Cinema: Star Trek into Darkness e il mito del superuomo
La parola più adatta a descrivere i film di Star Trek che raccontano delle avventure della astronave Enterprise è sicuramente “intramontabile”. Appassionano e continuano ad appassionare da almeno 30 anni, sempre giovani.
Il successo di film e telefilm di Star Trek hanno contribuito largamente a creare un sistema, una realtà virtuale logica, possibile scientificamente anche se non provata nè realizzata, e una filosofia dei viaggi interstellari. Se siete dei fan di Star trek, avrete notato come nessuno dei popoli che si vedono nei film sono considerati cattivi a priori. Neppure i Klingon sono tali, ma sono piuttosto descritti come un popolo guerriero con delle sue tradizioni che tenta di imporre come regola generale, ma con cui, nel tempo, può nascere un contatto diplomatico basato sul rispetto dei trattati.
Tutto il sistema di rapporti fra le popolazioni, sia quelli della federazione sia quelli esterni, sono regolati da rigidi protocolli diplomatici. Fra questi c’è la regola universalmente riconosciuta persino nella realtà, e non solo nella fantascienza, che non bisogna interferire con lo sviluppo dei popoli che sono in via di evoluzione: si tratta della Prima direttiva della Federazione.
Nella prima scena del film che è uscito in Italia il 12 giugno 2013, Star Strek Into Darkness, un novello e giovanissimo capitano Kirk, che ha appena avuto in consegna per la prima volta la nave interstellare Enterprise, viola platealmente proprio la Prima direttiva della Federazione per salvare la vita del suo primo ufficiale, signor Spock.
Into Darkness in realtà viola molte cose ancora: è un reboot, cioè una riscrittura di uno dei film di Star Trek, quello del 2009, e riscrive quasi completamente la storia della genesi della saga dei viaggi interstellari della Enterprise.
La squadra di coraggio fa vedere la nave Enterprise da un popolo primitivo e per questo Kirk è rimandato all’accademia per ufficiali e gli altri componenti dell’equipaggio sono assegnati ad altre navi. Il film sembra finito ancora prima di iniziare.
Poco dopo un attentato sulla terra crea le condizioni perchè tutti gli alti comandi della flotta stellare si riuniscano in un solo posto. In questo modo diventano una preda facilissima. Kirk ha di nuovo la sua nave, ma solo perché gli altri comandanti sono morti o gravemente feriti.
Il cattivo, in questo film, esiste ed è un cattivo terrorista. Non è extraterrestre ma è un terrestre modificato geneticamente per combattere. I pacifici antenati di Kirk e degli altri umani si erano resi conto, circa 300 anni prima dei fatti, che il loro pacifismo e la mancanza di aggressività rischiavano di renderli schiavi delle altre popolazioni aliene, e così avevano creato un gruppo di umani che avevano le caratteristiche genetiche dell’aggressività, della forza fisica, dell’abilità, dell’intelligenza e della mancanza di valori morali portate al massimo della potenza. Dei super guerrieri, dei super uomini…
E dove può andare un superuomo cattivo che vuole liberare i suoi amici? Dove può attirare la nave interstellare più bella della flotta della Terra? Naturalmente il cattivo si rifugia in una zona disabitata del pianeta capitale dell’impero dei Klingon,così che i buoni sono costretti ad andare a combattere la loro battaglia a casa del meno amico dei popoli che compongono l’universo conosciuto.
Il rischio di scatenare una guerra universale avendo il torto di aver invaso un territorio dopo aver infranto tutte le direttive e i trattati internazionali… ops scusate, interstellari, è altissimo.
Difatti ci pensano il capitano Kirk e il suo equipaggio, che non si fanno scrupoli di mandare all’aria tutte le regole, dimostrando in tutto il film che l’Enterprise e gli uomini della federazione in realtà non hanno bisogno di super uomini che siano superiori alle regole, perché, anche se non sono geneticamente modificati, sono loro stessi superiori ai super uomini.
Inultile dire che questa volta in Star Trek c’è il cattivone segreto: è un politico tutto umano, il cui scopo era quello di scatenare una guerra tra Federazione impero Klingon perchè, nel suo modo di vedere le cose, quella di dar fuoco alle polveri è in realtà la soluzione migliore del problema… Insomma il cattivo più cattivo di tutti non è l’alieno imperialista, ma il cow boy imperialista a capo della terra federalista.
Di questo film possiamo proprio dire che è un reboot. Infatti ha riscritto venti anni di filosofia fantascientifica dei viaggi interstellari di Star Trek e ci ha fatto ripartire con una nuova visione politica della fantascienza. Noi siamo superuomini che battono superuomini un po’ meno superuomini di noi ma guidati da politici cattivissimi che usano i superuomini a loro piacimento e che sono imperialisti in un mondo federalista. Inoltre alla federazione non interessano i trattati e quando vuol fare una guerra civile, va a farla a casa degli altri. Infine, possiamo cantare tutti insieme Stars and strikes…
Star Strek into darkness è decisamente un film da vedere con gli occhi molto aperti. Svela molti pensieri politici degli americani. Potete trovare la trama completa e l’elenco degli attori sulla pagina dedicatagli da Wikipedia mentre qui potete gustarvi il trailer ufficiale
(Fonte Foto: youtube)
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