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Siamo degli alienati che viviamo una società fatta di flop e di menzogne. Politici che si parlano addosso, autoreferenziali, il cui unico scopo è garantirsi un “posto al sole”. Ci guardiamo attorno e pensiamo che tutto ciò che i nostri occhi vedono sia nostro. Il mare è una massa d’acqua dove ogni giorno vengono scaricati veleni che convergono nei fiumi durante il loro percorso. L’aria è irrespirabile. L’abbandono deturpa il territorio, mentre nei Paesi si consumano guerre che non abbiamo voluto, ma che vengono combattute per affermare il potere dell’uomo sull’uomo. Senza un perché, per crudeltà gratuita, per un potere fine a sé stesso che confina i popoli nell’oblio. I Governi, in nome della “pace”, mandano al massacro giovani militari, spesso “mercenari”, per necessità.
Ma che bravi cittadini, quelli lavoratori! Oltre la metà del loro salario viene risucchiata da nuove tasse, non perché, come in alcuni Paesi civili, noi paghiamo tasse per avere servizi, ma solo per mantenere apparati parassitari al servizio di oligarchie. I servizi di cui dovremmo usufruire, in virtù della tassazione dei nostri redditi, se ci vengono erogati, sono costi aggiuntivi che paghiamo ad aziende, private o privatizzate, con quel che ci resta… se qualcosa ci resta.
Ogni giorno, gli spettatori guardano passare dallo schermo immagini di distruzione con disinvoltura e non si chiedono più il perché, o cambiano canale. Il giornalista si schiera con una o l’altra parte. Ma la verità è che tutto ciò che passa davanti ai nostri occhi, tutto ciò che ascoltiamo è una raccolta di menzogne che distraggono da una realtà di predazione dei nostri diritti e delle nostre vite.
La nostra dovrebbe essere una società organizzata, affinché il popolo possa esercitare la propria libertà e i propri diritti, legiferando, ma, senza porsi al di sopra della legge. Se qualcuno lo fa, ribalta il senso della Carta costituzionale, che afferma i nostri diritti fondamentali. In questo caso non c’è sovranità del popolo, ma sopraffazione, dittatura. Fino a quando non verrà ufficialmente “sabotato”, il nostro è uno stato costituzionale dove la “sovranità appartiene al popolo che la esercita nei modi e nelle forme garantite dalla Costituzione” (art. 1, comma 2 della Costituzione).
Come scrisse Carlo Esposito, «fuori dalla Costituzione non c’è la sovranità, ma l’arbitrio popolare, non c’è il popolo sovrano, ma la massa con le sue passioni e con le sue debolezze». Proprio così, esiste lo Stato in quanto un numero di individui situati su un territorio si danno delle regole per il vivere sociale e per partecipare ai meccanismi della vita politica ed economica propria di uno Stato di diritto. Quanta cattiveria, crudeltà e ignoranza ci viene somministrata ogni giorno, celata dalla disinformazione mediatica, sotto forma di talk show, di reality, di notizie che dicono mezze verità o falsità. Tutti i canali omologati ci magnetizzano con ricette, fatti di cronaca, telefilm a puntate interminabili, giochi di domande a risposta mediocre. Dove sono le informazioni? Noi vogliamo sapere chi appiattisce la nostra capacità intellettiva, chi ruba i nostri sogni e perché! La crudeltà e il cinismo, con cui una élite decide della vita di miliardi di persone, è impressionante. Questo gruppo di soggetti possiede la ricchezza globale: essi sono proprietari di tutte le multinazionali, di tutte le compagnie petrolifere, di tutte le banche, del potere decisionale sui governi nazionali. Hanno ucciso la produzione locale dei beni, quell’economia che rende un Paese civile, dove i consociati collaborano al settore produttivo per dare un contributo al benessere collettivo.
L’economia delle nazioni è in ginocchio e milioni di famiglie vivono di briciole, così come la storia ci ha insegnato con la schiavitù, miliardi di cittadini vivono di “pane e acqua” come schiavi. Non vi illudete se possedete una casa, una macchina, un conto in banca. Siamo tutti schiavi inconsapevoli di questa élite. Siamo schiavi dei beni da loro prodotti, consumatori indotti e non consapevoli.
Quello che ci potrebbe consentire una vita che val la pena di essere vissuta, è la felicità, quella che tutti cerchiamo, ma che non troviamo. Le piccole gioie quotidiane, i nostri sogni e le nostre ambizioni che sono spazzati da una pubblicità martellante che falsa il nostro benessere mentale e ci asservisce ad un prodotto di breve durata che dà felicità fasulle e devasta i sogni basati sulle bellezze della natura, degli affetti e dei valori della nostra vita, distruggendo il nostro rapporto sano con la Terra, mentre stiamo eternamente appisolati in una realtà nascosta da una becera fantasia, fatta di sogni inutili, spettacoli soporiferi e diseducativi. Quasi tutta la massa della popolazione, che sia colta o inerudita, vede scorrere la propria vita senza un perché. Si innescano guerre contro il diverso. Poveri contro poveri.
Svegliamoci! Riprendiamo il godimento dei nostri diritti. Non lasciamo decidere agli altri come deve essere la nostra vita. Diventiamo capaci di scegliere cosa ci procura la felicità, cosa ci permette di vivere con dignità, non consegniamoci a coloro che incatenano la nostra fantasia e la nostra volontà. Costoro sono consapevoli di quanto io sto scrivendo, ma non ci considerano soggetti capaci di scegliere. Costoro ci considerano nient’altro che consumatori.
Articolo aggiornato il 13/08/2015 10:10