Milano: cosa c’è davvero sotto il Duomo?
Milano ha origini antichissime. Da recenti ricerche e scoperte compiute nel campo archeologico e storico, sappiamo che la città fu fondata dalla tribù celtica degli Insubri. La maggior parte degli studiosi ha idee confuse sulla reale datazione di queste fondazione, in quanto si affidano alle leggende giunte sino a noi: in tal modo i dati in loro possesso risultano essere alquanto contrastanti.
Uno fra i massimi storici dell’impero romano, Tito Livio, ci offre quella che può essere ritenuta la più valida fra le ipotesi, che fa risalire la nascita di Milano al VII° secolo a.C., durante il regno di Tarquinio Prisco ( 616 -579 aC ).
Questo racconto della fondazione di Milano, tuttavia, potrebbe anche riferirsi ad un periodo antecedente, in quanto il resoconto riportato da Livio, era stato raccontato da un Gallo, abitante della Gallia Cisalpina. Che le origini di Milano siano più antiche è dimostrato dal fatto che, durante gli scavi compiuti in Via Moneta, per la costruzione della Metropolitana della linea 3, e in altre zone centrali limitrofe, sono stati ritrovati reperti del periodo Golasecchiano risalenti al X°-VIII° sec. a.C.
La verità nelle leggende sulla fondazione di Milano
Una delle leggende che più si avvicina e si ricollega a questi dati archeologici, è quella del racconto liviano secondo il quale un pago degli Edui, provenienti dalla Gallia Transalpina (Francia), erano giunti nella Pianura Padana perché avevano sentito dire che questo territorio era chiamato “Insubrio”, proprio come il nome della loro tribù principale, gli Insubri. Gli Insubri ritennero il fatto un segnale sacro, decisero di fermarsi in quel luogo e di chiedere ai loro sacerdoti, i Druidi, di dialogare con gli dei per capire dove poter fondare il loro villaggio: gli dei ascoltate le loro invocazioni, inviarono come messaggero una scrofa per metà lanuta bianca di cinghiale che li condusse presso una radura di siepi di biancospino. Attraversando un bosco di querce e castagni, fondarono così’ “Medhelan” che in lingua insubre significa “centro sacro”.
Perché questi segni erano ritenuti sacri e di buon auspicio ? Analizziamoli.
La scrofa bianca
In quel periodo la Pianura Padana era popolata da un numero consistente di cinghiali. Le scrofe bianche, tuttavia, erano molto rare pertanto, secondo le credenze degli antichi era di buon auspicio, in quanto simbolo di purezza.
La siepe di Biancospino.
Il biancospino era la pianta che rappresentava una delle divinità più venerati dagli Insubri: Belisama, la dea della saggezza e della fertilità.
A questo punto, avendo ricevuto due elementi sacri, decisero di fermarsi ed iniziare a costruire il villaggio, servendosi del legno di questa pianta per recintare il luogo sacro. I druidi posero la prima pietra, un menhir (letteralmente significa “pietra allungata”), nel punto di congiunzione tra una fonte d’acqua sorgiva e, osservando il Cielo, (i Druidi erano abili astronomi) il punto riportato in terra per speculazione, della stella che in quel momento era più brillante: Sirio.
Anche quest’ultima scelta non era casuale, in quanto era una delle tante rappresentazioni della dea Belisama. Dobbiamo tener presente che gli Insubri, come tutte le altre tribù celtiche, non facevano le cose così per caso: quando dovevano edificare un villaggio, un tempio, prendevano in considerazione non solo la posizione geografica, ma anche la presenza di particolari stelle o elementi del territorio che consideravano significativo. Questo perché erano elementi che rappresentavano un centro d’equilibrio tra Cielo e terra.
Dell’origine celtica di Milano, ai giorni nostri, si possono vedere ancora dei simboli particolari. Prima di tutto è bene ricordare la “scrofa semilanuta” posta in piazza Mercanti e che rappresenta uno dei simboli più antichi del nostro Milano. Abbiamo poi la quercia, pianta simbolo dei Druidi, visibile sul portone di sinistra del Duomo. All’interno della cattedrale sul soffitto di destra possiamo vedere tanti bei Triskell, simbolo celtico per eccellenza che rappresenta il percorso che il Sole compie durante tutto l’anno e simbolo di perfezione.
Ma di questi esempi, se ne trovano parecchi girando per le vie di Milano. Non ultimo, la pietra tanto venerata dai milanesi che San Barnaba utilizzo per evangelizzare i cittadini di Milano. E’, questa, una pietra antica importante per il popolo Insubre in quanto rappresenta, coi suoi 13 raggi, il calendario luni-solare e la ruota della Vita, simbolo del dio Beli (Belenos) e della Dea Belisama. Non a caso, quando giunse San Barnaba, i milanesi si erano radunati attorno alla pietra per compiere “strani rituali”, che oggi sappiamo essere legati proprio alle feste del calendario insubre. Questa pietra è meglio nota col nome di “tredesin de Marz “, e la possiamo vedere presso la chiesa di Santa Maria della Passione. Altro simbolo di origine celtica, ma non ultimo, è la rosa a sei petali, o stella a sei punte, chiamata anche Sole delle Alpi, che rappresenta la ruota solare e la consolidazione dell’unione tra Uomo e Cosmo. La rappresentazione simbolica del Sole è di origine antica e la ritroviamo in molte valli e paesi del Nord Italia.
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Semplice deduzione, la dove sorgono chiese basiliche templi, cioè opere volte alla preghiera quindi sacre, anticamente esistevano (prevalentemente) templi /così detti pagani) antichi dedicati a dei mitologici. Sarebbe interessante fare ricerche approfondite nel vero senso lato della parola.