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Chi non sa ancora che cos’è il deep web e quindi non conosce la rete Tor penserà di aver perduto un’occasione quando scoprirà che si tratta di una delle reti parallele a internet, famose per la riservatezza delle comunicazioni, e che ora è stato attaccato da degli sconosciuti che l’hanno obbligata ad un rapido aggiornamento e a ridimensionare la sua reputazione di rete dalla privacy inviolabile.
Gli autori di questa bravata, secondo quanto sospettano le autorità americane, sono degli studenti o dei ricercatori universitari del Software Engineering Institute (SEI) della Carnegie Mellon University che nei nei mesi scorsi avevano proposto un intervento, durante la conferenza Black Hat, che si intitolava qualcosa che suonava come: “non è necessario essere degli esperti per infiltrarsi in Tor: rendere riconoscibili tutti gli utenti con un piccolo budget.”
L’intervento alla conferenza poi era stato cancellato, ma si direbbe che le intenzioni, e le conoscenze informatiche dei relatori, erano fin troppo chiare.
Ora si trovano nella veste dei maggior sospettati del buco che è avvenuto individuando, procedendo a ritroso, sino alla partenza, le origini del traffico della rete. Il buco è stato chiuso, ora, da quello che dicono sul sito del progetto Tor, ma a buoi scappati.
Articolo aggiornato il 16/02/2016 10:53
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