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Unioni omosessuali e l’adozione dei bambini

L’ Altomilanese, il periodico locale venduto in zona, ne ha combinata un’altra delle sue. Lo scorso 2 febbraio (2013) ho partecipato, in qualità di candidata alle elezioni politiche per la Lega Nord, ad un incontro pubblico organizzato dal gruppo Il Guado di Milano sulle unioni delle coppie omosessuali e le adozioni dei bambini, e di cui vi ha fatto un’ottima relazione Giuseppe Lanzani, il cui articolo trovate a questo link.

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Proprio ieri su CronacaOssona.com è stato pubblicato un articolo di Gianni Geraci, il responsabile del gruppo Il Guado, di cui potete leggere a questo altro link.
Questa settimana è uscito sull’Altomilanese un articolo, che ha fatto seguito ad una intervista telefonica in cui era parlato proprio di questo incontro pubblico. Generalmente, non faccio commenti sugli articoli che mi riguardano, perchè penso che ogni giornalista debba essere libero di raccontare ciò che vede con i suoi occhi e utilizzare il suo giudizio personale, senza ricevere nessun tipo di pressione, nè a priori nè a posteriori, ma questa volta la sintesi è stata davvero troppo esagerata.

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Una posizione articolata con delle spiegazioni si è ridotta ad una liquidazione di tre righe che risultano incomprensibili e alla costruzione di una notizia che non c’è. L’articolo del periodico Altomilanese non è online, ma troverò il sistema di farvelo leggere. Inoltre Lucrezia Cantarello, ammesso che abbia scritto lei l’articolo che ha firmato (io spero ancora di no) mi fa fare la figura della cretina, cosa che non sono.

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La prima cosa che mi ha colpito dell’articolo dell’ Altomilanese è che vi si scrive che la giunta non ha accettato di istituire un registro per le unioni civili ad Ossona, prendendo esempio da Milano. Dato che non si riesce a far lavorare la Giunta dell’amministrazione di Ossona su argomenti  pressanti come l’asfaltatura delle strade e l’organizzazione dei servizi sociali,  sarei davvero sorpresa se avesse affrontato, in un qualsiasi modo, un tema così delicato, articolato e complicato come quello dei diritti civili delle coppie di fatto.

Al massimo, si può pensare che la giornalista abbia rivolto alcune domande al Sindaco dell’Acqua che, essendo politicamente ascrivibile all’ area cattolica di centro sinistra, si può supporre abbia detto di essere contrario al registro delle unioni civili di Milano e che non ha intenzione di seguire le componenti di sinistra sulla linea politica tracciata dall’attuale sindaco Pisapia.

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Durante l’incontro pubblico tenutosi nella Sede del gruppo “Il Guado” anche il rappresentante dell’ IDV, Luca Gandolfi, aveva fatto notare che la componente cattolica del PD, cioè gli ex margherita i cui riferimenti politici sono Rosy Bindi, Romano Prodi e Umberto Ambrosoli, e di cui fa parte anche il Sindaco dell’ Acqua, non approva in nessun modo, anzi ostacoli in tutti i modi, anche le soluzioni di problemi semplici che riguardano le convivenze delle coppie di fatto, fra cui si inseriscono anche le coppie omosessuali. Perciò non si capisce quale sorpresa sia il no del sindaco Dell’Acqua.

La risposta del capogruppo della lista pdl noi per Ossona, Sergio Garavaglia, sembra essere relativa al suo lavoro di insegnante di religione, piuttosto che a una posizione di tipo politico, e leggendola ci si chiede solo se ha davvero capito di quale argomento si stava trattando, cioè la regolamentazione legale delle coppie di fatto.

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Della mia posizione politica, sull’articolo dell’ Altomilanese si dice poco. L’articolo scritto da Giuseppe Lanzani su cronaca Ossona fa già un riassunto ottimo e avrebbe generato la voglia di parlare dell’argomento sull’ Altomilanese, ma dopo il lavoretto di Lucrezia  Cantarello mi toccherà scrivere un paio di cose che sono da mettere fra ciò che era l’inizio  (sono contraria al matrimonio per i Gay) e la fine dell’articolo che , fra l’altro, mi attribuisce una frase che non ho mai detto (i gay non possono procreare e di conseguenza sono contraria alle adozioni).

La mia reale posizione

Il matrimonio è una istituzione sociale, che è stata inventata con lo scopo di proteggere il nucleo da cui la società e la comunità si rigenera, cioè la coppia eterosessuale (formata da un uomo e da una donna) che ha il progetto di creare una famiglia generando bambini. Non è sempre molto chiaro che il matrimonio pone degli obblighi e dà dei diritti normati per legge perchè ha una funzione sociale ben definita e che non è fatto solo per una questione romantica. Al matrimonio, politicamente parlando, non è necessario l’amore, la passione o il sentimento. E’ piuttosto equiparabile ad una società in cui i due fondatori si prendono degli impegni per aiutarsi nella costruzione di un progetto che è quello di creare una famiglia in cui far crescere i bambini e la Comunità li aiuta in quanto il loro progetto permette la continuazione della Comunità stessa.

Il motivo per cui la Lega Nord dice no al matrimonio fra omosessuali è perchè si stravolgerebbe il significato della istituzione del matrimonio, in quanto non ci sarebbe più un istituto che protegge il nucleo da cui prendono vita le famiglie. Questo No al matrimonio degli omosessuali, però, non dice che le coppie di fatto o le coppie omosessuali non debbano esistere. Dice esclusivamente che il matrimonio è l’ istituzione riservata a chi vuol creare una nuova famiglia.
Io non ho mai detto che i gay non possono procreare; ho detto che la coppia gay, non essendo formata da uomo e donna, non ha la funzione naturale della procreazione. E’ una cosa bene diversa dallo scrivere ” i gay non possono procreare”.  Quanto al fatto che avrei detto che la procreazione assistita è reato in Italia è una cosa assurda. E’ proibita la fecondazione eterologa e affittare il proprio utero, non la fecondazione assistita che è invece legalissima (RIF. LEGGE 40)

Il nesso fra ciò e le adozioni, che è sembrato chiaro a Lucrezia,  mi sfugge completamente. Io avevo solo detto che  la nostra legislazione prevede che l’adozione sia fatta per dare una nuova famiglia ad un bambino che ha perso la sua famiglia biologica, e non  per dare un bambino ad una coppia.
Avere il decreto del tribunale come coppia che può adottare è difficilissimo; la scelta è rigorosa, e credo sia giusto che sia così. Gli aspiranti genitori devono essere entro un certo range di età, devono essere una coppia sposata per garantire la stabilità, devono essere la famiglia perfetta che quel dato bambino sogna, non possono essere single. Si tratta di bambini che hanno perso i genitori, e i bambini non sognano una mamma e un papà nuovi omosessuali o vecchi o soli.

Ci sono omosessuali che hanno già figli loro, ma, per la legge, il nuovo compagno del genitore non è nulla per i bambini e  alcuni omosessuali vorrebbero che ne fosse possibile l’adozione. Credo che ci si rifaccia a quanto succede con i vedovi che si risposano e che adottano come propri i figli del matrimonio precedente. In realtà, trovo che la questione sia molto più complicata e riguardi tutte le coppie di fatto. Non è detto che il papà o la mamma biologici del bambino siano morti e in questo caso va preservato il diritto del bambino ad avere un rapporto parentale con il genitore biologico che non si trova nella nuova coppia. E’ la questione del “terzo incomodo”, il vecchio compagno da cui i bambini sono nati e la sua famiglia di origine. L’adozione interrompe i rapporti con la famiglia biologica precedente. Non credo ci sia il bisogno di spiegare ulteriormente le motivazioni del no, dopo aver detto questo.

Un’ultima cosa riguarda la questione delle leggi speciali ghettizzanti. Il pensiero è semplice: se si crea un registro delle unioni solo per le coppie omosessuali in base a delle leggi speciali, in Comune ci sarà un albo in cui ci sono iscritti, a parte rispetto agli altri, i nomi dei cittadini omosessuali. A me non sembra proprio una gran bella idea.

Infine,  il periodico Altomilanese ci ha abituato a considerarlo appartenente a pieno titolo alla categoria della peggior specie delle riviste “gossipare”, ma stavolta credo che abbia superato sè stesso e non è il caso di fargliela passare liscia. Mi spiace per Lucrezia Cantarello, che mi sembrava una dolce giovane donna con tanta voglia di fare la giornalista, ma stavolta ha proprio fatto la peggior figura che può fare un giornalista, persino in erba come lei, e dovrebbe imparare a non mettere la sua firma o le iniziali sotto certe ” sintesi”  fatte con parti del corpo diverse da mani e cervello.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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