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Grillo e il nuovo parlamento

Che questo sistema politico economico non funzioni e che debba essere cambiato, lo abbiamo capito tutti. Basta trovare il metodo migliore per farlo, ma non c’è alcun dubbio che il metodo migliore sia quello democratico.

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Grillo e il nuovo parlamento
Beppe Grillo

Democrazia è una parola che ha un significato, per noi, univoco. Per altri ha diverse interpretazioni, fino a tradursi in sistema dittatoriale per via di una distorsione interpretativa e di comunicazione.
Grillo si è fatto espressione del malcontento generale, di molte di quelle persone che hanno capito di essere stati fregati dal sistema, composto da una classe politica al potere che ha tradito i metodi democratici e alla quale la maggioranza dei cittadini ha delegato per molti anni il potere politico.
Grillo ha raccolto il malcontento e con Casaleggio hanno avuto un piano che ha molti lati oscuri.Un piano ben studiato per mettere al potere persone che di politica capiscono poco o nulla, quindi facilmente manovrabili, anche se (forse) consapevoli che le precedenti legislature si siano occupate molto più di problemi legati a interessi extraistituzionali che di quelli relativi al benessere della collettività e allo sviluppo economico del nostro Paese e che, al contrario dei “ragazzi” deputati e senatori eletti, Grillo e Casaleggio capiscono molto e bene. L’arroganza di alcuni di questi nuovi eletti che, col tempo si stanno rivelando antipatici, non ha limiti.
Ma il problema più grosso è che questi “ragazzi” mancano della consapevolezza necessaria diretta all’agire per il bene comune. Per raggiungere tale consapevolezza è necessario fare un grosso lavoro su sé stessi e rapportarsi all’ambiente che ci circonda. L’umiltà e l’educazione non esulano da questo, sono ingredienti necessari.

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La consapevolezza è un ingrediente per raggiungere la saggezza, tanto è vero che nella civiltà greca e romana la politica veniva esercitata dai saggi, colti e, soprattutto, anziani. Certo, il Senato dei tempi della Grecia e della Roma antica rappresentava anche un ceto politico “nobile” e la volontà dell’imperatore. Meccanismi che, nel diritto moderno, dovrebbero funzionare correttamente se sorretti dal diritto costituzionale.
Sì, è vero, per anni siamo stati governati da una banda di affaristi e servitori, portatori di interessi di chicchessia, tranne che di interesse collettivi.
La Sinistra radicale non rappresentata in Parlamento nelle ultime legislature, a volte, con concetti forse utopistici e molto intellettuali, ha sempre perseguito una politica di giustizia sociale e di equità rivolta al benessere della collettività, che il popolo non ha compreso o forse ha preferito delegare a qualche taumaturgo.
Grillo ha interpretato rozzamente i problemi della popolazione e ha fatto emergere i suoi mal di pancia, delegandone poi la soluzione a un gruppo di persone più avvezze a una politica di strada che a un corretto agire istituzionale. Ma a molte persone non importa, o poco importa, se il metodo che verrà usato sarà democratico o sarà una dittatura. Per molti questo non fa differenza. A molte persone la partecipazione non interessa, o non sa cosa sia, o non gli importa di saperlo. Quindi, alla fine, chi personifica le Istituzioni agisce in “libertà”. E qui bisogna stare attenti! Come ha scritto F. Marcelli del Fatto quotidiano: La guerra eccita gli spiriti deboli e alimenta gli intelletti fiacchi, specie in un momento di grave crisi, non solo economica, come l’attuale. Infatti, l’Italia ha avuto il ventennio fascista, già abbondantemente anticipato dai futuristi (“parole in libertà”, ordine e igiene mondiale) e ci sono volute due guerre, distruzione, morti, purghe, torture e fame assoluta, fino a quando la lotta partigiana si è contrapposta al fascismo e alle sue idee di egemonia mondiale e cerebrale, perché si riconoscesse l’esistenza di diritti e di libertà. Ma anche dopo tutto questo, la maggior parte della popolazione non ha compreso le origini dei suoi mali e non sono bastati gli episodi della nostra storia appena menzionata e in seguito ai quali i padri fondatori costituzionali sono riusciti ad emanare una legge come la nostra Costituzione a garanzia dei diritti di tutti, perché poi abbiamo avuto il ventennio berlusconiano che ha appiattito e decerebrato le menti di molti italiani, alcuni dei quali adesso seguono Grillo.

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grillo. Grillo e il nuovo parlamento - 22/03/2013Ora i “grillini”, parte di un disegno di Casaleggio e di Grillo, pensano di essere i detentori della verità assoluta. Peccato che senza una guida non sappiano muoversi. La macchina dello Stato è complessa: la si può semplificare e ripianare, ma non renderla semplice, perché devi applicare la scienza della politica, dell’economia, oltre che della matematica e anche quella giuridica, filosofica e letteraria. Per farla funzionare correttamente, con sistemi sociali e di eguaglianza, per non far prevalere interessi finanzcapitalistici o personalistici e lobbistici, è necessario applicare teorie economiche e principi ad effetto adeguato.
Nell’organizzazione dello Stato devono prevalere equamente gli interessi di tutti, dei soggetti imprenditoriali e dei lavoratori, ma soprattutto trovare soluzioni ai problemi delle fasce più deboli che, insieme agli altri, devono sostenere il sistema economico complessivo e da esso devono trarne giovamento, alla pari degli altri.
“Libertà” significa essere liberi di scegliere, non significa svegliarsi e fare tutto ciò che si vuole, perché viviamo in una società organizzata. Ingiusta, ma organizzata. Questa società deve essere resa giusta, ma deve rimanere organizzata. Organizzata vuol dire che, per la sua gestione amministrativa, economica e legislativa, essa deve servirsi di organi democratici, liberi da ingerenze dittatoriali e personalistici di singoli portatori di interessi e deve essere sburocratizzata, ma non completamente privatizzata. Quando uno di questi interessi è esageratamente sbilanciato, il sistema non funziona più. Se poi alla supremazia degli interessi privati aggiungiamo anche l’illegalità, la corruzione e il potere mafioso, ecco che viene partorito un sistema dominato dalla dittatura, dal potere finanziario, da poteri oscuri e da organizzazioni nazionali e internazionali malavitosi.

Il nostro deve essere un “ecosistema” politico, economico e sociale. Se in un ecosistema naturale introduciamo un elemento estraneo, lo stesso ecosistema si distrugge, si potrà evolvere in qualcosa di nuovo e pericoloso, ma principalmente si distrugge. Così è un sistema politico economico. Esso deve avere alla base un’organizzazione che necessita di correzioni periodiche per funzionare meglio e correttamente, se si viene a creare una situazione di ingiustizia e di disuguaglianza. Deve esserci un meccanismo di perequazione, che deve essere attivato ogni qual volta si viene a creare una situazione disturbata, la cui patologia può creare una deformazione del sistema che porta alla sregolatezza e può sfociare nella dittatura. Le teorie economiche vanno applicate come correttivi della distorsione del sistema. Esse devono essere alternate a seconda di come evolve la situazione col passare degli anni, a causa dell’inadeguatezza dei meccanismi utilizzati.

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Le Istituzioni devono svolgere le funzioni a cui sono preposte. Il governo è l’organo esecutivo e tale deve rimanere. Esso ha la funzione di applicare le leggi emanate dal Parlamento, espressione della volontà popolare, anche se questa, molto spesso si è formata da propaganda elettorale ingannevole, perché qui entra in gioco la democrazia di un Paese. Il Governo è anche un organo propulsivo, che può emanare decreti legge in casi di assoluta emergenza e decreti legislativi, ma prevalentemente deve essere esecutivo delle leggi emanate da un organo formato democraticamente nell’interesse generale della collettività, non solo di leggi emanate nell’interesse di soggetti privati o di altri poteri al di fuori della democrazia. Qui deve entrare in gioco il potere della Magistratura.
La collettività è composta da persone per la maggior parte oneste, da gente di malaffare e disonesti, da saggi, da intellettuali, persone colte e poco colte, perché vissuti in ambienti sociali che non gli hanno trasmesso stimoli culturali, che gli stessi soggetti non sono stati capaci di cogliere o che non sono stati messi nella condizione di cogliere l’opportunità di farsi una cultura. E non intendo solo scolastica, ma di consapevolezza della condizione sociale e individuale sviluppata nel contesto.
Se non sarà raggiunta individualmente e collettivamente piena consapevolezza della situazione in cui viviamo, attraverso la trasparenza delle azioni politiche e amministrative, nelle organizzazioni e nelle istituzioni si incisteranno sempre furbi, malfattori e manovratori.

Questa deformazione estremizzata avrà una probabilità alta di portare ad una dittatura e alla conseguente proliferazione della corruzione che essa comporta e che, in questi sistemi, si inserisce nel peggiore dei modi.
Negli ultimi anni, le istituzioni non hanno agito correttamente, così come previsto dalla Costituzione, e non hanno dato piena attuazione ai principi costituzionali. Essi sono stati disattesi largamente e, quindi, è qui che bisogna intervenire, perché i principi fondamentali della nostra Costituzione sono moralmente, eticamente e universalmente riconosciuti, tranne che dai governi dittatoriali.
La verità è una sola, ma spesso non sta tutta dalla stessa parte. Occorre riunire tutti i pezzi di verità detenuti dai diversi soggetti, organizzarsi e collaborare per il bene di tutti.

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Silvana

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