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Ossona, Villa Orsi e’ come la fabbrica del Domm?

La storia del recupero di Villa Orsi è stata sin dall’inizio un tormento, ed ora si prepara a diventare una imitazione della fabbrica del Dom. Non tanto per la cura che ci si mette nel cercare di far bene, quando per la lunghezza dei tempi del recupero. Il Duomo di Milano è stato costruito per 400 anni, speriamo che con Villa Orsi siano un pochino più celeri.

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I progetti disattesi

Se fosse esclusivamente una villa privata, si potrebbe dire che sono fatti  e rapporti fra costruttore e proprietà, ma chi ha presentato i progetti per il recupero di Villa Orsi ha preso degli impegni precisi con la cittadinanza che non sono ancora stati portati a compimento.

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L’antico arco cancellato

Una delle cose importanti riguarda la questione dell’arco d’entrata. si trattava di uno dei pochi archi di entrata che avevano ancora la struttura originale a tutto sesto, che è quella particolare struttura architettonica ad arco che vede la sua nascita in Lombardia nell’antichità ( per alcuni si parla dell’era ante cristiana) . Con il passare degli anni e con ristrutturazioni poco attente ai particolari storici, specialmente nella seconda metà del secolo scorso ( tra il 1970 e il 1980) molti di questi archi sono stati trasformati in quadrati senza carattere o in finte arcate. Quello di Villa Bosi aveva anche un bellissimo portone in legno sagomato che la proprietà di villa Orsi si era impegnata a restaurare e mantenere.

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Le difficoltà con Villa Orsi

Le prime difficoltà amministrative con il recupero di Villa Orsi si sono trovate con il disegno delle nuove costruzioni interne, i cui progetti risalgono ancora a più di 12 anni  fa, sotto l’amministrazione Garavaglia. Una di queste era l’ ovvia difficoltà di trovare un’impresa interessata a farsi carico di trasformare la vecchie storica villa privata in una serie di appartamenti moderni abitati che rispettassero il sia la storia di Ossona sia le regole dell’edilizia moderna se non popolare almeno poco costosa.

Affreschi e decorazioni seicentesche perse per sempre

Quando dopo vari tentativi l’impresa finale ha cominciato i lavori  e hanno formato al convenzione del piano di recupero sono cominciati i guai dei muri che dovevano essere recuperati e invece sono caduti,  di una parete affrescata in modo molto simile a quella del castello sforzesco di Milano ( di scuola seicentesca) che è sparita e che il Comune non ha voluto salvaguardare nonostante  gli fosse stata segnalata, gli oneri di urbanizzazione già bassi perchè riguardavano un piano di recupero invece che di una nuova costruzione che in convenzione dicevano che sarebbero stati usati per rifare uno dei pochi marciapiedi nuovi del paese.

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Poi vi sono stai i problemi con il vialetto interno che è comunale per convenzione, ma che ora è chiuso da due cancelletti, uno interno al portone e uno che da sulla via Pascolutti.

La stranezza di un vialetto comunale, e quindi aperto a tutti,  che fa da accesso ai box in un condomino, è palese. La manutenzione infatti è a carico del Comune, il vialetto è stato ceduto in cambio di oneri di urbanizzazione (cioè al posto dei soldi necessari a creare servizi per i nuovi abitanti) e tenerlo aperto al passaggio pubblico rischia di mettere in pericolo il condomino, per problemi di sicurezza. Chi ha fatto questi pasticci dovrebbe sentirsene responsabile. Sarà così?

La situazione attuale

Ad oggi Villa Orsi, nella parte che più interessa il Comune,  non è ancora stata finita e sono passati ben 5 anni dall’inizio dei lavori. La parte che dà su via Baracca avrebbe dovuto essere la prima ad essere ripristinata, invece è ancora senza intonaco, senza finestre e con due strane aperture a losanga che danno sulla strada che non ho mai capito a cosa servano ma che di sicuro non sono nello stile dell’antica villa Orsi.

I condomini si lamentano  delle caldaie centralizzate che consumano troppo,  i vicini guardano con sospetto dei fori nei soffitti che potrebbero diventare finestre, le opposizioni in Comune si chiedono se i proprietari (generalmente qualche banca o l’impresa stessa, a seconda di come ha finanziato i lavori) degli appartamenti ancora vuoti, non finiti e  invenduti, hanno pagato l’IMU seconda casa,  e via dicendo.

Insomma dati tutti i problemi descritti, non mi espongo troppo se dò per certo che  in futuro su Villa Orsi si creeranno quei bellissimi, stupefacenti strani casi ossonesi di cui noi ad Ossona siamo estremamente fieri di poter raccontare.

Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 06/02/2020 13:54

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