Finalmente Pontida. Il motto di quest’anno: famiglia e Padania
L’appuntamento di Pontida è stato molto intenso per gli orsetti padani. Prima la trasmissione a Radio Padania durante la quale io e Susanna Alberti abbiamo tentato di spiegare a Luca, 11 anni, cos’è Pontida e cosa andiamo a fare in quel prato e poi la domenica di Pontida, che ha un significato leggermente differente per chi si occupa come noi di questa delicata parte della politica che è il settore sociale dedicato alle famiglie dei bambini.
Nonostante quello che potrebbe sembrare data la nostra esperienza di mamme, è stata un’impresa spiegare ad ragazzo di 11 anni perché noi leghisti una volta all’anno desideriamo trovarci sul prato di Pontida, ed è stata un impresa convincere Luca che il mondo visto dal palco di Pontida ha un’altra prospettiva, molto diversa dal solito.
Non è facile raccontare a dei bambini che studiano la storia dal punto di vista dell’italia , con i retaggi ancora oggi lasciati dal Min cul pop dell’era fascista che lasciano credere che la storia del giuramento della città lombarde contro il Barbarossa sia una cosa che ha a che fare con il tricolore. È difficile persino spiegar loro che la Lombardia che oggi loro conoscono solo come una regione amministrativa è in realtà una nazione storica nata dalla confederazione dei liberi Comuni lombardi, e dal giuramento di un pugno di uomini fatto proprio su quel prato della bergamasca.
Cosa si può dire loro se non che i lombardi iniziano le loro battaglie su quel prato lì, per tradizione, e che quindi i leghisti, che sono gli eredi moderni di Alberto da Giussano, partono e finiscono ogni loro azione quel prato. Su quel prato si indica l’obiettivo da raggiungere, e su quel prato si confessano gli errori e si riparte. È un prato di fratelli, di amici. Poi si può dire ai bambini che il loro posto è sul quel palco, che devono essere fra quelli che propongono, non fra quelli scelgono ciò che è proposto da altri. Insomma, a Pontida si sceglie di essere arbitri del proprio destino e si impostano le azioni da compiere per realizzarlo.
Comunque, Luca domenica era sul palco insieme agli altri bambini e le loro mamme e al segretario federale, e quindi sarà lui a raccontarci la sua esperienza. Per l’Associazione Orsetti padani, che non ha dei problemi di elezioni, Pontida è anche la riunione annuale dei genitori il momento in cui ci si può vedere e sentire tutti e in cui si rinnovano obiettivi e progetti per l’anno a venire. A Pontida ci si è sempre tutti; quelli che possono, perlomeno.
Per il prossimo anno le aspettative sono molte: Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord, ha dato un segnale e una visione del futuro. Con sé su palco durante il discorso finale ha voluto le mamme e i papà con i bambini e gli indipendentisti veneti che sono stati le vittime di quel brutto episodio di repressione da parte dello Stato, ha concluso con un “arrestateci tutti” e con un ricordo a Bobby Sands.
Il richiamo ai valori proposti dalla Lega nord e alla loro applicazione concreta, nella vita di tutti i giorni e nella politica, è forte. Non sarei stupita che anche lui, come Sean Connery , che è un indipendentista scozzese oltre che un famoso attore, si fosse fatto fare un tatuaggio con qualcosa di fortemente etnico. Sean Connery ha scritto sul braccio: God, Mam, Scotland. Lasciando perdere Dio, perché ognuno ha il suo tipo di spiritualità, potremo suggerire che il motto nato a Pontida quest’anno è “Mamma e papà, bimbi, Padania” e che ogni nostra azione di appartenenti alle nazioni padane, che sia nella politica o che sia nel sociale, dovrà essere volta all’affermazione di questi valori.
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