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Ossona, vasca volano o cultura intensiva?

Dalla vasca volano di Ossona, che si trova all’altezza della rotonda che porta al ponte dell’autostrada, in questi giorni, specialmente prima delle piogge di domenica 20 luglio, si sprigionava un odore acido e pungente, che prendeva dritto lo stomaco, mentre l’istinto invitava ad allontanarsi velocemente.

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Gli anziani del paese, che conoscono l’uso e la manutenzione dei pozzi neri, hanno riferito che è ora che l’amministrazione comunale chiami gli Spurghi, prima che succeda qualche disastro. Alla vasca volano non ci sono pozzi neri, ma l’odore pungente dei fanghi depositati era decisamente lo stesso di un pozzo nero troppo pieno, persino domenica sera,  dopo che le piogge abbondanti avevano diluito le particelle.

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vasca volano. Ossona, vasca volano o cultura intensiva? - 22/07/2014

Come si può notare dalle foto, 3 delle 4 vasche, quelle di decantazione delle acque reflue, si sono trasformate in una vera e propria cultura intensiva di tipo idroponico. Non si sa se la cosa è stata intenzionale, ma con la concimazione e la grande quantità di fosforo e materiale organico presenti nei fanghi depositati sul fondo della vasca volano, sono riusciti a crescere persino degli alberelli, oltre ad una notevole e robusta quantità di erba. La copiosa presenza delle piante e degli alberelli cresciuti all’interno delle vasca volano danno ragione ancora una volta agli anziani di Ossona: anche senza pozzo nero, è ora di chiamare gli spurghi.

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Cos’è la vasca volano?

La vasca volano è l’opera idraulica in cui finiscono le fogne di Ossona prima di essere dirette verso il depuratore di Robecco sul Naviglio. Si tratta serie di 4 vasche di cemento armato. 3 vasche sono a decantazione, mentre la quarta è a evaporazione. A lato passa anche il canale dell’unico fontanile a risorgiva che si trova sul territorio di Ossona.
L’opera serve a impedire che, durante i periodi di grandi piogge, il depuratore di Robecco sia raggiunto all’improvviso da una massa di acqua sporca, di difficile gestione. Il sistema è tutto considerato semplice.

Se il flusso delle fogne  è normale, si incanala naturalmente nei tubi che portano a Robecco.  Se, invece piove troppo una parte dell’acqua sporca si incanala verso la prima vasca volano.
Qui la parte organica e pesante si deposita sul fondo della  Vasca Volano e poi, a pioggia finita, la parte superficiale è recuperata tramite un sistema di pompe e rincanalata verso il depuratore.

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 Se durante la pioggia la prima vasca volano si riempie troppo, la parte in eccedenza tracima nella seconda vasca dove, anche in quel caso, le parti pesanti e organiche si depositano sul fondo in cemento armato.
Vi è una terza vasca con le stesse funzioni e infine una vasca più grande a evaporazione dove le pompe non arrivano  ma l’acqua tracimata è lasciata evaporare.

Se la pioggia fosse così eccezionale che tutte le vasche tracimassero una nell’altra e anche la vasca a evaporazione si riempisse troppo, l’acqua in eccesso della vasca a evaporazione tracimerebbe nella piccola cava che si trova alle spalle della vasca volano e, nel rarissimo caso in cui anche la cava si riempisse troppo l’acqua , che comunque non è pulitissima, ma ha subito comunque il filtraggio delle vasche a decantazione, finirebbe nel canale che porta al fontanile.

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Il sistema è ottimo e tutto funziona alla perfezione se, di tanto in tanto, le vasche a decantazione sono svuotate dai fanghi. Oltre alla puzza emessa dalla fanghiglia se i fanghi crescono troppo riducono la capienza delle vasche volano e, a lungo andare, cresce il  rischio di tracimazione nella cava e nel fontanile,  anche con piogge di portata media. Il tipo di acqua che finisce nelle acque delle vasche sottostanti è più sporca del previsto perchè ha potuto decantare meno.

La copiosa presenza delle piante e degli alberelli cresciuti all’interno delle vasche volano danno ragione ancora una volta agli anziani: anche senza pozzo nero, è ora di chiamare gli spurghi. A meno che , ovviamente, non si intenda trasformare la vasca volano di Ossona in una serie di vasche di cultura idroponica intensiva.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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