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Casorezzo, Farmo: lavoro, prodotti senza glutine, expo e integrazione con il territorio

Il nuovo stabilimento della Farmo S.p.A. di Casorezzo avrà una superficie produttiva di 4mila metri quadri. Il 30 giugno ha posato la prima pietra  e l’apertura è prevista per il giugno 2015.

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L’azienda ha fatto moltissimi progetti: si pensa infatti a nuovi posti di lavoro, e all’assunzione di giovani nel settore della produzione e della panificazione di prodotti senza glutine e si aspira, ma non a breve termine, anche ad aprire una rivendita di prodotti Farmo, eventualmente affiancata da un forno-panetteria, sebbene non esista ancora un progetto concreto a riguardo,  in cui vendere pane, pizza e pasta fresca senza glutine, agli allergici e ai malati di Celiachia.

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Nei progetti a breve termine si sono anche la partecipazione alle fiere internazionali, come il Free Gluteen & Allergy Show di Londra, e anche all’Expo di Milano.
La Farmo è disponibile all’ integrazione economica con il territorio e alla partecipazione alle iniziative locali come fiere e convegni. Sono tutti progetti interessantissimi e la dottoressa Francesca Rognoni responsabile marketing dell’azienda, ha risposto alle domande in merito  a questi argomenti nelle pagine seguenti.

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Farmo, casorezzo: posa della prima pietra

L’intervista

Con il nuovo stabilimento pensate che potrete aumentare il personale di qualche unità?

Credo proprio di si. Penso sarà necessario assumere nuove persone.

Con che curriculum?

In produzione. Per il momento assumiamo giovani prendendoli in stage, non appena escono dalla scuola alberghiera o dai corsi di panificazione. Sono giovani che sanno quindi che cos’è la produzione alimentare e che hanno una loro base. Poi, ovviamente, sono formati sulle attrezzature che abbiamo qui. Quello di assumere giovani è un percorso che funziona, perchè così prendono le buone abitudini da subito e riescono poi ad applicarle nella produzione.

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Esiste la possibilità dell’apertura di uno spaccio o un negozio dedicato della Farmo?

Farmo si differenza dalle altre ditte perchè facciamo tutto noi: dalla ricerca e sviluppo alla produzione e alla vendita e produciamo anche per conto terzi. Al nostro interno abbiamo il laboratorio di ricerca e sviluppo in cui facciamo anche dimostrazioni e corsi di cucina per i clienti e in cui, con i nostri mix produciamo il pane, la pizza e la focacce.

Tutte le volte che facciamo un corso di cucina e che cuciniamo, ci diciamo che sarebbe bello poter offrire questi prodotti freschi ai clienti, quindi accanto allo spaccio uno poi magari fa anche il forno, dove produce il pane, perchè poi comincia a crearsi un certo giro. Non c’è niente di deciso, però sarebbe un bel progetto secondo me. Spero che si riesca a realizzare.

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La Farmo è in espansione e ha iniziato anche a esportare all’estero…

Come Farmo lavoriamo principalmemente per l’Italia ma stiamo anche esportando molto, in particolare negli Stati uniti: Il prodotto che funziona d più è la pasta e quindi la pasta senza glutine made in italia funziona benissimo. E’ anche per questo che le nostre linee di produzione spaghetti e pasta stanno lavorando a pieno ritmo. Per ora parte per gli USA un container alla settimana, e siamo in partenza per Londra dove parteciperemo al Free Gluteen and Allergy Show, una fiera dedicata al settore dei prodotti senza glutine. Speriamo di proporci anche su quel mercato.

Parteciperete anche a Expo?

Come azienda ci sentiremmo direttamente coinvolti visto che il tema è “Nutrire il pianeta” e noi produciamo alimenti senza glutine, a base di mais e di riso che sono certificati no-ogm e di provenienza italiana, però non abbiamo ben capito come fare per andare a esporre dentro l’area di Expo, quindi siamo disponibili a essere contattati e a saperne di più, perchè ci interesserebbe, ovviamente.

Cosa pensate della interazione economica con il territorio di insediamento, cioè quando le aziende scelgono, a parità di curriculum e pretese economiche, di dare la preferenza a chi risiede nel Comune in cui l’azienda risiede e della partecipazione attiva alle iniziative locali come fiere o convegni sul vostro settore produttivo, cioè l’alimentazione?

Sicuramente è una cosa positiva, quando facciamo i colloqui di lavoro guardiamo sempre i Comuni di residenza. A logica conviene anche all’azienda assumere una persona che abita vicino perchè si pensa che sia più comoda a venire al posto di lavoro e magari c’è meno rischio che vada a cercare altro. E’ positivo assumere persone locali e comunque anche che l’azienda abbia delle attività collegate al luogo in cui è insediata. Si, sicuramente è una cosa positiva.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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