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Il libro “Magie e misteri del quotidiano: leggende e tradizioni lombarde, scritto da Ada Cattaneo sarà presentato in una cornice magica, il castello di Locarno, sulle sponde ticinesi del lago Maggiore, o Lago Verbano, volendo usare quel nome antico che meglio lo caratterizza e meglio ne testimonia la storia.
Nonostante la nazionalità svizzera possa confondere, Locarno è una città di tradizione insubre e lombarda, ed è la cornice giusta per un libro di cultura lombarda che riporta la prefazione del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
Ada Cattaneo sembra una fatina uscita proprio da una delle leggende lombarde che racconterà nella serata. Non bisogna, però, lasciarsi fuorviare troppo da quell’aria eterea che la rende tanto simile alle fate, perché Ada Cattaneo è una giornalista, un docente universitario di sociologia, comunicazione e tendenze socioculturali, ed è stata premiata nel 2014 con il Premio Letterario Femminile di Donna Impresa con la nota che la descrive come una “straordinaria testimone nel delineare nuovi orizzonti nel contesti sociale.” Finora ha scritto circa 40 opere scientifiche e due volumi che parlano di leggende e tradizioni lombarde.
Una mente scientifica, quindi, che si occupa di magie e leggende. Decisamente è un fatto curioso e quindi abbiamo chiesto ad Ada i motivi che l’hanno spinta ad occuparsi di questi aspetti della cultura lombarda.
“Mi occupo di leggende lombarde per vari motivi. In primo luogo perché una pianta senza radici non può stare in piedi, né vivere né slanciarsi verso l’alto, ossia una persona o una comunità sradicata, che ha perso la memoria del proprio passato, è senza identità, è disorientata, non capisce il presente, non ha il coraggio né la forza di slanciarsi verso il futuro. Poi perché nell’era della globalizzazione, del materialismo e del disincantamento, c’è sempre più bisogno di riscoprire le nostre origini, di imparare a guardare ‘oltre’ il qui ed ora, di tornare a sognare, a credere, sperare. Infine per una specie di dovere morale nei confronti dei nostri antenati dai quali abbiamo ricevuto un immenso patrimonio di valori, di saggezza e sapienza che rischia di cadere nell’oblio se non lo tramandiamo ai posteri.”
Il romanticismo e la profondità dei sentimenti dimostrati dalle parole di Ada non potevano essere lasciati cadere, ed è naturale voler sapere quale, fra le storie e i fatti di questa semisconosciuta particolarità della Lombardia, preferisce: se ama di più le storie dei draghi oppure quei piccoli racconti che nascono intono agli oggetti come l’origine della madonnina del Duomo. La sua risposta è molto misteriosa e intrigante, proprio come ci si aspetterebbe da una fata.
“Invero non posso scegliere una leggenda piuttosto che un’altra. Sono tutte affascinanti e preziosissimi scrigni che racchiudono l’arcano segreto e l’inestimabile tesoro della nostra gente, della nostra terra, di noi stessi. Ognuna è un concentrato di storia e di storie, di emozioni e ricordi tessuti da milioni di persone in migliaia di anni. È un piccolo capolavoro della cultura popolare e dell’immaginario collettivo con grandi insegnamenti che valgono in eterno. La mia leggende preferita è, dunque, quella che ciascuno di noi scrive ogni giorno, perché, infondo, quando la realtà supera la fantasia… è proprio e solo allora che nasce la leggenda.”
Articolo aggiornato il 21/03/2016 12:41
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