono la sua importanza nell’ambito della letteratura soprattutto alla grande ricerca filologica nel toscano in cui l’autore aveva tradotto i termini e i significati derivati dalla sua profondissima conoscenza filologica del milanese.
L’associazione culturale Gasac è una associazione culturale che si occupa di ricerca e ricostruzione storica e archeologica sperimentale, indirizzata soprattutto sui periodi celtici e longobardi.
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