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Ciò che è necessario smettere di credere se si parla d’adozione

C’è una cosa che necessario smettere di credere quando si parla d’adozione e ve la ho raccontata durante la trasmissione di questo sabato mattina a radio Padania libera. Gli argomenti trattati due, ambedue legati ai modi diventare genitori quando la natura non ci permettere di esserlo e con le persone con cui vorremmo condividere l’esperienza.

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Si è quindi parlato di fecondazione eterologa e delle linee guida che i rappresentanti delle Regioni e delle provincie autonome di Trento e di Bolzano hanno approvato lo scorso 4 settembre durante la conferenza delle Regioni e di adozioni di bambini dalle coppie omosessuali.
Qui sotto potete ascoltare la puntata di Maramao ma, per tenere fede al titolo e avendo già parlato un pochino della fecondazione eterologa, parliamo prima della possibilità di adozione da parte delle copie gay.
Cominciamo con il dire che non è vero che i gay non possano adottare all’intero dei territori dello stato italiano.
I gay, gli omosessuali, possono adottare i bambini come chiunque altro, solo che, come per chiunque, altro l’adozione non è una passeggiata in carrozza alla fine della quale ti consegnano un neonato bello nuovo, infiocchettato e che sa di latte e borotalco. Non è così. Adottare è difficile ed è giusto così, sia per chi è omosessuale sia per chiunque altro.

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Gli omosessuali non possono proporsi come genitori di ripiego per bambini che “nessuno vuole” perchè la realtà è che potrebbe benissimo essere che siano quei bambini che non li vogliono. Può sembrare una cosa dura da accettare ma è da accettare. Il caso di adozione a parte della compagna della madre naturale che è avvenuto qualche settimana fa, invece, è avvenuto perché il giudice ha giustamente considerato il desiderio e il livello di consapevolezza di una bambina, figlia biologica di una delle due donne della coppia e con padre sconosciuto, che non la ha riconosciuta, cui l’aver due mamme non ha creato problemi. Brave le due donne, probabilmente, e bravo il giudice che ha fatto ciò che doveva fare: mettere l’interesse e il benessere del bambino al di sopra del benessere e degli interessi dei adulti.

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Ciò che è necessario dimenticare quando si parla di adozione è che il problema riguardi i genitori. In realtà, al centro dell’adozione c’è il bambino cui deve essere data una famiglia che lo soddisfi pienamente. Con l’adozione si dà una famiglia ad un bambino, non un bambino a una coppia.
I casi in cui il giudice tutelare di un bambino prende la decisione di permettere l’adozione, anche nel caso di una coppia eterosessuale , all’interno di una coppia già formata di un componnte nei confronti dei figli dell’altro componente della coppia, rispetta generalmente alcuni aspetti importanti. Ad esempio, il bambino non deve avere un altro genitore biologico in vita e conosciuto, la coppia deve dimostrare di essere stabile già da parecchio tempo, il bambino deve accettare o, meglio ancora, domandare lui l’adozione. Alle coppie etero si richiede anche di essere sposate, per dare una maggior sicurezza ai bambini. Nei casi delle coppie omosessuali, invece, il giudice decide sempre dando il maggior valore all’interesse del bambino.

Con la fecondazione eterologa funziona più o meno nello stesso modo: uno dei due componenti della coppia adotta i figli dell’altro. Infatti la fecondazione eterologa pone un piccolo problema giuridico. Se il padre  di un bambino nato dalla fecondazione eterologa con l’apporto dello sperma di un donatore riconosce il bambino come proprio, commette un falso in un atto pubblico e corre dei rischi penali pesanti. Quindi, per essere padre, dovrà adottare il figlio della propria moglie,  in attesa che qualcuno trovi il modo di risolvere questo problema legale.

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Articolo aggiornato il 01/03/2016 11:48

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