Ossona, legge Merlin: via gli zingari, arriva la casa chiusa
Buone notizie per Ossona: c’è anche l’anticipazione della abrogazione della Legge Merlin!
Ricordate la via Patriotti e la Corte Screusa, dove risiedevano quei famosi avvocati svizzeri dell’Onu, che poi erano zingari, e di cui avevamo ampiamente parlato anche su Cronaca Ossona? Ebbene, sin dai primi giorni di luglio gli zingari ricchi, come erano anche stati definiti, hanno deciso di andare a deliziare la provincia di Varese e si sono trasferiti in uno dei comuni vicino a Malpensa.
Il Co da là cominciava a respirare e a ritornare alla normalità, quando si è presentato, in quella zona di Ossona , un altro problema altrettanto boccaccesco.
Pare che due giovani “boccadirosa” abbiano deciso di portarsi avanti con l’iniziativa imprenditoriale e, scommettendo sulla vittoria del referendum promosso dalla Lega Nord per eliminare la legge Merlin e togliere la prostituzione dalle strade, che sarà probabilmente indetto per il prossimo autunno, hanno investito il loro denaro nell’ apertura di un proficuo studio professionale in cui prestano i loro servizi.
Proprio a causa di questa trasformazione imprenditoriale del servizio più vecchio del mondo, i prezzi praticati sono più alti di quelli richiesti dalla maggior parte delle loro colleghe che lavorano nelle postazioni individuate dalle sedie legate ai pali dei cartelli stradali, come quella che per mesi si trovava davanti ai capannoni della Ex Bertola. Si parla, mi dicono, di tariffe dai 100 euro a botta.
Di fatto, anche se si può apprezzare lo spirito d’iniziativa, fino alla vittoria del referendum che abrogherà la legge Merlin, l’apertura di case chiuse rimane proibita e punibile dalla legge, mentre dopo la ratifica del risultato del referendum sarà comunque un caso di evasione fiscale totale.
Ovviamente non scriverò in pubblico dove si trova lo studio professionale, per evitare di promuovere quello che ancora è, a tutti gli effetti, un reato e per evitare di dare un indirizzo a quelle deboli menti maschili che ancora non lo conoscono e che potrebbero essere tentate di bruciarsi lo stipendio e la famiglia in servizi particolari, però mi piacerebbe che si intervenisse per evitare che Ossona torni ad essere conosciuta nei dintorni con l’imbarazzante soprannome con cui era conosciuta mezzo secolo fa: “Ossona, figa bona.”
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Ma dai, non sapevo di questo soprannome di Ossona. Beh, mi dicono che anche a Casorezzo ci sono imprenditrici di loro stesse, si vede che il lavoro rende. Almeno ci pagassero le tasse…