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In regione Lombardia è stato presentato un progetto di gestione delle Cave di Casorezzo che si trovano sul territorio di Busto Garolfo, ma al confine con Casorezzo.
Dai documenti presentati in Regione vi è stato chi, infatti, seguendo da tempo le questioni legate alla annosa e difficile controversia delle cave, ha dedotto che l’azienda fosse in procinto di chiedere delle nuove autorizzazioni per riempire le cave con materiali che al momento non sono permessi: fra questi vi sarebbe anche l’amianto. La ditta Solter ha rilevato il ramo d’azienda che riguarda le cave dalla azienda Ecoter, che a sua volta le aveva acquisite dalla ditta Cave di Casorezzo srl.
Dal canto suo, prima ancora di arrivare a pensare al tipo di materiale da conferire per il riempimento delle cave, la regione Lombardia ha richiesto alla ditta Solter una serie di documenti aggiuntivi, ad integrazione dell progetto presentato e che si trova pubblicato sul sito internet S.I.L.V.I.A.
Questi documenti aggiuntivi dovranno essere consegnati prima di dare inizio al procedimento V.I.A., Valutazione Impatto Ambientale, entro l’8 settembre 2014, e riguardano, oltre alle pratiche di definizione degli oneri di urbanizzazione , anche alcune relazioni tecniche che mirano conoscere meglio il tipo di progetto che l’azienda chiede di approvare.
a questione è particolarmente delicata e si basa, come è sempre successo in questi anni, sulla definizione del tipo di materiale con cui riempire la cava, prima di iniziare al riqualificazione. Attualmente i materiali conferibili sono rifiuti speciali non pericolosi o terreni non contaminati ma provenienti di siti attigui a siti contaminati. Nella relazione non tecnica presentata dalla ditta Solter sembra invece che si parli di rifiuti pericolosi.
Commentando la richiesta di nuova documentazione il sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani, ha commentato in modo favorevole le richieste di regione Lombardia.
“Questa presa di posizione di Regione Lombardia ci concede più tempo. Ma sappiamo che non sarà l’atto conclusivo. Quindi dobbiamo continuare a prepararci studiando a fondo tutti gli aspetti della questione. L’obbiettivo resta sempre la tutela della salute dei Cittadini”
La storia delle cave di Casorezzo è lunga e complicata, cosparsa di battaglie e di interventi di comitati di cittadini; battaglie che può comprendere solo chi vive, come i cittadini di Casorezzo, Busto Garolfo e Ossona, sulle soglie finali del deposito morenico delle prealpi, che è sempre stato soggetto all’escavazione di ghiaia e a riempimenti dei conseguenti buchi.
Articolo aggiornato il 09/10/2015 14:47