Sigarette elettroniche, la Liaf scrive a Napolitano: va difeso il diritto alla salute
Quella del settore economico delle sigarette elettroniche è un lunga battaglia contro una tassa ingiusta e contro il tentativo statale di trasformare un ambito del libero commercio in un monopolio statale, imponendo un’accisa del 58,5% su oggetti di uso comune e che non sempre sono utilizzati per svapare.
Gli imprenditori delle sigarette elettroniche che, in un periodo di grande crisi, sono comunque riusciti a crearsi un lavoro redditizio, si sono giustamente impegnati a cercare di difendere i loro diritti. Si sono impegnati in ricorsi al tar, nell’organizzazione di manifestazioni e a presentare proposte alternative, ma c’è anche un altro fronte di questa battaglia: quello dei vapers, di coloro che con l’aiuto delle sigarette elettroniche hanno smesso di fumare tabacco. A nome loro la Liaf, la Lega Italiana anti fumo, ha scritto al presidente Napolitano per chiedergli di intervenire a difesa dai diritti costituzionali di questi cittadini. In discussione c’è soprattutto il diritto alla salute.
Infatti i dati scientifici dicono che di questi ultimi anni, grazie soprattutto alla sigaretta elettronica che ha permesso una graduale riduzione del tabagismo fino alla liberazione dalla dipendenza, si è registrato un delle più importanti riduzioni di consumo di tabacco di tutti i tempi. Nel solo 2012 si è registrata una riduzione pari allì8% rispetto al 2011.
La Liaf chiede al presidente della repubblica di attivarsi per proteggere il diritto costituzionale alla salute di chi cerca di liberarsi dalla dipendenza dal tabagismo, che provoca tumori alla bocca e alla lingua oltre che quelli ai polmoni, usando la sigaretta elettronica
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