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A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
La parola clandestino o clandestini è una parola proibita alla stampa e ai giornalisti, che devono sostituirla con le parole migrante, migranti, immigrati, richiedenti asilo o, nel caso peggiore, quando vogliono proprio parlare male della categoria, possono arrivare a definirli irregolari.
Questa situazione è iniziata nel 2008, con l’emissione da parte della FNSI Federazione Nazionale Stampa Italiana, uno dei sindacati dei giornalisti, della Carta di Roma. Questa Carta si è data forma di codice deontologico e ha imposto la regola a tutti.
Adnkronos si è adeguata e lo scorso aprile il suo presidente ha dichiarato che la parola clandestino sparirà dalle notizie diramate dall’agenzia di stampa e sarà sostituita da quelle ammesse dalla Carta di Roma.
Pare che il caldo suggerimento ad adeguarsi sia arrivato dall’on. Laura Boldrini. Tutto si è svolto abbastanza in sordina e la sostituzione della parola è avvenuta nei telegiornali, sulla carta stampata e ha coinvolto persino la Lega Nord che alla manifestazione del 14 luglio a Magenta, in provincia di Milano, non si è ribellata all’arrivo dei clandestini alla casa Vincenziana, ma alle “politiche migratorie del governo italiano” mentre la parola clandestino campeggiava sui cartelli in mano ai partecipanti.
Anche questa settimana, a Castano Primo, sempre in provincia di Milano,vi sarà una festa della Lega Nord il cui lo slogan è “Clandestino è reato e il messaggio è “contro le politiche migratorie del governo”. Queste due iniziative della Lega Nord in questa guerra delle parole sono emblematiche: ricordano un po’ il movimento ermetico durante il fascismo: si hanno infatti due reazioni alla proibizione dell’uso di determinate parole: da una parte c’è la presa per i fondelli ( contro le politiche migratorie) e dall’altra la sfida aperta ( clandestino è reato).
L’ultima volta che avevo sentito parlare della censura di determinate parole da parte di enti istituzionali era stato a scuola, quando si rideva leggendo, nei libri di storia, le parole proibite dalla Censura fascista, emanazione del Min Cul Pop, e ci si domandava come fosse possibile che persone intelligenti, come certi autori letterari che studiamo ancora, accettassero di sottoporsi a una pratica simile. Le reazioni erano le stesse: la sfida e la presa per i fondelli, o l’accettazione supina della proibizione.
E la presa per i fondelli si nasconde proprio nella parola scelta più spesso per sostituire la parola clandestino: Migrante, come le rondini. Forse proprio per questo la parola ha tanta fortuna anche fra i giornalisti che si adattano supinamente a farsi negare la libertà di parola. Se le rondini arrivano a primavera e migrano verso l’Africa in autunno, lo faranno anche i migranti. Chi però preferisce la sfida a faccia aperta può continuare a scrivere la parola clandestino, clandestini, clandestino è reato..
Articolo aggiornato il 27/09/2022 17:57
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